sabato 10 ottobre 2015

Il Nobel per la letteratura 2015 a Svetlana Aleksievic


Saggista e giornalista, nata in Ucraina e cresciuta in Bielorussia, in esilio volontario a Parigi dal 2000, era proprio lei la favorita dei bookmakers. Ha narrato nei suoi libri il dramma collettivo del crollo dell'Unione Sovietica e del suo mito imperialista, da Incantati dalla morte al suo ultimo Tempo di seconda mano: racconto della nascita di una "nuova Russia", dopo una popolare e corale "buonanotte al signor Lenin". Un mosaico di umanità che ritrae la fine del comunismo, ma non solo: la guerra in Afghanistan in Ragazzi di zinco, la tragedia nucleare dell'Ucraina in Preghiera per Cernobyl.
Nei suoi racconti la Aleksievic resituisce fedelmente il senso della storia e dei suoi protagonisti: la vita, lo scenario, l'atmosfera domestica, il contesto. Dà loro voce direttamente, quasi scomparendo dietro le virgolette di centinaia di interviste e conversazioni che lei ascolta, annota, riporta. La scrittrice ha vinto per la "sua opera polifonica, tributo al coraggio e al dolore dei nostri tempi", iniziata con il primo libro che la rese nota, nel 1983: una raccolta delle voci di centinaia di donne russe che avevano partecipato alla Seconda guerra mondiale in La guerra non ha un volto di donna. Uno stile che del giornalismo prende la parola asciutta, evocativa e dalla realtà storica dei suoi intervistati un racconto al tempo stesso epico e intimo della disillusione di un popolo che si confronta con la ricostruzione della propria identità.
"Non ci ho ancora pensato. Comunque i soldi li uso in un solo modo, compro la libertà": ha risposto così alla domanda su come utilizzerà i soldi del Nobel. La Aleksievic ha ringraziato la Svezia perché "capisce il dolore russo" e ha dedicato il premio al suo Paese di origine, la Bielorussia: "Non è un premio per me, ma per la nostra cultura, per il nostro piccolo paese, che è stato messo nel tritacarne della storia". Ricordando che scrive i suoi lavori in tempi molto lunghi, ha aggiunto: "Spero di avere la libertà di lavorare su questi due libri".
Svetlana, nata il 31 maggio del 1948 nella città ucraina di Ivano-Frankivsk (un tempo Stanislav), ha iniziato la sua carriera come insegnante di storia, per poi diventare giornalista, dopo la laurea all'Università di Minsk tra il 1967 e il 1972. Ha poi sentito l’esigenza di scavare dentro i lati più oscuri della storia del suo Paese, denunciando i danni che le guerre hanno lasciato sul campo, nella psicologia delle persone. Ha dato voce ai sopravissuti, agli spettatori e ai reduci degli orrori. E, soprattutto, scegliendo la parte dei più deboli, contro il potere. 



Le prime parole
«Mi sono subito sentita circondata da grandi ombre, come Bunin o Pasternak, è un sentimento da un lato fantastico e dall’altro inquietante» ha detto la scrittrice commentando il premio (l’annuncio è arrivato mentre stava stirando) . Nel pomeriggio la conferenza stampa a Minsk in cui ha denunciato di essere boicottata dal potere bielorusso: «Fanno finta che io non ci sia, non pubblicano i miei libri, non posso fare discorsi da nessuna parte, non mi ricordo che la tv bielorussa mi abbia fatto una chiamata, neppure il presidente bielorusso». Poi ha aggiunto:«Mi piace il mondo russo della letteratura e della scienza ma non rispetto il mondo russo di Putin e di Stalin»

L'intervento russo in Ucraina è "un'occupazione, una invasione straniera". E aggiunge: "Non mi piace neanche l'84% dei russi che chiede che gli ucraini vengano uccisi". La scrittrice ha lanciato un monito contro il totalitarismo: "È difficile essere una persona onesta, ma non bisogna fare concessioni a un potere totalitario". Il Cremlino risponde: "Probabilmente Svetlana non possiede tutte le informazioni necessarie per dare una valutazione positiva di ciò che sta accadendo in Ucraina", così Dmitri Peskov, portavoce di Putin.
(da www.repubblica.it e www.corriere.it . Foto da www.corriere.it )

Bibliografia di Svetlana Aleksievic al 08 ottobre 2015:
Preghiera per Černobyl. Cronaca del futuro (2002)  
Ragazzi di zinco (2003)  
Incantati dalla morte. Romanzo documentario (2005)
- Tempo di seconda mano. La vita in Russia dopo il crollo del comunismo (2014)

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