Titolo originale: Les soeurs Lacroix (1938)
Titolo inglese: Poisoned relations
«Ogni famiglia ha uno scheletro nell’armadio» scrive Simenon in epigrafe a questo romanzo. Nel caso della famiglia in questione lo scheletro è un segreto che lega da anni due sorelle. Un segreto che, rimosso e purulento, non può che trasudare odio. Tant’è: il collante che tiene uniti, nella solida dimora borghese di Bayeux, le figlie del notaio Lacroix, il marito di una di loro e i rispettivi figli è unicamente l’odio, un odio così spesso e pesante che sembra di poterlo toccare, un odio che si esprime attraverso sguardi, ammiccamenti, bisbigli – ed esplode non di rado in violente scenate. Ma l’odio suscita anche desideri di vendetta, e nella casa delle sorelle Lacroix ogni gesto ha il sapore della vendetta: un tentativo di avvelenamento non meno che un suicidio, perfino il lasciarsi morire di inedia di una giovane donna che a molti pare una specie di santa. Una volta penetrato in questa atmosfera intossicata da rancori e sospetti, il lettore vi rimarrà invischiato, e non potrà che andare avanti, tra fascinazione e orrore. (goodreads)
"Esteriormente, la casa sembrava regolata dalla piena armonia"
Il romanzo comincia con Genevieve che durante la recita del rosario comincia ad avere delle visioni mistiche. Al suo rientro a casa si mette a letto e decide che morirà il giorno del suo diciottesimo compleanno. I medici che la visitano concordano sul fatto che si stia volutamente lasciando morire.
Le sorelle Lacroix sono due: Mathilde e Poldine. Mathilde è sposata con Emmanuele Vernes, restauratore di quadri e mediocre pittore, che passa le giornate chiuso a chiave nel suo studio dove conduce anche studi sulla proporzione aurea. Mathilde ha due figli, Genevieve e Jacques, molto legati fra loro; Jacques è completamente insofferente del clima ostile che c'è in casa e progetta di scappare con la figlia quindicenne del notaio presso cui lavora e con la quale ha una relazione segreta.
Poldine è sposata con un malato di tisi che è ricoverato in Svizzera ed ha una figlia Sophie che è piuttosto libera e spregiudicata.
Stranamente, le sorelle pur essendo entrambe sposate vengono comunque chiamate Lacroix anzichè coi cognomi dei mariti.
In casa prevale un clima di tensione e tutti i movimenti dei componenti della famiglia sono accuratamente controllati dagli altri, in un clima di sfiducia perenne.
Visti alcuni comportamenti anomali di Vernes, Poldine si insospettisce e si reca da un farmacista a far analizzare la zuppa che viene servita ogni sera. Il farmacista rivela di aver trovato piccole tracce di arsenico, in quantità non letali, ma che a lungo andare avrebbero avuto effetti nocivi sull'organismo.
Poldine tiene per sè la scoperta ma comincia a smettere di mangiare la zuppa sostenendo che il medico gliel'ha proibito. Anche Mathilde si insospettisce e smette di mangiarla a sua volta.
A metà libro si scopre che Mathilde ed Emmanuele, pur dormendo nella stessa camera, non si parlano da diciassette anni (dalla nascita di Genevieve) poichè Mathilde ha scoperto che lui e la sorella avevano avuto una storia e che Sophie è loro figlia, mentre il matrimonio di Poldine è stato fatto apposta per coprire il fatto. In realtà le sorelle non ne avevano fatto un dramma, Mathilde non aveva mai amato davvero il marito, ma questo è il segreto che le legava. I figli ovviamente non sanno niente.
Una notte, disattendendo l'ordine di non rivolgerle la parola, Emmanuele mostra a Mathilde un articolo di giornale in cui un operaio disoccupato si era ucciso dopo aver sterminato la famiglia. Tacitamente Emmanuele le sta dicendo che anche lui stava cercando di avvelenare tutti in casa, lui compreso.
"Non poterne più... Se tu mi avessi amato avresti avuto una scusa ... ma ho presto capito cosa si voleva da me. Due figli, un maschio e una femmina, poiché avevi stabilito anche il numero ... E adesso mi chiedo se non è stato per gelosia, per avere anche lei un figlio, che tua sorella mi ha cercato... La verità è che tu e Poldina avete bisogno di odio... Sono sicuro che da bambine giocavate a litigare come altri giocano alla bottega o alla bambola... Quando si ha una scheggia in un dito la carne reagisce , lavora per espellere il corpo estraneo... Ebbene io sono stato il corpo estraneo in casa Lacroix! E non soltanto io, anche i miei figli ... non pensavi che potessero essere dei veri Lacroix. Non pensavi che potessero essere dei Vernes. Allora man mano che crescevano, hai incominciato ad odiare anche loro... E anche tua sorella li odiava... Eravate in due a detestare tutto ciò che non era voi due."
Emmanuele qualche giorno dopo si impicca nel suo studio. Jacques si sposa e con la moglie occupa tutto il piano terra della casa, creando anche molta confusione e viavai di ospiti. Le sorelle sono costrette a rifugiarsi al piano superiore. Poldine, rovistando nello studio, trova per caso la busta dell'arsenico e, anche se la nasconde, Mathilde nota alcuni granelli che sono caduti sul tappeto. Come sempre, non ne parlano. È iniziata una nuova tacita schermaglia.
"Mi domando cosa farete tu e zia Poldina, quando non ci sarò più.." dice Genevieve a sua madre prima di morire (effettivamente nel giorno del diciottesimo compleanno).
"Esse erano due, due Lacroix che potevano vivere perché potevano odiarsi a vicenda, sospettarsi, sorridersi con falsità, osservarsi di sottecchi, camminare sulla punta dei piedi... e l'odio diventava più spesso, più denso più pesante, poiché lo spazio era più ristretto”
Libro complesso che investiga il rapporto di odio tra due sorelle che tuttavia continuano a vivere insieme, trascinando tutti i membri della famiglia nel sospetto, nella tensione, finchè il tutto sfocia in due suicidi e una ribellione, lasciando che l'odio consumi e alimenti la vita di Mathilde e Poldine, perchè è l'unico modo in cui sanno vivere.
Come già scritto, apprezzo molto la scrittura di Simenon, asciutta ma capace di descrivere bene situazioni e personaggi. Il libro è corto ma lascia spunti di riflessione.
Mio voto: 6 e mezzo / 10
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