Baviera 1619. Margaretha von Ragnitz ha 15 anni, è bella e di famiglia molto in vista. Ha due sorelle, una maggiore Adelheid di 21 anni, bruttina, sposata con un uomo opportunista, meschino ed ipocrita ed è diventata una donna amareggiata che sforna un figlio dopo l'altro. Bernada, di 10 anni, è caduta da una balconata ed ora è su una sedia a rotelle, totalmente dipendente dagli altri. Per cui Regina e Wilhelm von Ragnitz ripongono molte speranze proprio su un buon matrimonio per Margaretha. Senonchè, Margaretha si invaghisce di Richard, un nobile protestante, e infischiandosene della diversa religione, scappa dal convento in cui studia per seguire lui.
Ma la famiglia di Richard non accetta che lui possa sposare una cattolica, minacciano di diseredarlo e lui non ha il coraggio di mettersi contro la sua famiglia. “Margaretha, io ti amo! Ti amo tantissimo, ma non posso sacrificare il bene della mia famiglia per te, non posso farlo”.
A Margaretha viene concesso di rimanere a vivere al castello (sola coi domestici), finchè è costretta a scappare perchè i boschi dei dintorni pullulano di nemici. Nel bosco, dove trova riposo perchè esausta, Margaretha incontra Maurice, conte di Lavany, molto cordiale, che la scorta fino a Praga, dove viene accolta da Luzia, amica della sorella di Richard, Sophia. Intanto infuria la guerra e l'esercito boemo è sconfitto. In boemia viene instaurata una legge marziale. Tutti i ribelli protestanti che si erano dati più da fare durante la rivolta vengono fatti prigionieri in attesa di essere giustiziati. Tra loro anche Richard e il marito di Sophia. Theresia, la futura moglie di Richard, va a fare visita a Margaretha, implorandola di intercedere presso in conte di Lavany. Richard è quindi l'unico dei ribelli che viene graziato.
Qualche mese dopo, Maurice chiede a Margaretha di sposarlo, nonostante abbia trent'anni più della ragazza. Margaretha decide di accettare. Le sembra la via migliore per uscire dalla sua situazione. Avrebbe sposato un uomo importante, che godeva dei favori dell'imperatore, ricco e nobile. Forse così sarebbe potuta tornare a testa alta in baviera dalla sua famiglia.
E questa è la trama di circa mezzo romanzo, lunghissimo, e per fortuna scorrevole. Sullo sfondo, la guerra dei trent'anni, tra cattolici e protestanti, che almeno per me era un argomento abbastanza nuovo. Dicevo, il romanzo si legge bene, i protagonisti son ben delineati e sono piuttosto piacevoli anche alcuni dei personaggi secondari (tipo Luzia e Sophia). La vicenda è lunga ma si segue bene.
Margaretha è un personaggio che alterna gesti molto teneri (tipo quando adotta la gattina abbandonata, o quando difende la ragazza accusata di stregoneria) a gesti di un egoismo notevole (ti aspettavi davvero che Sophia ti volesse ancora parlare dopo che hai condannato a morte suo marito??). Addirittura chiede a Maurice se non potrebbe fingere, davanti ai genitori di lei, di essere lui l'uomo per cui è scappata dal convento e lui si rifiuta. “non ti rendi conto che così ti dipingeresti come piccolo angelo e faresti apparire me come un avventuriero senza scrupoli?”. E c'ha anche ragione poveretto. Ma lei cosa pensa? “non avrebbe mai pensato che Maurice potesse essere così crudele e spietato. Finora era sempre riuscita a ottenere tutto ciò che voleva da lui”. Un po' presuntuosa no?
Richard a me sinceramente è apparso molto vigliacco. Le chiede di seguirlo in una vita non sua, poi però quando i genitori minacciano di togliergli i viveri la abbandona; lui sposa un'altra e quando questa muore, rimprovera Margaretha di aver sposato Maurice e che se non l'avesse fatto ora potrebbero sposarsi anzichè essere amanti. Ma da che pulpito eh??
E poi Maurice, che ha trent'anni più di Margaretha, ed è sinceramente affezionato a lei. Ma non è stupido, aveva capito subito che era scappata dal convento per seguire un uomo. E aveva anche capito chi era quell'uomo.
Alla fine, Margaretha si accorgerà che Maurice è l'unico uomo che non l'ha mai presa in giro. Ovviamente, quando sarà troppo tardi. E i ricordi su Richard prendono un'altra piega: “se non fosse stato per lui non avrei conosciuto Maurice. Di questo devo ringraziare Richard Von Tscharnini".
Mah, secondo me il titolo "quando l'amore non finisce" ci sta poco.
Mio voto: 6 e mezzo / 10
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