giovedì 31 luglio 2025

La festa - Margaret Kennedy


Titolo originale: The feast (1950)

In un albergo decrepito sulla costa della Cornovaglia si riunisce un eterogeneo gruppo di persone. Una lettera mai aperta dal proprietario avvisa di crepe createsi sulla scogliera. Le pagine iniziali del libro ci raccontano di una frana che ha fatto scomparire l’albergo e ucciso tutti coloro che erano dentro. Che non erano però tutti. Chi è morto? Chi si è salvato?
È il 1947, l’immediato dopoguerra inglese è ancora molto duro, il cibo è parzialmente razionato, il governo ha imposto tasse pesanti e l’evasione fiscale è un tema forte. Ma è anche estate, un’estate eccezionalmente calda e secca, in grado di addolcire la cupezza della situazione e di infondere gioia di vivere.
La genialità de La festa sta nel prologo, il tipo di prologo che dice come tutto andrà a finire tralasciando però l’intera storia. E così si corre sulle pagine del libro, che ci ridanno in ordine cronologico gli eventi, per capire cosa succede a chi e perché. In un racconto che si fa via via sempre più concitato, inframmezzato da lettere e pagine di diario, la Kennedy dipinge con vera maestria un’umanità i cui pregi e difetti vengono perfettamente raccontati. (goodreads)

Un gruppo di variegati villeggianti si ritrova in questo misero albergo, il Pendizack Manor Hotel, sul quale incombe un promontorio roccioso. Nonostante il governo avesse dato disposizioni sulla pericolosità del luogo, il marito della proprietaria non si è mai degnato di leggere la lettera ricevuta, se non poi cercarla disperatamente tra tutte le lettere ricevute e mai aperte e non riuscire a trovarla.
Sappiamo fin dalle prime pagine che il promontorio è crollato, seppellendo l'albergo. Non sappiamo chi sono i sette che sono rimasti sotto al crollo (in alcuni dei quali sono ravvisabili dei peccati capitali).
Il reverendo Samuel Bott racconta al suo amico in visita, il reverendo Gerald Seddon, che deve preparare l'elogio funebre e che dai sopravvissuti ha sentito cose raccapriccianti. Decide di raccontare tutto all'amico e chiede il suo parere. Così comincia il racconto dell'ultima settimana prima che cadesse il promontorio, proprio nel momento in cui alcuni dei villeggianti si trovano a fare una festa poco distante dall'albergo, per tre bambine che non hanno mai visto una festa in vita loro. Nel racconto, suddiviso nei giorni della settimana e in capitoli, ci vengono raccontate le interazioni che nascono tra i vari personaggi.
Ammetto di aver faticato un attimo nelle prime pagine, perchè, soprattutto quando ci sono le pagine del diario di Mr. Paley, sembrano volutamente confuse e ambigue. I personaggi sono tantissimi, al punto che me li sono segnata su un foglio o non ne venivo fuori. I proprietari dell'albergo è la famiglia Siddal: Mr. Siddal che sta sempre nascosto nel suo stanzino dietro la cucina (ed è quello che non ha aperto la lettera), Mrs Siddal che gestisce (male) l'albergo, Gerry il figlio più affettuoso ma meno amato che fa da tuttofare nell'albergo mantenendo la famiglia, Duff il figlio preferito dalla madre a cui lei le dà tutte vinte e che deve assolutamente fare l'avvocato, Robin che è un gran bel ragazzo. Poi c'è il personale di servizio: Fred cameriere e tuttofare, Nancibel Thomas cameriera ex ausiliaria, Bruce un ragazzo che si innamora di Nancibel, Miss Dorothy Ellis governante impicciona e squallida. Infine abbiamo gli ospiti dell'albergo: Henry Gifford, sua moglie Lady Gifford (che passa i giorni in camera supplicando il marito di andare a vivere a Guernsey per non pagare le tasse), con la loro figlia naturale Caroline e i tre che hanno adottato, Hebe, Luke e Michael; i coniugi Paley; il canonico Wraxston e la figlia Evangeline; la vedova Cove con le tre figlie Blanche, Beatrix e Maude; Mrs Anna Lechene, scrittrice e vecchia amica di Mr Siddal, che ha come autista-segretario Bruce (e forse amante). Insomma, veramente tanti, però ognuno di loro è ben caratterizzato e dopo un po' ho ingranato bene senza più confonderli.
Lo svolgimento è interessante ed è interessante vedere come si sviluppano le relazioni tra i vari personaggi, tra amicizie, amori, peccati che vengono svelati. Il tutto con le crepe della montagna che sembrano enormemente allargate...
Lettura che scorre piuttosto bene e non vedi l'ora di arrivare in fondo per scoprire chi è morto e chi è vivo. Effettivamente, ai sette che muoiono sono abbinabili i peccati capitali (ammetto che un paio non li avevo proprio collegati, ma gli altri sono abbastanza palesi).
Molto interessante, intelligente ed avvincente.
Mio voto: 8 / 10

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