giovedì 31 luglio 2025

Più gentile della solitudine - Yiyun Li


Titolo originale: Kinder than Solitude (2013)

Cosa unisce Boyang, giovane immobiliarista rampante di Pechino, Ruyu, commessa e amica-factotum di ricche e annoiate signore californiane, e Moran, ricercatrice di laboratorio in una sperduta azienda farmaceutica del Massachusetts? O meglio: quale segreto del loro passato li divide e li tiene lontani? E quale ruolo ciascuno di loro ha avuto nella morte dell'antica compagna cui si apprestano a dare l'ultimo saluto? Per scoprirlo, Yiyun Li ci riporta all'agosto del 1989, due mesi dopo il massacro di piazza Tienanmen. E tutto parte dall'arrivo a Pechino di Ruyu, orfana e (segretamente) cattolica, mandata in città dalle prozie a iniziare la scuola superiore con la sua preziosa fisarmonica come unico capitale. Quando la ragazza entra da outsider nel quadrilatero, il caseggiato tradizionale dove ogni aspetto dell'esistenza si svolge in comune, in apparente armonia, le vite di Boyang e Moran iniziano a cambiare. E lo stesso vale per il destino di Shaoai, studentessa universitaria e dissidente, piena di rabbia repressa per una società che sembra aver già cancellato i fermenti e il desiderio di libertà di poche settimane prima. L'alternarsi della realtà della Cina di fine anni Ottanta con la contemporaneità, tra Pechino e gli Stati Uniti, scandisce le esistenze dei quattro protagonisti, avvolte da un'aura di malinconica sospensione e stravolte, quasi senza che se ne rendessero conto, dai tragici eventi pubblici e privati che le hanno sfiorate... (goodreads)

Ho impiegato dodici giorni a leggere queste 330 pagine. Non scorreva affatto. Avevo apprezzato i primi capitoli, ma poi la storia è proseguita con troppa lentezza. E' partita con la morte di Shaoai e Boyang che avvisa le altre due ragazze, sparite entrambe in America. Poi ha cominciato a saltare dal racconto del passato, da quando Ruyu è arrivata a Pechino, al racconto di come vivono adesso questi tre ex amici, tutti e tre molto isolati dal resto del mondo grazie a dei meccanismi di difesa che si sono auto imposti. Boyang è un uomo insensibile nei confronti delle altre persone, Ruyu ha scelto di rimanere sempre in disparte senza creare legami, Moran ha trovato una sorta di evasione nel raccontare storie. Tutti e tre con matrimoni falliti alle spalle e senza figli. Tutti e tre senza legami affettivi. Tutti e tre che hanno messo in standby le loro vite "a causa" di qualcosa successo nel passato. Il tutto mischiato a grande malinconia e momenti di incredibile noia.
Scoprire cosa sia successo a Shaoai è, in realtà, una scusa. Il mistero viene liquidato in poche pagine e viene praticamente attribuito alla sfortuna e al fatto che Shaoai non si fa mai i fatti propri.
Sinceramente ho fatto molta fatica. Ho guardato alcune recensioni per farmi una idea dei pensieri altrui, ma ne ho letto diverse che descrivono la scrittura come semplice e per me non lo è stata affatto. L'ho trovata una scrittura pesante, più volte ho dovuto fermarmi e rileggere, quasi fossi davanti a un mezzo saggio. E poi credo che abbia davvero tirato per le lunghe tutte le vicende. Ho provato subito fastidio per il personaggio di Ruyu e anche per alcuni atteggiamenti di Shaoai. In seguito anche Boyang l'ho trovato un po' stronzo. L'unica per cui ho provato pena è Moran.
Sono arrivata in fondo a sto libro proprio perchè volevo finirlo ma sinceramente non ne potevo più. Pesante l'argomento e come l'ha trattato.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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