lunedì 5 ottobre 2015

Mondadori, accordo raggiunto per Rizzoli libri a 127,5 milioni

Milano - Dopo mesi di trattative complesse e molti rinvii, nasce il nuovo gigante del mercato dell'editoria libraria, compreso di punti vendita, con una quota del 38 per cento del totale. Con una decisione presa nel fine settimana, il consiglio di amministrazione del gruppo Rcs ha dato il via libera alle vendita della Rizzoli Libri alla Mondadori per una cifra pari a 127,5 milioni. L'ultimo ostacolo perché la fusione - che il mercato ha già definito come "Mondazzoli" - si chiama Antitrust. L'Autorità garante per la concorrenza dovrà ora dire se il mettere insieme due dei principali campioni del settore libri in Italia non violi in qualche modo le concentrazioni previste dalle leggi. Non per nulla, è stato proprio l'Antitrust lo scoglio su cui hanno rischiato di arenarsi le trattative, di fatto, già concluse pochi giorni fa. Non il prezzo (stabilito in un primo tempo in 135 milioni compresi i debiti) ma le garanzie sull'operazione. Secondo quanto già ricostruito da Repubblica, Mondadori ha chiesto di effettuare il versamento solo dopo il via libera da parte dell’Antitrust all’operazione. Del resto, è vero che mettendo insieme Mondadori e Rizzoli si verrebbe a creare nel settore della vendita dei libri una posizione "dominante" che sfiora il 40 per cento. Per cui, sulla carta, non si può escludere che l’Autorità possa imporre la cessione di qualche marchio o casa editrice minore o anche punti vendita. Per questo motivo, il prezzo finale è sceso a 127,5 milioni: per assumersi il rischio di un intervento dell'Antitrust, Mondadori è così riuscita a strappare uno sconto di qualche milione. La notizia - in ogni caso - era attesa e non solo perché annunciata da tempo. Rcs è stata - di fatto -  obbligata a "sacrificare" uno dei suoi gioielli per evitare l'aumento di capitale, a cui non sono mai stati disponibili alcuni dei i soci principali del gruppo. La società non avrebbe potuto rinviare ulteriormente, viste le pressioni delle banche creditrici che in più di una occasione hanno richiamato i vertici della società al rispetti dei patti. In altre parole, senza i proventi della vendita dei libri a fine anno era forte il rischio di non rispettare più le garanzie previste dai contratti di finanziamento. A partire dal livello dell'indebitamento debito netto che a fine anno non dovrebbe superare i 440 milioni; mentre il 30 giugno scorso il livello era già salito a 526,2 milioni. Nel comunicato emergono altri particolari. Per esempio, alla Mondadori passa anche la casa editrice Marsilio ma non Adelphi: Roberto Calasso si ricompra il 58 per cento in mano alla Rizzoli. Inoltre, il prezzo potrebbe subire un aggiustamento di più o meno 5 milioni "sulla base di predeterminati obiettivi economici legati ai risultati 2015 di Rcs Libri e un earn-out in favore di Rcs Group fino a 2,5 milioni al verificarsi di alcune condizioni riferite ai risultati aggregati 2017 delle relative attività librarie". Infine, il gruppo Rcs mantiene la titolarità del marchio Rizzoli "per tutti gli utilizzi esclusa l'attività libraria". "È un'operazione di cui siamo particolarmente orgogliosi. Un rilevante investimento, da parte di una grande azienda italiana, in un settore nobile e speciale come quello del libro", ha detto Marina Berlusconi, presidente della Arnoldo Mondadori editore, ad acquisizione compiuta. (www.repubblica.it)

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