lunedì 16 novembre 2020

La chiave di Sara - Tatiana de Rosnay


Titolo originale: Elle s'appelait Sarah (2007)
Titolo inglese: Sarah's key

È una notte d'estate come tante altre, a Parigi. La piccola Sarah è a casa con la sua famiglia, quando viene svegliata dall'irruzione della polizia francese e prelevata insieme ai genitori. Ha solo dieci anni, non capisce cosa sta succedendo, ma è atterrita e, prima di essere portata via, nasconde il fratello più piccolo in un armadio a muro che chiude a chiave. È il 16 luglio del 1942. Sarah, insieme a migliaia di altri ebrei, viene rinchiusa nel Vélodrome d'Hiver, in attesa di essere deportata nei campi di concentramento in Germania. Ma il suo unico pensiero è tornare a liberare il fratellino. Sessant'anni dopo, Julia, una giornalista americana che vive a Parigi, deve fare un'inchiesta su quei drammatici fatti. Mette mano agli archivi, interroga i testimoni, va alla ricerca dei sopravvissuti, e le indagini la portano molto più lontano del previsto. Il destino di Julia si incrocia fatalmente con quello della piccola Sarah, la cui vita è legata alla sua più di quanto lei possa immaginare. Che fine ha fatto quella bambina? Cosa è davvero successo in quei giorni? Quello che Julia scopre cambierà per sempre la sua esistenza. (www.ibs.it) 

Attenzione: può contenere spoiler. 

Ho letto questo libro per il gruppo di lettura. E' un libro che, nonostante la tristezza dell'argomento affrontato, si legge molto bene, è scorrevole, trascinante. 
Vorrei suddividerlo in due parti. La prima parte è bellissima, con l'alternarsi tra la vita di Sara e la ricerca di Julia. Sara è la bambina ebrea che viene trascinata via di casa coi genitori, e che crede di salvare il fratellino rinchiudendolo nell'armadio. Purtroppo non immagina che in questo modo l'ha condannato a morte. Julia è una giornalista americana di nascita ma che vive in Francia da anni, che dovendo scrivere un articolo per il sessantesimo anniversario del "Vel d'Hiv" si trova a scoprire questa vicenda di cui neanche i francesi sembrano (voler) ricordare nulla. Le loro vite si incrociano nel momento in cui Julia scopre che la casa in cui ha abitato la famiglia del marito era in realtà la casa da cui è stata buttata fuori Sara. E, quindi, comincia ad investigare sulla vita di questa bambina, mossa dalla curiosità di capire dove sia finita, perchè ad un certo punto pare scomparsa nel nulla, mentre il resto della famiglia è morto ad Auschwitz. 
Questa prima parte del libro è trascinante, si segue praticamente la storia di Sara da due punti di vista. Con ciò che scopre la giornalista, scopriamo anche gli atteggiamenti che hanno avuto i francesi in quell'occasione perchè i rastrellamenti furono sì ordinati dai tedeschi, ma vennero effettuati dai poliziotti francesi, poliziotti che fino a pochi giorni prima parlavano tranquillamente con la famiglia di Sara, mutando atteggiamento di punto in bianco. Un episodio nella storia francese di cui preferiscono non parlare, fare finta di non sapere cosa sta succedendo. Questo senso di vergogna si sente proprio bene. Julia invece è l'americana per cui tutto deve essere verità, tutto deve essere trasparente. E fino a che investiga sulla storia di Sara il libro è proprio bello. Pieno di molti avvenimenti tristi, ma bello.
Poi arriva ad un punto in cui Julia, mossa sempre dal desiderio di trovare questa donna, che ormai è intorno ai settant'anni, aiutata anche da alcune delle persone che avevano conosciuto Sara da bambina, riesce a scoprire dove vive suo marito. Ma qui ha una brutta sorpresa: Sara è morta quando aveva circa quarant'anni per un incidente in macchina. E qui, secondo me, comincia la seconda parte, in cui il desiderio di trovare Sara e di farla, in qualche modo, rivivere, diventa una vera e propria ossessione che fa perdere a Julia il lume della ragione. Julia non si ferma alla morte di Sara, ma arriva addirittura a trovare il figlio, il quale era completamente ignaro di tutta la situazione e gli sconvolge la vita. Forse perchè in parallelo è anche la stessa vita di Julia che sta traballando, ma a questo punto il libro perde decisamente di brio e diventa concentrato quasi esclusivamente su Julia, suo marito, il bambino in arrivo. Oltre al fatto che mi chiedo: se Sarah ad un certo punto, per provare di sopravvivere nonostante la tragedia che si porta dentro, decide di cambiare continente e non dire a nessuno, nemmeno al marito, quello che ha passato, è giusto che arrivi una perfetta sconosciuta e che riveli tutto? Non lo so, sinceramente non sono convinta. Oltretutto, il finale è molto aperto, sembra lasciar intendere che ci possa essere qualcosa tra Julia e il figlio di Sara. Mah. 
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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