mercoledì 7 ottobre 2015

Premio Campiello 2015

12 settembre 2015.
Marco Balzano è il vincitore del Premio Campiello 2015. Scrittore milanese di trentasette anni che nella vita fa l’insegnante di liceo, ha vinto con il suo romanzo, "L’ultimo arrivato" (Editore Sellerio), ottenendo 107 voti, ben trentadue in più rispetto al super favorito Antonio Scurati, che invece è arrivato secondo (con 75 voti) con il suo romanzo "Il tempo migliore della nostra vita" pubblicato da Bompiani. Al terzo posto si è classificata Carmen Pellegrino con "Cade la terra" (Giunti) con 35 voti, al quarto Paolo Colagrande con "Senti le rane" (Nottetempo) che ha ottenuto 34 voti e all’ultimo posto Vittorio Giacopini con "La mappa" (Il Saggiatore) con 21 voti. 
Ai giurati del Campiello è piaciuta molto la storia di Ninetto, il protagonista del romanzo di Balzano, la storia di un bambino e di un viaggio, le avventure e le disavventure di un piccolo emigrante con la testa piena di parole.
“Nei momenti di felicità non si può che pensare alle persone a cui si vuole più bene, le stesse persone che ho ringraziato sul palco: mia moglie, mia figlia e le persone che mi hanno aperto le porte di casa per raccontarmi la loro storia d’immigrazione minorile senza le quali non sarebbe bastato il lavoro di scrittore, perché questo non è un romanzo storico né un romanzo sociologico, ma un romanzo di fiction, di invenzione”. 



Il vincitore del Premio Campiello Opera Prima è andato ad Enrico Ianniello e al suo romanzo d’esordio, "La vita prodigiosa di Isidoro Sifflotin", pubblicato da Feltrinelli. 

Il Premio Campiello Giovani lo ha vinto Eva Luna Mascolino (una ragazza catanese di 20 anni) per il racconto "Je suis Charlie" e il riconoscimento estero è stato assegnato a Camilla Galante (17 anni di Castaneda - Canton Grigioni, Svizzera) per il racconto "Neve di fuoco". 


A Sebastiano Vassalli, purtroppo scomparso lo scorso luglio, è stato consegnato il Premio Fondazione. A ritirarlo, c’era sua moglie, Paola Tedeschino, che ha ricordato che il marito amava molto andare nelle scuole per parlare ai ragazzi della bellezza del suo mestiere: lo scrittore. “Quando una persona non c’è più, rimane una storia da raccontare”, ha detto commossa, “mio marito, sempre così schivo, si definiva un nulla pieno di storie”. 

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