Milano - Dopo mesi di trattative complesse e molti rinvii, nasce il nuovo
gigante del mercato dell'editoria libraria, compreso di punti
vendita, con una quota del 38 per cento del totale. Con una decisione
presa nel fine settimana, il consiglio di amministrazione del gruppo
Rcs ha dato il via libera alle vendita della Rizzoli Libri alla
Mondadori per una cifra pari a 127,5 milioni. L'ultimo ostacolo
perché la fusione - che il mercato ha già definito come
"Mondazzoli" - si chiama Antitrust. L'Autorità garante per
la concorrenza dovrà ora dire se il mettere insieme due dei
principali campioni del settore libri in Italia non violi in qualche
modo le concentrazioni previste dalle leggi. Non per nulla, è stato
proprio l'Antitrust lo scoglio su cui hanno rischiato di arenarsi le
trattative, di fatto, già concluse pochi giorni fa. Non il prezzo
(stabilito in un primo tempo in 135 milioni compresi i debiti) ma le
garanzie sull'operazione. Secondo quanto già ricostruito da
Repubblica, Mondadori ha chiesto di effettuare il versamento solo
dopo il via libera da parte dell’Antitrust all’operazione. Del
resto, è vero che mettendo insieme Mondadori e Rizzoli si verrebbe a
creare nel settore della vendita dei libri una posizione "dominante"
che sfiora il 40 per cento. Per cui, sulla carta, non si può
escludere che l’Autorità possa imporre la cessione di qualche
marchio o casa editrice minore o anche punti vendita. Per questo
motivo, il prezzo finale è sceso a 127,5 milioni: per assumersi il
rischio di un intervento dell'Antitrust, Mondadori è così riuscita
a strappare uno sconto di qualche milione. La notizia - in ogni caso
- era attesa e non solo perché annunciata da tempo. Rcs è stata -
di fatto - obbligata a "sacrificare" uno dei suoi
gioielli per evitare l'aumento di capitale, a cui non sono mai stati
disponibili alcuni dei i soci principali del gruppo. La società non
avrebbe potuto rinviare ulteriormente, viste le pressioni delle
banche creditrici che in più di una occasione hanno richiamato i
vertici della società al rispetti dei patti. In altre parole, senza
i proventi della vendita dei libri a fine anno era forte il rischio
di non rispettare più le garanzie previste dai contratti di
finanziamento. A partire dal livello dell'indebitamento debito netto
che a fine anno non dovrebbe superare i 440 milioni; mentre il 30
giugno scorso il livello era già salito a 526,2 milioni. Nel
comunicato emergono altri particolari. Per esempio, alla Mondadori
passa anche la casa editrice Marsilio ma non Adelphi: Roberto Calasso
si ricompra il 58 per cento in mano alla Rizzoli. Inoltre, il prezzo
potrebbe subire un aggiustamento di più o meno 5 milioni "sulla
base di predeterminati obiettivi economici legati ai risultati 2015
di Rcs Libri e un earn-out in favore di Rcs Group fino a 2,5 milioni
al verificarsi di alcune condizioni riferite ai risultati aggregati
2017 delle relative attività librarie". Infine, il gruppo Rcs
mantiene la titolarità del marchio Rizzoli "per tutti gli
utilizzi esclusa l'attività libraria". "È un'operazione
di cui siamo particolarmente orgogliosi. Un rilevante investimento,
da parte di una grande azienda italiana, in un settore nobile e
speciale come quello del libro", ha detto Marina Berlusconi,
presidente della Arnoldo Mondadori editore, ad acquisizione compiuta. (www.repubblica.it)
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