sabato 6 aprile 2024

La cinquina del Premio Strega Europeo 2024

Questi i cinque libri candidati all’edizione 2024:

* Shida Bazyar, Di notte tutto è silenzio a Teheran (Fandango Libri)
* Paul Lynch, Il canto del profeta (66thand2nd) 
* Tore Renberg, La mia Ingeborg (Fazi)
* Neige Sinno, Triste Tigre (Neri Pozza)
* Rosario Villajos, L’educazione fisica (Guanda)

“Non è forse un caso, nella complessità e nelle difficoltà del presente”, ha dichiarato la direttrice del Salone di Torino Annalena Benini annunciando la cinquina, “che quest’anno i libri candidati abbiano come tema comune il riconoscimento e la trasfigurazione letteraria dei meccanismi alla base dell’oppressione, soprattutto, il riconoscimento di quanto essi siano radicati culturalmente e vengano esercitati sui più deboli, siano donne, bambini o cittadini privati dei propri diritti. Ma si sente forte, nella tensione di queste pagine, anche una volontà di ribellione e libertà”.

La cerimonia di premiazione avrà luogo domenica 12 maggio.

La dozzina del Premio Strega 2024

Tra le 82 opere proposte quest’anno, questi sono i titoli che compongono la dozzina:

* Sonia Aggio, Nella stanza dell’imperatore (Fazi)
* Adrián N. Bravi, Adelaida (Nutrimenti)
* Paolo Di Paolo, Romanzo senza umani (Feltrinelli) 
* Donatella Di Pietrantonio, L’età fragile (Einaudi) 
* Tommaso Giartosio, Autobiogrammatica (minimum fax) 
* Antonella Lattanzi, Cose che non si raccontano (Einaudi) 
* Valentina Mira, Dalla stessa parte mi troverai (SEM) 
* Melissa Panarello, Storia dei miei soldi (Bompiani) 
* Daniele Rielli, Il fuoco invisibile. Storia umana di un disastro naturale (Rizzoli) 
* Raffaella Romagnolo, Aggiustare l’universo (Mondadori) 
* Chiara Valerio, Chi dice e chi tace (Sellerio)
* Dario Voltolini, Invernale (La nave di Teseo) 

«Le opere presentate quest’anno al premio Strega dagli Amici della Domenica offrono un panorama frastagliato e contraddittorio, ma esaustivo, sulla narrativa contemporanea in lingua italiana.» Ha spiegato Melania G. Mazzucco, presidente del Comitato direttivo. «Abbondano le narrazioni oblique e non finzionali, composite, di taglio saggistico, memoriale o confessionale. Ma ritorna il romanzo d’impianto più classico, sia d’ambiente contemporaneo sia storico, con una lingua media, spesso intarsiata di dialetto, e un ritmo rapido, talvolta adattato alla serialità televisiva. All’opposto, svariate scritture sperimentali propongono impervie esperienze di lettura, in polemica e apprezzabile attitudine di resistenza alla prepotenza delle mode e del mercato.»

Il 5 giugno verrà proclamata la cinquina finalista. La finale invece si terrà giovedì 4 luglio dal Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e in diretta televisiva su Rai 3.

domenica 31 marzo 2024

Il miniaturista - Jessie Burton

Titolo originale: The miniaturist (2014)

In un giorno d’autunno del 1686, la diciottenne Petronella Oortman − Nella-fra-le-nuvole è il soprannome datole da sua mamma – bussa alla porta di una casa nel quartiere più benestante di Amsterdam. È arrivata dalla campagna con il suo pappagallo Peebo, per iniziare una nuova vita come moglie dell’illustre mercante Johannes Brandt. Ma l’accoglienza è tutt’altra da quella che Nella si attendeva: invece del consorte trova la sua indisponente sorella, Marin Brandt; nella camera di Marin, Nella scopre appassionati messaggi nascosti tra le pagine di libri esotici; e anche quando Johannes torna da uno dei suoi viaggi, evita accuratamente di dormire con Nella, e anche solo di sfiorarla. Anzi, quando Nella gli si avvicina, seduttiva, memore dell’insegnamento della mamma (“Il tuo corpo è la chiave, tesoro mio”), lui la respinge. L’unica attenzione che Johannes riserva a Nella è uno strano dono, la miniatura della loro casa e l’invito ad arredarla. Sembra una beffa. Eppure Nella, che si sente ospite in casa propria, non si perde d’animo e si rivolge all’unico miniaturista che trova ad Amsterdam. E proprio il miniaturista sembra custodire i segreti della famiglia Brandt che, inesorabilmente, mentre la casa in miniatura si va completando, si squadernano davanti agli occhi della giovane Nella. (goodreads)

ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama

Stavo cercando un libro ambientato in Olanda e sono stata attirata da questo. Mi intrigava molto la trama e anche il libro mi ha intrigato fin oltre la metà.
Petronella/Nella (18 anni) viene data in sposa a Johannes (39 anni). Quando lei lo raggiunge ad Amsterdam, non è lui che fa gli onori di casa, è la sorella Marin, personaggio rigido e altero che manda avanti la casa. Johannes è spesso via per lavoro e pare non abbia nessuna intenzione di "adempiere ai suoi doveri coniugali". Petronella prova anche a mettergli una mano sui pantaloni e lui la scaccia. A questo punto in lei cominciano a sorgere un sacco di dubbi sul perchè l'ha sposata se poi non la vuole toccare, comincia a pensare che non avrà mai figli e a cosa penserà la gente... Lui, come regalo di nozze le porta un mobiletto, una casa delle bambole, che lei deve arredare a suo gusto. Dal momento che non sa da che parte iniziare, Marin le dà un libro dove ci sono indicati gli artigiani della città e Nella scopre l'esistenza di un miniaturista a cui si rivolge chiedendo i primi tre pezzi della casa. Nonostante Nella scriva al miniaturista che non vuole altri pezzi, questi invece continuano ad arrivare. E con sgomento (e un po' di timore) Nella si rende conto che c'è qualcosa di stregato in quei pezzi. Le poltrone sono effettivamente identiche a quelle di casa Brandt, le bambole rappresentano esattamente i personaggi che abitano la casa e i 3 personaggi con cui hanno più relazioni. Le statuine sembrano essere quasi profetiche di avvenimenti che accadranno davvero. E Nella comincia a spaventarsi e a voler cercare di trovare ad ogni costo questo miniaturista, che in realtà pare essere una donna che Nella continua a vedere in situazioni apparentemente casuali e che la fissa intensamente, ma senza mai farsi prendere. Finchè la donna sembra essere scomparsa e anche i pezzi non arrivano più, e Nella scopre che in tutta la città le donne avevano scritto a questa miniaturista per addobbare le loro case delle bambole.
Oltre alla storia della miniaturista che prende totalmente l'attenzione di Nella, anche nella famiglia succedono una serie di avvenimenti non lieti. Nella scopre che Johannes è omosessuale e il ragazzo con cui ha avuto una tribolata storia (Jack) è anche stato pagato per accusarlo di averlo sodomizzato. Otto, nel tentativo di difendere l'onore del padrone, ferisce il ragazzo, ed è costretto a scappare. Johannes sarà processato per sodomia e cattiva gestione delle vendite dello zucchero di un ex amico, ora suo nemico, che ha palesemente pagato Jack per esagerare le accuse a carico di Johannes. Oltre a ciò, si scopre che Marin è incinta e non vuole che nessuno lo venga a sapere; purtroppo per Nella, non potrà spacciare il bambino per suo figlio, perchè è di colore...
Ho svelato un po' molto della trama ma era difficilmente raccontabile con meno parole, almeno per voler far capire qualcosa.

"Le parole sono come l'acqua in questa città, Nella. 
Una goccia può farci annegare"

Amsterdam è una città piena di pregiudizi (parliamo poi del 1686), dove la sodomia è il peggior crimine che si può attribuire ad un uomo. Le testimonianze possono essere facilmente comprate, soprattutto per porre fine a rancori vecchi di dodici anni da parte di Meermans nei confronti di Johannes. E' un periodo storico in cui le donne contano poco, sono quelle che portano avanti la casa, ma il potere politico e commerciale è solo degli uomini. La stessa miniaturista, essendo donna, è qualcosa di fuori dal comune (le donne non potevano fare gli artigiani, a parte in pochi settori tipo la sartoria).

“La speranza è pericolosa, Petronella”
“E' meglio di niente”

La città è resa molto bene. Ho trovato la scrittura di Jessie Burton un po' pomposa, un po' piena di troppi fronzoli, ma si legge bene. La storia è molto intrigante, diventa molto triste con la cattura di Johannes e il resto. Non pensavo finisse così, ammetto che mi aspettavo un libro a lieto fine o almeno con una fine un po' meno tragica. Oltretutto, il finale rimane apertissimo (infatti ho visto che c'è un secondo libro dove la protagonista è Thea, la figlia di Marin).
Rimane un po' incompiuta la storia della miniaturista, che era davvero intrigante. Di lei si sa che è stata apprendista da un orologiaio (che era suo padre), che si chiamava Petronella (pare sia un nome diffuso) ma che i suoi orologi erano troppo particolari per essere venduti. E' una strega? E' una veggente? E' solo brava a suggestionare le persone come Nella? Boh, non lo sappiamo.
Bello il glossario dell'Olanda a fine libro, con la spiegazione di alcuni termini che si sono incontrati nella lettura. Bello l'elenco degli emolumenti che prendevano le varie figure lavorative in Olanda nel Seicento. Bello l'esempio di spese che si potevano sostenere in una casa benestante di Amsterdam.
Una cosa che mi ha creato un po' di confusione è il diminutivo di Petronella (Nella) perchè in alcuni punti si faceva confusione tra "Nella pensa che..." e "Nella cucina c'è..."; magari in italiano si poteva tradurre con Nellie, Nelle, Nelly, insomma qualcosa di diverso da una preposizione articolata.
Bel libro ma mi lascia un po' così...
Mio voto: 7 e mezzo / 10

Il sanatorio - Sarah Pearse


Titolo originale: The sanatorium (2020)

Un lussuosissimo hotel ad alta quota sulle alpi svizzere è l'ultimo posto in cui Elin Warner vorrebbe trovarsi. Ma si è presa una pausa dal lavoro di detective, e così, quando riceve di punto in bianco l'invito a festeggiare il fidanzamento del fratello, non ha altra scelta che accettare. Arrivata nel bel mezzo di una tempesta violentissima, Elin si sente subito nervosa: l'atteggiamento di suo fratello Isaac le sembra strano e c'è qualcosa in quell'hotel, completamente isolato, che le dà i brividi. Forse ha a che vedere con il fatto che prima della ristrutturazione fosse stato un sanatorio abbandonato... Quando, la mattina dopo, gli invitati scoprono che Laure, la promessa sposa, è scomparsa senza lasciare traccia, il disagio di Elin cresce, mettendola davanti a domande che non avrebbe mai voluto porsi. Suo fratello ha qualcosa a che fare con la sparizione della fidanzata? La neve caduta blocca l'accesso all'hotel e il panico comincia a dif­fondersi tra gli ospiti. Nessuno si è ancora reso conto che un'altra donna è scomparsa. Ed è l'unica che avrebbe potuto avvertirli del pericolo... (ibs)

ATTENZIONE: contiene alcuni spoiler sulla trama!

Posso riassumere questo libro così: bella idea, gradevole scrittura, realizzazione dubbia.
La storia era intrigante. Al posto di un sanatorio in cui venivano curati malati di tubercolosi (ma già si mormorava che le tecniche usate fossero un po' fuori dagli schemi), viene costruito un hotel di lusso dove prevale il vetro. Questo ex sanatorio è posizionato in cima ad una montagna svizzera a cui si accede da una sola strada strettissima, che diventa inagibile alla prima nevicata abbondante (qui poi abbiamo pure una valanga che dà una mano..). Ma tra gli ospiti c'è una detective in congedo temporaneo, con un trauma familiare che la sta paralizzando da anni, e che si trova ad investigare con un vago aiuto a distanza della polizia locale che ovviamente non riesce a recarsi sul posto in nessun modo. Una detective che prende una cantonata dopo l'altra, con intuizioni sbagliate e senza accorgersi di cose che a me (che non sono una detective) erano abbastanza ovvie. La storia familiare della detective, e il trauma da cui non riesce a riprendersi, occupa una parte un po' troppo ingombrante della storia, a mio parere. Oltretutto, ad un certo punto, viene svelato che anche lì ha un ricordo sbagliato di cosa effettivamente successe, e questo basta a sbloccarla del tutto facendola poi arrivare alla soluzione (facendo caso ad un dettaglio che mi era sfuggito e che in effetti ci ha un po' cercato di occultare). 
Da come aveva congegnato la storia, in particolare gli omicidi (perchè saranno più di uno), credevo andasse in una certa direzione, cioè che collegasse qualcosa successo nel sanatorio con gli indizi che il killer dissemina ad ogni morto. In realtà il legame è molto debole, la motivazione principale del killer è un'altra decisamente sua personale, a cui accosta una motivazione di giustizia sociale. Mah. Il tutto condito da alcune scene davvero molto cinematografiche. Mi ha lasciato un po' perplessa e anche un po' delusa. Aveva le potenzialità per rendere la storia decisamente più accattivante, invece l'ha molto diluita con situazioni poco interessanti e, a conti fatti, anche non utili. Nel finale, quando Elin e il fidanzato riescono finalmente a tornare a casa, sul pullman ci viene detto che c'è una persona che li tiene d'occhio; ipotizzo sia l'aggancio per il libro successivo. Effettivamente può essere un escamotage interessante.
Lettura carina, ma con molte potenzialità sfruttate male.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

I figli della polvere - Arnaldur Indridason

Titolo originale: Synir Duftsins (1997)
Titolo inglese: Sons of the dust

In una fredda notte di gennaio, Daníel, da anni ricoverato per schizofrenia presso un ospedale psichiatrico di Reykjavík, si uccide gettandosi da una finestra sotto gli occhi del fratello Pálmi. Poche ore dopo, in un altro quartiere, un anziano insegnante in pensione muore nell’incendio doloso della sua casa. Le due morti, apparentemente così lontane fra loro, hanno in realtà un punto di contatto: Daníel è stato allievo del professore negli anni Sessanta e i due negli ultimi tempi si erano incontrati più volte… Ora spetta all’ispettore Erlendur e alla sua squadra investigativa scoprire quale segreto inimmaginabile nasconde questa turbolenta relazione. Personaggi avvincenti, suspense, dilemmi morali e ricerca della giustizia: in questo primo thriller della serie troviamo tutti gli elementi che hanno portato Arnaldur Indriðason al successo internazionale e facciamo conoscenza con il tormentato e geniale Erlendur, cupo e mutevole come il cielo islandese. (goodreads)

Anni fa mi chiesi come mai in Italia i gialli di Indridason partivano dal terzo, e neanche la traduttrice mi aveva saputo rispondere. Quindi sono molto contenta che siano finalmente stati pubblicati i primi due che mancavano. Oltretutto, questo primo libro credo sia proprio fatto bene.
I due decessi sono un po' cruenti, soprattutto quello del professore che viene arso vivo legato ad una sedia della sua camera. E a mano a mano che ci si addentra nelle pagine, si dipana una storia di povertà, di abusi, di esperimenti fatti da una spietata ditta farmaceutica che pensa di poter creare l'immortalità. Tra le pagine si trova un interessante spunto di dibattito sulla clonazione e sul comportamento sconsiderato della farmacologia.
Daniel ha un fratello, Palmi, che è presente quando si butta giù dalla finestra. E' proprio Palmi che comincia ad investigare o, quantomeno, a fare domande alle ex compagne di scuola di Daniel, alla sorella del professore. Nel libro vediamo in parallelo gli avanzamenti nelle scoperte sia di Palmi sia della polizia rappresentata principalmente da Erlendur e Sigurdur Oli, che non si stanno particolarmente simpatici ma che devono lavorare insieme. Se non sbaglio, si intravvede Elinborg, la poliziotta che in futuro affiancherà gli altri due, ma non in questo caso.
Una vicenda molto triste, sia per l'ambiente in cui vivevano i ragazzini della classe di Daniel, sia per la storia personale del professore, sia per quello che succede in seguito a tutti.
All'inizio ho trovato un po' contorto il ruolo della Germania e della Korea, ma poi viene spiegato e si riescono a tirare le fila della vicenda.
Piaciuto molto.
Mio voto: 8 / 10

La casa dipinta - John Grisham

Titolo originale: A Painted House (2001)

Luke Chandler, un ragazzino di 7 anni che vive con i genitori e i nonni in una piccola casa al centro di una piantagione di cotone, è il protagonista del nuovo romanzo di Grisham. E' il 1952, i Chandler non sono proprietari, ma solo affittuari di queste terre e, ogni anno, quando arriva il momento del raccolto, ingaggiano un gruppo di messicani e di braccianti delle vicine colline che per sei settimane li aiutano a raccogliere il cotone in condizioni di grande fatica fisica. Naturalmente un'annata non buona può determinare gravi problemi di sopravvivenza per i Chandler. Luke, testimone di tutto ciò, si trova nelle condizioni di dover crescere in fretta e viene coinvolto in situazioni e segreti che cambieranno per sempre la vita della sua famiglia. (goodreads)

Ammetto di aver letto poco di Grisham, ma per la monthly keyword sono incappata in questo titolo. Che grande scoperta! Gran bel libro! Sicuramente quello, finora, che mi ha emozionato di più.
Il libro è ambientato in Arkansas, durante la stagione della raccolta del cotone. La famiglia Chandler, come tutti i contadini della zona, non ha forze per fare il lavoro da sola e, come tutti, ingaggia una famiglia di montanari (gli Spruiit) e un gruppo di messicani capitanati da Miguel.
Fin dall'inizio vediamo le diverse dinamiche che si sviluppano tra i due gruppi. I montanari sono gente sanguigna, anche permalosa, se qualcosa non funziona potrebbero prendere su la loro tenda (tra l'altro piantata arbitrariamente proprio sopra al campo da baseball) e andarsene. I messicani sono più tranquilli, sono infaticabili. I messicani hanno viaggiato su carri bestiame trattati come animali, una cosa che fa imbestialire la mamma di Luke. Alla fattoria, tutti saranno trattati con grande rispetto e loro si comporteranno nello stesso modo.
Da entrambe le parti ci sono due teste calde: Hank Spruiit e il messicano Cowboy. 
Tra gli Spruiit ci sono anche Tally, una diciassettenne che a Luke piace tantissimo, e Troi, un bambino col braccio deforme che non ha alcuna utilità nei campi ma che comincia a dipingere la casa dei Chandler di nascosto (e si scoprirà il motivo per cui lo fa, non è vandalismo).

Purtroppo non voglio raccontare molto della trama perchè è davvero bello scoprirla un poco alla volta come è successo a me. Posso dire che è carica di storia, di calore familiare, di preoccupazioni, di dinamiche varie tra i personaggi, di ruoli prestabiliti da rispettare. E di tanti, tanti segreti che arrivano alle orecchie del povero Luke che coi suoi 7 anni non sa come fare.
La famiglia di Luke è capitanata da nonno Pappy, uomo che ha fatto la guerra, parla poco, mostra poco il suo affetto, ed è costantemente preoccupato dalla raccolta del cotone. Poi c'è Jesse, figlio di Pappy e padre di Luke, anch'egli ha fatto la guerra ed è il braccio destro del padre. C'è nonna Ruth, un po' infermiera coi suoi intrugli imbevibili ma di lunghe vedute. C'è la madre di Luke, che non vede l'ora di andarsene dalla campagna per vivere in modo più dignitoso e alla quale è affidato l'orto. C'è la presenza di Ricky, fratello di Jesse, che sta combattendo in Corea e si spera che torni a casa sano e salvo.
Il tutto è raccontato da Luke, un bambino di 7 anni, che vuole giocare nei Cardinals, che si trova a dover portare segreti più grandi di lui e che, verso la fine del libro, avrà da portare a termine una grande missione. Tanti dubbi, tanta ironia, un bambino che vorrebbe essere considerato già grande ma che è solo in crescita.
Questo libro mi ha tenuta incollata alle pagine. Ero curiosa e partecipe delle vicende della famiglia e delle situazioni che si vengono a creare. Mi ha emozionato molto, soprattutto nel finale. Un libro di cui volevo vedere come andava a finire ma che mi dispiace che sia finito.
Mio voto: 9 / 10

Fuori i libri! Febbraio 2024

Febbraio è stato un mese in cui sono stata particolarmente attratta dai gialli, alternato a qualche libro per i gruppi di lettura.
Ho cominciato il mese leggendo "Le pianure" di Federico Falco, per il gruppo di lettura della biblioteca. Mi aspettavo di meglio.
Ho proseguito con "Lupa nera", il secondo libro di Gomez-Jurado della trilogia della regina rossa. Piaciuta molto. Appena riesco voglio completare la serie.
Un altro giallo, scoperto per caso: "Una notte morta e tempestosa". Molto carino. Anche qui proseguirò nella serie.
Un salto in Austria con "Viaggio avventuroso intorno alla mia camera" di Karl-Markus Gauss. Interessante, ho scoperto molte cose nuove.
Ritorno al giallo per la keyword challenge, leggendo "La lista degli ospiti" di Lucy Foley. Dopodichè ho fatto un salto in Cecoslovacchia col libro "Fiero siatù". Molto molto carino. Poi ancora un altro giallo: "Appartamento a Istanbul" di Esmahan Aykol. Infine, l'ultimo libro del mese, quello per il gruppo di lettura della biblioteca di inizio marzo: "Il canto di Penelope" di Margaret Atwood. Particolare.


Il canto di Penelope - Margaret Atwood

Titolo originale: The Penelopiad (2005)

Fedele e saggia, Penelope ha atteso per vent'anni il ritorno del marito che, dopo aver vinto la guerra di Troia, ha vagato per il Mar Mediterraneo sconfiggendo mostri e amoreggiando con ninfe, principesse e dee, facendo sfoggio di grande astuzia, coraggio e notevole fascino, e guadagnandosi così una fama imperitura. E intanto che cosa faceva Penelope, chiusa in silenzio nella sua reggia? Sappiamo che piangeva e pregava per il ritorno del marito, che cercava di tenere a bada l'impulsività del figlio adolescente, che si barcamenava per respingere le proposte dei Proci e conservare così il regno. Ma cosa le passava veramente per la testa? Dopo essere morta e finita nell'Ade, Penelope non teme più la vendetta degli dèi e desidera raccontare la verità, anche per mettere a tacere certe voci spiacevoli che ha sentito sul suo conto. La sua versione della storia è ricca di colpi di scena, dipana dubbi antichi e suggerisce nuovi interrogativi, mettendo in luce la sua natura tormentata, in contrasto con la sua abituale immagine di equilibrio e pacatezza. L'autrice di culto Margaret Atwood, con la sua scrittura poetica, ironica e anticonvenzionale, dà voce a un personaggio femminile di grande fascino, protagonista di uno dei racconti più amati della storia occidentale. (goodreads)

Ero molto curiosa di leggere questo libro, sia perchè da tanto volevo leggere qualcosa della Atwood (e prima o poi riuscirò a leggere anche il racconto dell'ancella), ma anche per il mix con la mitologia. E' interessante questa rilettura dal punto di vista femminile, quello di Penelope nelle parti narrate e quello delle ancelle come coro della tragedia greca che incessantemente ripetono di esser state uccise senza colpa.
Ovviamente, questo è il punto di vista dell'autrice, che tra l'altro ci fa vedere quanto siano diverse le due cugine. Qui Elena è vista proprio come una provocatrice, nei film di solito è sempre una persona molto dolce. Penelope è quella bruttina ma intelligente, che suo padre ha cercato di affogare, non è solo la moglie paziente è anche furba, scaltra. Penelope manda le ancelle in mezzo ai pretendenti come spie (e poi porterà il senso di colpa per la loro morte)
La Atwood fa notare anche quanto il ruolo della donna fosse comunque sottomesso a quello degli uomini: prima il padre, poi il marito, addirittura il figlio. Anche le figlie dei sovrani, come Penelope ed Elena, vengono date in sposa come premi di un torneo.
Nel finale le ancelle si lamentano del fatto che sono state stuprate, e il giudice risolve brevemente la questione dicendo che in quel periodo fosse normale per le ancelle.
Il libro è pieno di ironia. Già il fatto che Penelope esordisce dicendo "ora che sono morta posso parlare" la dice lunga.
Poi è piena di ironia anche la vendetta delle ancelle, che tormentano Ulisse ogni volta che torna da Penelope, così lui deve tornare sulla terra dove si rincarna nei panni di personaggi valorosi ma che muoiono sempre di morte tragica. E questo all'infinito.
Il libro l'abbiamo letto per il gruppo di lettura e ha scatenato un bel dibattito. A me è piaciuto. E' un libro leggero, non va troppo in profondità nè dei personaggi nè degli argomenti che ha buttato lì. Mi aveva un po' intimorita il coro delle ancelle, ma in realtà si legge piuttosto bene, è scorrevole l'insieme.
Mio voto: 7 / 10