Lupo mannaro è una storia poliziesca che vede antagonisti un serial killer, l'Ingegner Velasco, e il commissario Romeo. Ovviamente due personalità totalmente differenti. Rispettabile dirigente aziendale, buon padre di famiglia l'Ingegner Velasco. Nevrotico, con un matrimonio in frantumi e una malattia rarissima il commissario Romeo.
Una ragazza di 21 anni, prostituta occasionale e drogata, viene trovata morta. Sul suo corpo alcuni segni di colluttazione e dei lividi lasciati da qualcuno che l'ha morsa alle gambe. Troppe coincidenze con altri due casi capitati di recente. Questo è ciò che fa mettere in movimento il commissario Romeo, deciso a scoprire chi sia questo fantomatico serial killer a cui viene attribuito il soprannome di Lupo mannaro. Il colpevole, in realtà, viene subito scoperto grazie alle indicazioni di un immigrato clandestino che ha visto la targa della macchina su cui è salita la ragazza, ma la cui deposizione sparisce misteriosamente mentre lui stesso viene espulso dall'Italia. Ripartono quindi da zero le indagini, con un colpevole che, a tu per tu con il commissario, si “autoproclama” tale, e il commissario che deve coglierlo sul fatto per poterlo incriminare.
“dal 1987 ad oggi ne ho uccise ventitre e non mi ha ancora preso nessuno. Io sono qua e lei è là. Io mando avanti un'azienda leader con grande efficienza e lei accumula nevrosi su nevrosi. Io vinco e lei perde”.
Romeo, coadiuvato dai suoi assistenti, tra cui Grazia Negro, si mettono quindi a riesumare tutti i casi di prostitute ventenni uccise con lo stesso modus operandi lungo la via Emilia, in tutto 22 casi irrisolti.
Però nel racconto di Velasco qualcosa non torna. Il Lupo mannaro, forse, non ha senso di colpa, ma ha commesso un passo falso. La prima ragazza uccisa che hanno trovato risale al 1989. Dov'è quindi questa ragazza che lui sostiene di aver ucciso nel 1987? E chi era?
Dunque. Ho letto questo libro dopo aver letto "Almost blue", quindi ho invertito l'ordine dei romanzi in cui compare Grazia Negro, qui al suo esordio.
Al di là di questo, anche questo giallo/noir di Lucarelli non mi ha fatto impazzire. Carino, niente di più. In effetti, una volta tanto abbiamo un colpevole che uccide per il gusto di farlo, senza sensi di colpa, ed il solito poliziotto fuori di testa che deve scoprire come il suo colpevole ha agito, però non ce la fa. Breve ma inquietante.
Non ho per niente capito il finale. L'impressione è che Grazia si sia travestita da prostituta e abbia adescato Velasco, ma lascia tutto in sospeso.
La prima cosa invece che ho pensato chiudendo il libro è stato: Ma Grazia Negro deve per forza trombarsi qualcuno in ogni libro?
Mio voto: 6 e mezzo.
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