lunedì 22 gennaio 2018

Le vedove del giovedì - Claudia Pineiro


Titolo originale: Las viudas de los jueves - 2005


Alla periferia di Buenos Aires, dietro alti muri perimetrali, al di là di cancelli rinforzati e affiancati dalle garitte della vigilanza, si trova il complesso residenziale di lusso Altos de la Cascada. Fuori, la strada, la baraccopoli di Santa Maria de los Tigrecitos, l'autostrada, la città, il resto del mondo. Ad Altos de la Cascada vivono famiglie facoltose che hanno lo stesso stile di vita e che vogliono mantenerlo, costi quel che costi. In quest'oasi dorata di pace e tranquillità, un gruppo di amici si riunisce una volta alla settimana lontano dalla vista dei figli, delle donne di servizio e soprattutto delle mogli che, escluse da questi incontri virili, si autonominano, ironicamente, "le vedove del giovedì". Ma una notte la routine si spezza rivelando il lato oscuro di una vita "perfetta". (www.lafeltrinelli.it)

C'è chi ha definito questo libro un giallo, probabilmente solo perchè fin dall'inizio si scoprono questi tre cadaveri. Ma a ben guardare è più una minuziosa analisi di una comunità che ha scelto di essere chiusa, fisicamente (col muro di recinzione) ma anche mentalmente con pregiudizi, razzismo e regole che disciplinano ogni aspetto della vita sociale e di quartiere. Ad Altos de la Cascada tutti sono ricchi; gli uomini hanno tutti un lavoro di successo, giocano a golf e tennis, finanziano mogli che sono dedite allo shopping e figli che vanno in scuole separate dove chi sbaglia viene inserito in una lista di studenti a rischio. Tutto è regolato, omologato, persino sui fiori del giardino non c'è libertà di scelta perchè in pratica il giardino è unico, non ci sono recinzioni delle proprietà che deturperebbero la vista.
Ma l'Argentina sta per essere colpita da una grossa crisi finanziaria, e diversi degli uomini perdono il lavoro. E allora in casa Guevara è Virginia che diventa agente immobiliare per salvare la famiglia, mentre Tano Scaglia finge di continuare a lavorare anche dopo averlo perso per salvare le apparenze. Perchè ad Altos ciò che conta sono le apparenze. 
Questo libro mi ha ricordato molto il telefilm "desperate housewives", in tante cose. Solo che visivamente forse è più facile ricordare chi fa cosa e con chi sta. Sono tanti i personaggi che l'autrice ci presenta, anche se alla fine forse vale la pena di soffermarsi su 4 delle famiglie. E non sono comunque pochi. In queste famiglie, ci sono poi due ragazzini che si annoiano e cominciano a spiare i vicini. Grazie a loro si scoprirà una cosa successa in piscina "quella sera"...
Ma le certezze che chi abita ad Altos si aspetta, sono comunque destinate a crollare, perchè il resto del mondo riesce comunque ad entrare nella piccola comunità. Niente è per sempre, dice una madre ad una figlia disperata.
Il libro è interessante. Pone tanti interrogativi. Parte praticamente dal ritrovamento dei cadaveri e poi torna indietro alla creazione di Altos de la Cascada e alle famiglie che negli anni ci hanno abitato. A tratti mi è sembrato un po' noioso. Alcune descrizioni di come funzionano le cose diventano veramente prolisse, minuziose e quasi maniacali, la tira un po' per le lunghe come si suol dire. 
La narrazione mi ha lasciato perplessa. Parte con Virginia che parla in prima persona e poi d'un tratto capisci che quello che parla non è più Virginia, ma non si capisce mai chi sia. E così va avanti per tutto il libro. 
Ovviamente il problema della perdita del lavoro riguarda solo gli uomini, perchè ad Altos le donne i soldi li spendono (unica eccezione: Virginia).
Intorno a pagina 200 si comincia a capire cosa è probabilmente successo a bordo piscina, ma la verità la racconta Ronie e nelle ultime pagine alcuni dettagli mancanti vengono integrati dai due ragazzi che in pratica hanno assistito alla scena.
Una cosa che mi è rimasta impressa è quando a Virginia dicono che devono mettere dei chiodi nella gamba di Ronie, e lei fa tutta una riflessione sugli oggetti inseriti nel corpo umano e che sopravvivono anche alla decomposizione (come i denti finti del padre o le protesi al silicone).
Nel complesso il libro è interessante per l'argomento ma non mi ha fatto impazzire. So che è stato tratto anche un film, non so, sarei quasi curiosa di vederlo.
Mio voto: 7 / 10

Nessun commento:

Posta un commento