mercoledì 16 settembre 2015

Quel che resta del giorno - Kazuo Ishiguro


Titolo originale: the remains of the day (1989)

Oxfordshire, 1956. Mr Stevens è un maggiordomo inglese, figlio di un maggiordomo inglese. Ha lavorato per la maggior parte della sua vita a Darlington Hall. Una vita dedicata con fedeltà al suo padrone, in un ruolo da vivere con la massima dignità possibile per potersi avvicinare a quelli che erano i grandi maggiordomi della storia. Trent'anni al servizio di Lord Darlington, gentiluomo inglese, finito in disgrazia per le sue frequentazioni filo-fasciste negli anni '20-'30. Uomo buono e ingenuo che non si è reso conto di essere stato usato e che, pur avendo preso le distanze dai fascisti appena capite le loro intenzioni, ha visto finire il suo nome nel fango.
Darlington Hall, ora, è stata comprata da un americano, Mr Farraday, il quale suggerisce a Mr Stevens di prendersi alcuni giorni di riposo. E Mr Stevens decide di andare a trovare Miss Keaton, governante a Darlington Hall proprio negli anni '20-'30, con la quale ha avuto un rapporto un po' burrascoso. Stevens, infatti, ha ricevuto una lettera di Miss Keaton in cui lei dice che il suo matrimonio sta finendo, e lui coglie l'occasione di questo viaggio per incontrarla e capire se potrebbe tornare a lavorare con lui.
Il viaggio nella campagna inglese si rivela essere anche un viaggio nel suo stesso passato, ricordando il padre e gli avvenimenti di importanza storica che si compivano a Darlington Hall.

Anni fa vidi il film tratto da questo libro, ma ammetto che torniamo talmente indietro nel tempo che ricordavo soltanto i volti dei protagonisti, la storia la ricordavo poco.
La vicenda è narrata in prima persona da Mr Stevens, e il linguaggio creato dall'autore è perfetto per farci capire che siamo davanti a un maggiordomo inglese, di quelli che non sanno fare battute di spirito ma che sanno che l'argenteria pulita può essere un dettaglio che rende memorabile una cena e magari rendere di buon umore un personaggio politico arrivato per trattare problemi serissimi.
Un uomo che mette una cura maniacale nella professione, alla costante ricerca della grandezza. Cos'è che fa grande un maggiordomo? è la domanda che ci accompagna per diverse pagine di riflessione di Mr Stevens.
Il viaggio che compie Mr Stevens, diventa un'occasione di riflessione su quella che è stata la sua vita. E vengono fuori persone del suo passato, come il padre che è morto mentre a Darlington Hall si svolgeva un importantissimo ricevimento di importanza mondiale. Oppure Lord Darlington, gentiluomo che vuole redimere i conflitti internazionali nel salotto della sua villa, nella speranza di portare la pace tra le nazioni che hanno combattuto la prima guerra mondiale, e non si accorge di diventare una pedina nel gioco dei fascisti, che possono contare su Darlington Hall come "base" per trattative che il governo non voleva concedere. O ancora, Miss Keaton, con cui c'è sempre stato un rapporto di conflitto, e a mio parere era abbastanza lampante che avevano un interesse anche personale reciproco. Ma Mr Stevens non può farsi distrarre dal suo ruolo, che è poi la sua ragione di vita. 
A volte vorresti vederlo reagire, calare questa maschera di perfezione che diventa a tratti quasi assurda (tipo quando Miss Keaton entra nel suo salottino e lo vede leggere, e lui si infuria perchè un maggiordomo non può farsi vedere "fuori servizio" da nessuno eccetto se stesso). Ma i maggiordomi sono così, o almeno è così che ci si immagina un vero maggiordomo inglese, e Mr Stevens è esattamente quello.
Tuttavia, la vita va avanti, la vecchiaia incombe, e i tempi cambiano. I giovani maggiordomi non hanno più quella cura maniacale che avevano quelli del suo tempo. Guardare indietro e vivere di nostalgia è inutile.
Un perfetto sconosciuto con cui scambia due parole sul molo, nel momento in cui accendono le luci, lo farà riflettere sul fatto che la parte migliore della giornata è la sera, quando la gente riposa, esce con gli amici o si dedica alla famiglia. E gli suggerisce di godersi la pensione e il meglio degli anni che verranno. Ma ce la farà Stevens a mettere in pratica questo proposito? Questo non lo sapremo mai…
Un libro interessante, in cui veniamo pienamente calati nella persona del maggiordomo e della sua devozione al lavoro. E tuttavia non è proprio una lettura scorrevole, o almeno, io ho fatto abbastanza fatica perchè a tratti diventa quasi noioso. Eh sì, mi spiace dirlo, ma ogni tanto questa irreprensibilità, questo contegno di Mr Stevens mi ha dato un po' sui nervi, e allora accantonavo il libro e lo riprendevo in seguito. E' un libro da leggere con un po' di concentrazione. Diciamo che, se lo "premio" per l'ambientazione che ha ricreato, devo però anche considerare che i momenti noiosi ci sono e quindi non riesco a considerarlo un capolavoro. Detto questo, sono però molto curiosa di leggere qualcos'altro di questo autore in futuro.
Mio voto: 7 / 10.

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