sabato 27 gennaio 2018

Il piccolo albergo della felicità - Lucy Dillon


Titolo originale: One Small Act of Kindness - 2015

Il piccolo albergo ricoperto di edera domina il giardino. Il futuro di Libby riparte da lì. Trasferirsi a Longhampton per gestire la nuova attività non è stato facile, e i lavori di ristrutturazione sono sempre più complicati. E poi c'è un ospite di cui è impossibile liberarsi. Un ospite con due orecchie pelose e un muso sempre in cerca di carezze: è Bob, il cane della suocera. Libby non ha tempo per occuparsi di lui e vorrebbe non averlo sempre tra i piedi. Ma presto scopre che Bob ha una dote speciale: attraverso la pet therapy, aiuta le persone a ritrovare il sorriso. Da allora Libby non può più fare a meno di quegli occhi capaci di leggere nel profondo della sua anima. E all'improvviso tutto appare più semplice. Un giorno, davanti all'albergo, un'auto investe una donna che rimane ferita e perde la memoria. Libby decide di ospitarla, sperando che la vicinanza di Bob possa aiutarla come ha fatto con lei. E la magia si compie. Tra quelle stanze calde e rassicuranti, piano piano i ricordi riaffiorano. L'amicizia con quel cucciolo buffo e invadente dà alla sconosciuta una nuova speranza e il coraggio di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Ma quando arriva un uomo che si presenta come il fidanzato della giovane, Bob non si fida di lui. Libby non ha dubbi: il fiuto del suo caro amico non sbaglia mai. Insieme devono mettere in guardia la nuova amica. Perché il passato può nascondere delle ombre. Superarle può essere difficile, ma a volte il destino regala una seconda possibilità.(www.ibs.it)

Attenzione: contiene spoiler.

Mi piacciono i libri di Lucy Dillon, anche se la trama e il finale sono un po' scontati, nel senso che capisci proprio come finirà già a pagina cinque... Ma ogni tanto ho voglia di una lettura leggera, che mi faccia solo un po' sognare.
Libby e Alice, due donne a cui mi sono affezionata subito. Libby per la sua determinazione a voler far funzionare l'albergo; Alice perchè deve essere terribile veder scomparire il tuo passato e doverti fidare di quello che ti dicono gli altri. Soprattutto quando quello che ti viene detto contrasta un bel po' con quello che sono i tuoi sentimenti.
Alice pare essere fidanzata con Gethin, che però quando è sparita non l'ha cercata per settimane, dicendo che era fuori città. Nemmeno una telefonata? Questo doveva essere un enorme campanello d'allarme sull'inaffidabilità del personaggio... Ma poi c'è Luke, lo scapestrato della famiglia, che in realtà si rivela essere molto più solido e concreto del fratello considerato perfettino. Luke riconosce immediatamente Alice, ma non le rivela nulla perchè vuole che sia lei a ricordare tutto. Molto generoso, se non fosse che praticamente la lascia andare tra le braccia di uno poco raccomandabile.
Un grande assente, sempre presente è lo suocero di Libby, la cui moglie riesce a mantenere gli occhi foderati di prosciutto per buona parte del libro (ammetto che la suocera l'ho sopportata poco).
Diciamo che la storia è carina. Mi ha messo un po' di tristezza l'allontanamento di Jason da Libby, però, visto che la Dillon scrive romanzi d'amore, ho immaginato che in qualche modo sarebbero poi tornati insieme. Non vedevo l'ora, invece, che Gethin venisse smascherato, perchè è un personaggio abbastanza viscido fin da subito. Quando poi prende a calci il cane, gli avrei riservato lo stesso trattamento. A proposito, ho trovato su internet che in molti hanno chiesto alla Dillon che fine avesse fatto la cagnolina, perchè la vediamo andare via tra le braccia del veterinario e non se ne sa più niente; lei ha risposto che ovviamente la cagnolina sta bene! Probabilmente lo aveva dato per scontato, ma così scontato, in effetti, non lo era. Oltretutto, non capisco perchè nella versione originale il cane di Alice si chiama Fido (anche se femmina) mentre nella versione italiana le viene cambiato nome (forse perchè da noi "Fido" è maschile?).. mah.
Altra curiosità del romanzo: il rifugio in cima alla collina è quello gestito da Rachel e dal veterinario dell'altro libro della Dillon "il rifugio dei cuori solitari" eh eh..
Diciamo che, in generale, la trama è abbastanza leggera. Diventa un po' barbosa la parte della ristrutturazione ma si legge comunque in modo scorrevole. La storia dei due fratelli  che in realtà hanno due padri diversi, mah, mi pare messa lì più per fare "il colpo di scena" che non per dare un'effettiva utilità alla storia.
Carino, leggero, scorrevole. Piacevole lettura.
Mi piace molto l'idea dell'albero della gentilezza che c'è all'ospedale dove Bob fa il pet-terapista!
Mio voto: 7 / 10

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