giovedì 10 ottobre 2024

Il Nobel per la Letteratura 2024 alla scrittrice sudcoreana Han Kang

Svezia, 09 ottobre 2024
Poetica, onirica, visionaria e nello stesso tempo capace di raccontare la brutalità del potere e la violenza della realtà, Han Kang è la prima scrittrice sudcoreana a vincere il Premio Nobel per la Letteratura.
Innovativa, sperimentale, la scrittrice, 53 anni, si è fatta conoscere nel mondo con il suo libro "La vegetariana" con cui ha vinto nel 2016 il Man Booker International Prize. Partito da un racconto breve del 1997, "La vegetariana", scritto nel 2007, è la storia di una donna che si vuole trasformare in una pianta e rifiuta la razza umana, concepita in tre atti. Un cambiamento a cui il marito reagisce con un crescendo di rabbia che arriva al sadismo sessuale.
Il suo ottavo romanzo, "Non dico addio" è atteso nelle nostre librerie il 5 novembre per Adelphi, suo editore italiano. E' la storia di un arduo e doloroso viaggio compiuto d'inverno da Gyeong-ha, la protagonista, per raggiungere l'isola di Jeju dove il papagallino della sua amica Inseon, ricoverata in ospedale a Seul, è rimasto solo e rischia di morire. Al suo arrivo, dopo aver affrontato la tempesta e il gelo, non potrà che seppellirlo ma la discesa agli inferi è anche nella storia della famiglia di Inseon e di uno dei massacri più terribili della Corea tra la fine del 1948 e i primi mesi del 1949, ai danni di trentamila civili accusati di essere comunisti.
Alla scrittura Han Kang, ha sempre unito la passione per l'arte e la musica che si riflette in tutte le sue opere; sua caratteristica è la capacità di coniugare la delicatezza e sensibilità del suo sguardo alla denuncia e di attingere alla memoria per far parlare il mondo dei vivi e dei morti. Lo mostra bene anche "Atti Umani", in cui si è ispirata ad un episodio di rivolta urbana realmente avvenuto nel 1980 a Gwangju, dove è cresciuta e dove centinaia di studenti e civili disarmati furono assassinati durante un massacro compiuto dall'esercito sudcoreano.



domenica 1 settembre 2024

Fuori i libri! Agosto

Il mese di agosto si è rivelato veramente scarsissimo come letture. Non saprei dire come mai... 

Ho cercato il libro che avesse in copertina i fiori. Ho letto "Le diecimila porte di January" di Alix E. Harrow.

Ho scelto un altro libro di Sue Monk Kidd, "L'invenzione delle ali"; non mi ha preso come avrei pensato. Ci ho messo più di una settimana a leggerlo...

Volevo leggere "La tormenta" di Sorokin per la monthly motiv, ma mi è stato impossibile recuperalo, causa la chiusura dei magazzini che riforniscono le librerie (oltre al fatto che era introvabile in ebook...). Ho ripiegato su un altro libro che comunque volevo leggere, "Resta solo il fuoco" di Micheliny Verunschk. Impegnativo e denso di cose.



Resta solo il fuoco - Micheliny Verunschk


Titolo originale: Caminhando com os mortos (2023)

In una comunità rurale del Brasile una donna viene arsa viva. A uccidere Celeste sono i genitori e il fratello, in un rituale che parte come un esorcismo e finisce come il rogo di una strega. Tra gli interrogatori della polizia e le analisi della scena del crimine, i protagonisti del tragico evento prendono voce per consegnarci la loro versione della storia. Il ritratto che ne emerge è quello di una località isolata, segnata dall’arrivo di una nuova confessione religiosa. In questo luogo dimenticato dalle mappe, fondamentalismo e mentalità patriarcale si mescolano generando un’ondata di brutalità. Sullo sfondo, una natura indifferente, col suo ciclo inarrestabile di generazione e distruzione.
Un’enigmatica figura femminile tiene le fila del racconto, cerca di ricostruire l’accaduto e trovare le cause dentro una cornice più ampia, in cui i fatti recenti si fanno specchio di oppressioni di genere, di classe, coloniali. Qui le avversità della vita hanno favorito l’adesione a dottrine estreme, con la complicità delle istituzioni religiose e politiche che si sono spartite gli spazi di potere.
In questo romanzo ruvido e perturbante Micheliny Verunschk racconta una storia di mistero e violenza, che mescola reale e meraviglioso come nella migliore tradizione latinoamericana. (goodreads)

Un libro complesso, non solo per la scrittura descrittiva ma un po' ermetica, ma anche per come viene raccontato quel che succede, con riferimenti esterni alla vicenda.
Tanti gli argomenti che vengono toccati. La superstizione della popolazione della macchia. La "creduloneria" nelle teorie portate avanti dal predicatore della Congregazione, tutte puntate sull'estirpare il male con metodi piuttosto violenti. Il ruolo della donna che se non si sposa rischia di perdersi e diventare una tragedia per la famiglia. Il credere che bruciando viva una persona essa possa risorgere come nuova (e nel momento stesso in cui Lourenca si rende conto di cosa sta succedendo a sua figlia, si chiede perchè Dio l'abbia abbandonata).
Il tutto viene raccontato da una donna che si rivela alla fine, attraverso i pensieri delle donne che quella macchia la conoscono: Lourenca, l'esperta forense che è nata nella macchia poi è andata a vivere altrove ed è voluta tornare lì, la figura di Quitéria decapitata perchè non voleva sposarsi e che vaga per il mondo con la sua testa in braccio. Un intreccio utile per capire la mentalità degli abitanti della macchia.
Libro impegnativo e con scene molto cruente.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

p.s. ho avuto il piacere di partecipare alla presentazione del libro con presente l'autrice. Una persona deliziosa.

L'invenzione delle ali - Sue Monk Kidd


Titolo originale: The invention of wings (2014)

Charleston, South Carolina, 1803. Quando per il suo undicesimo compleanno Sarah Grimké riceve in regalo dalla madre una schiava della sua stessa età di nome Hetty, cerca inutilmente di rifiutare quello che le regole vigenti impongono. Hetty anela alla libertà, soffoca tra le mura domestiche della ricca e privilegiata famiglia Grimké, vorrebbe fuggire lontano e Sarah promette di aiutarla. Come Hetty, anche lei è in qualche modo prigioniera di convenzioni e pregiudizi: in quanto donna non le viene permesso di realizzare il suo più grande desiderio, quello di diventare una giurista come il padre e i fratelli. Sarah sogna un mondo migliore, libero dalla schiavitù, che lei considera come un terribile abominio, e instaura con Hetty un rapporto speciale, insegnandole di nascosto a leggere e a scrivere nell'intento di aiutarla a emanciparsi. Seguiamo così il rapporto difficile ma speciale tra una ricca ragazza bianca e la sua schiava nera e le loro vicende umane nel corso di trentacinque anni, cui si aggiungono quelle della giovane sorella di Sarah, Nina, con la quale lei si batterà a favore dei diritti civili delle donne, dei più deboli e degli emarginati e contro la discriminazione razziale. In questo romanzo che celebra il potere dell'amicizia e della solidarietà al femminile, Sue Monk Kidd evoca il mondo di contrasti scioccanti del profondo Sud, ispirandosi alla storia vera di due pioniere del femminismo americano. (goodreads)

Premetto che non sapevo nulla di questa storia, cioè delle due donne che sono diventate le pioniere dell'abolizionismo e del femminismo. I libri che sono ispirati ad una vicenda vera mi lasciano sempre un po' perplessa, perchè per tutto il tempo mi chiedo cosa è vero e cosa è inventato. Anche qui, ad un certo punto ho cominciato a digitare nomi su google, scoprendo che quasi tutti i personaggi sono vissuti davvero, con qualche fantasia su riflessioni o avvenimenti accaduti. Hetty invece, pur essendo realmente esistita una schiava di Sarah Grimkè che si chiamava Hetty, è morta molto prima, e quindi tutto l'intreccio tra le loro due vite è stato verosimilmente ricreato.
Ho letto altri due libri di Sue Monk Kidd, e mi erano piaciuti moltissimo. Questo no. Nonostante l'argomento trattato, importante, crudo in alcune descrizioni di come venivano trattati gli schiavi, l'ho trovato lento e poco coinvolgente. E questo mi è successo fin da subito, nonostante il personaggio di Sarah mi sarebbe dovuto piacere, una ragazza fuori posto, in un mondo dove ci sono atteggiamenti che lei detesta, con mille sogni che vengono puntualmente frantumati dalla famiglia e dalla società. 
Non mi è piaciuto il personaggio di Charlotte, troppo calcolatrice, che addirittura impone una specie di "promessa" a Sarah quasi manipolandola. E per un bel pezzo non mi è piaciuto molto il personaggio di Hetty, troppo sfrontata. Alla fine queste due hanno riversato su Sarah (la buona della famiglia) i loro comportamenti arroganti. Decisamente ho cominciato ad apprezzare Hetty dopo che sua madre sparisce, anche se mi è dispiaciuto che le mancasse la terra sotto ai piedi.
Il romanzo si svolge alternando ciò che succede a Sarah a ciò che succede a Hetty, sia quando vivono a Charleston sia quando Sarah è via dalla tenuta. Effettivamente tra loro due si è stretto un bel legame che con gli anni diventa una vera amicizia.
L'argomento principale attorno a cui ruota il libro è principalmente lo scontro tra bianchi e neri, e tra bianchi schiavisti (sud) e bianchi che considerano lo schiavismo un abominio (quaccheri e nord). Ma anche tra gli abolizionisti sono in tanti a predicare ed agire poco, pensando che si debba aspettare il momento giusto. Sarah e Nina saranno due che appiccano il fuoco, due per le quali è ora di smettere di parlare e bisogna fare qualcosa. E lo faranno davvero, non solo portando avanti la causa dei neri ma anche quella delle donne, perchè i diritti vanno reclamati quando non ci sono. E in quel periodo, anche le donne erano sottomesse ai mariti e sottoposte a tutta una serie di pregiudizi.
Ho trovato molto bello il fatto delle trapunte su cui le schiave ricamavano la loro storia. 
L'autrice si è ben documentata per scrivere questo libro, e ho molto apprezzato che alla fine spieghi esattamente cosa è vero e cosa non lo è. E' stato interessante scoprire che "La capanna dello zio Tom" è stata ispirata da un libro scritto dal marito di Angelina Grinkè ("American slavery as it is").
Non lo so, è un libro che ha enormi potenzialità, anche dovute al fatto che la storia è davvero esistita; tuttavia non mi coinvolto, ho provato un forte distacco tra me e i personaggi. Avevo molto amato "La vita segreta delle api", questo romanzo invece mi ha lasciato poco.
Mio voto: 7 / 10

Le diecimila porte di January - Alix E. Harrow


Titolo originale: The Ten Thousand Doors of January (2019) 

Estate 1901. Un'antica dimora nel Vermont, piena di cose preziose e sorprendenti. La più peculiare è forse January Scaller, che vive nella casa sotto la tutela del facoltoso signor Locke. Peculiare e atipica, almeno, è come si sente lei: al pari dei vari manufatti che decorano la magione è infatti ben custodita, ampiamente ignorata, e soprattutto fuori posto. Suo padre lavora per Locke, va in giro per il mondo a raccogliere oggetti "di un valore singolare e unico", e per lunghi mesi la ragazzina rimane nella villa ridondante di reperti e stranezze, facendo impazzire le bambinaie e, soprattutto, rifugiandosi nelle storie. È così che, a sette anni, January trova una porta. Anzi, una Porta, attraverso cui si accede a mondi incantati che profumano di sabbia, di antico e di avventura... Sciocchezze da bambini. Fantasie assurde, le dicono gli adulti. E January si impegna con tutta se stessa per rinunciare a quei sogni di mari d'argento e città tinte di bianco. Per diventare grande, insomma. Fino al giorno in cui, ormai adolescente, non trova uno strano libriccino rilegato in pelle, con gli angoli consumati e il titolo stampigliato in oro semiconsunto: "Le diecim por". Un libro che ha l'aroma di cannella e carbone, catacombe e terra argillosa. E che porta il conforto di storie meravigliose nel momento in cui January viene a sapere che il padre è disperso da mesi. Probabilmente morto. Così la ragazza si tuffa in quella lettura che riaccende il turbine di sogni irrealizzabili. Ma lo sono davvero? Forse basta avere il coraggio di inseguirli, quei sogni, per farli diventare realtà. Perché pagina dopo pagina January si accorge che la vicenda narrata sembra essere indissolubilmente legata a lei... (goodreads) 

January vive nella dimora del signor Locke, datore di lavoro del padre. E' una bambina ribelle, che mal sopporta di stare chiusa in casa. Nelle sue vene scorre il sangue ribelle della madre che lei non ha mai conosciuto. Il libro alterna la storia di January raccontata in prima persona, alle storie che legge nel libriccino che trova (che sono scritte in terza persona dal padre), e che cominciano parlando di una certa Addison Lee e di un certo Yule Jan, che si scopre abbastanza presto essere i suoi genitori. Generalmente, un libro con questa trama è potenzialmente un libro che mi può catturare, ma non è successo. Ho trovato un po' pesante la scrittura, infiocchettata da troppe descrizioni (pesanti come sicuramente pesanti erano gli oggetti di casa Locke). Finchè Addison Lee non conosce Yule Jan (che lei rinomina Julian), mi sono chiesta cosa c'entrasse con January; A quel punto è stato ovviamente chiaro, ma eravamo già molto avanti nel libro. Forse è proprio da lì che il libro mi è diventato più interessante. 
Non so. La storia dei passaggi tra i mondi è interessante, anche intrigante, ma non mi ha preso. Grande potenziale che mi è rimasto un po' insipido. 
Mio voto: 7 / 10

Luna di miele… no, grazie! - Christina Lauren


Titolo originale: The Unhoneymooners (2019)

Olive è sempre stata sfortunata: nella sua carriera, in amore, in… be’, in tutto. D’altra parte, Amy, sua sorella gemella, è probabilmente la persona più fortunata al mondo. L’incontro fortuito con il suo fidanzato sembra uscito da una commedia romantica (ugh) ed è addirittura riuscita a finanziare il loro matrimonio vincendo una serie di sfide online (doppio ugh). Ma la cosa peggiore è che sta forzando Olive a trascorrere quella “giornata indimenticabile” con il suo peggior nemico, Ethan, che, guarda caso, è il testimone.
Olive deve quindi cercare di superare le prossime ventiquattro ore di inferno prima di poter tornare alla sua confortante e sfortunata vita. Ma quando tutti gli invitati – eccetto Olive e Ethan – hanno un’intossicazione alimentare, c’è in palio una luna di miele già pagata alle Hawaii.
Mettendo da parte il loro odio reciproco per il bene di una vacanza gratuita, Olive e Ethan partono per quel paradiso, determinati a evitare l’un l’altro a tutti i costi. Ma quando Olive incontra il suo futuro capo, la piccola bugia che dice diventa molto più grande: sono lì in luna di miele e devono far finta di essere dei novelli sposi…
Luna di miele… no, grazie! è un romance toccante e divertente, perfetto per tutte quelle che si sono sentite “sfortunate” in amore. (goodreads)

Per la categoria "da nemici ad amanti", ho trovato questo. Che poi Olive ed Ethan non è che si odiano proprio, diciamo che ognuno pensa che sia l'altro ad odiarlo e quindi ricambiano, ma nel momento in cui rimangono soli e devono interagire, si rendono conto che vanno molto d'accordo.
Olive ed Amy sono due gemelle, una opposta all'altra. Amy è quella fanatica di concorsi e vince anche spesso, ottimista per natura; Olive pensa sempre che il mondo stia per crollare. Hanno una famiglia enorme (un po' come nel "mio grosso grasso matrimonio greco" solo che qui non sono greci), la madre e il padre sono separati e parlano solo attraverso un intermediario.
Ethan è il fratello maggiore dello sposo, Dane. Olive all'inizio sarebbe uscita volentieri con Ethan, ma la cosa non era andata a causa di un malinteso...
Comunque, al pranzo del matrimonio stanno tutti male tranne Olive e Ethan che non hanno mangiato il buffet. Ma qualcuno deve andare in viaggio di nozze o ci sarebbe da pagare una penale. Quindi la fortuna vuole che Olive, uguale a sua sorella, può tranquillamente scambiare i documenti e spacciarsi per lei, mentre Dave nella prenotazione ha usato solo il cognome e quindi suo fratello può partire al suo posto.
Entrambi pensano che ognuno potrà fare vita a sè, ma le cose si complicano per due motivi. Il primo è che nello stesso albergo è alloggiato anche il futuro nuovo capo di Olive, e quindi lei deve fingere di essere in luna di miele. Il secondo è che anche la ex di Ethan col nuovo fidanzato alloggiano lì, e quindi la recita deve continuare. Tuttavia, ad entrambi la cosa non dispiace. Però, come in tutte le commedie romantiche arriva l'elemento di crisi e in questo caso è qualcosa che può anche rovinare il matrimonio di Amy e Dane. Che fare quindi?
Ho trovato questo libro piuttosto brillante, divertente. La storia è anche originale rispetto ad altre. Ho apprezzato il fatto che i due non finiscono subito a letto insieme, ma che la finta luna di miele si evolva lentamente in un qualcosa di amichevole e chiarificatorio.
La lettura è stata scorrevole. 
Ho scoperto che Christina Lauren è lo pseudonimo che usano due migliori amiche e scrittrici di romanzi insieme, Christina Hobbs e Lauren Billings.
Libro molto gradevole.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

Fuori i libri! Luglio

Ho cominciato il mese di luglio col libro del gruppo di lettura della biblioteca, "Gli avversari" di John Grisham. Carino, però sono racconti, avrei preferito un romanzo.

Per la key word di luglio ho letto "Il club dei delitti del giovedì" di Richard Osman, era un po' che volevo leggerlo. Molto gradevole. Sicuramente proseguirò nella serie.

Non partecipavo al gruppo di lettura online da un po', ma "Il canto del poeta" di Paul Lynch mi ispirava. Interessante.

Per la montly motif, che voleva libri con protagonisti gli animali, ho proseguito la serie di Lilian Jackson Braun con "Il gatto che non c'era". Gradevole come sempre. Oltretutto, visto che viene detto che la gita la fanno verso la fine di agosto, mi torna comodo anche per la calendar of crime.

Sempre a tema gatti, sono finalmente riuscita a leggere "La libreria dei gatti neri" di Piergiorgio Pulixi. L'avevo notato in libreria quando è uscito. Molto gradevole.

Il mio primo libro di Colleen Hoover "9 novembre", ovviamente perchè mi tornava utile anche per la clock challenge. Mi stava piacendo molto, fino a tre quarti di libro, poi è successa una cosa che mi ha spiazzato un po'. Peccato.

Mi sono voluta "togliere dai piedi" la categoria "da nemici ad amanti", ho scoperto "Luna di miele, no grazie" un libro di Christina Lauren molto gradevole.

"L'estate in cui mia madre ebbe gli occhi verdi" di Tatiana Tibuleac, un libro incredibilmente intenso, che parte dall'odio feroce di un figlio nei confronti della madre, ad un riuscire a capirsi e amarsi.

Infine ho trovato "Due lune" di Sharon Creech su MLOL. Bel libro, emozionante, peccato aver già riempito la categoria dello young adult altrimenti ci stava perfettamente.





Il canto del profeta - Paul Lynch


Titolo originale: Prophet song (2023)

Libro vincitore del Booker Prize 2023. 
Con una scrittura rapida e senza pause, il romanzo ricrea l'atmosfera carica di tensione di una dittatura in ascesa e segue le vicende della protagonista, che dovrà capire fino a che punto può spingersi per salvare sé stessa e le persone che ama. A Dublino, in una sera buia e piovosa, la scienziata Eilish Stack apre la porta di casa e si trova di fronte due agenti della polizia segreta. Sono lì per interrogare suo marito, un sindacalista. In questa inquietante distopia, Paul Lynch immagina una Repubblica d'Irlanda che scivola nel totalitarismo dopo l'ascesa del partito di destra National Alliance, che ha preso il potere in risposta alle pressioni dei sindacati per l'aumento dei salari degli insegnanti. (goodreads)

Ho letto questo libro per il gruppo di lettura della libreria, ma ammetto che la trama mi ispirava comunque. 
Ho letto da qualche parte che c'è chi lo definisce un libro distopico, ma trovo che la definizione non ci stia. Questo libro è troppo realistico e troppo verosimile ad alcune delle realtà di guerra del mondo in cui viviamo, senza dover scomodare futuri remoti.  
Ho fatto fatica con lo stile narrativo, all'inizio. I dialoghi sono un tutt'uno con le descrizioni, e sono un tutt'uno anche con i dialoghi che la protagonista ha col marito assente. Ad un certo punto ci ho fatto il callo, ma è stato faticoso, anche se ammetto che questo stile è efficace nel rendere l'urgenza di ciò che accade nel libro. Oltre a ciò, ho trovato alcune descrizioni un po' "pompose" (con paroloni troppo ricercati).  
Difficile immedesimarsi nella protagonista. Una donna che, nonostante gli studi, nonostante quello che vede capitare intorno a sè, rimane caparbiamente ancorata ad una speranza che probabilmente è già morta fin dall'inizio. Perchè Eilish non se ne va subito, quando la sorella le dice di andare da lei, portando via i 4 figli e il padre anziano? Va beh, in questo caso perchè non ci sarebbe stato il libro.   
Ho trovato doloroso ma tutto sommato coinvolgente circa due terzi di libro. Quando finalmente Eilish si decide che è ora di partire, dopo aver perso abbastanza familiari, a quel punto, non ne potevo più, volevo solo sapere come andava a finire, e il fatto che il finale non sia in realtà un finale, bensì qualcosa di aperto che potenzialmente può portare a qualunque esito, mi ha molto indispettito. Dopo aver partecipato a tanto dolore per pagine e pagine, lasciarmi così in bilico tra la speranza e ciò che davvero succede, mi ha proprio dato fastidio.
In libreria sono stati entusiasti. A me è piaciuto ma non grido al capolavoro.
Mio voto: 7 / 10