L'idea di partenza era carina. Io poi, da gattofila, non potevo non leggere un libro del genere. Però ho avuto il piacere di sentir parlare Celli dal vivo ed era molto meglio di come scriveva.
Da bolognese, l'ambientazione del romanzo è molto famigliare. La scrittura è molto semplice.
La storia, come dicevo, era carina: due ristoratori rivali vengono sospettati dell'assassinio di questo Lucio Portinari, uno sconosciuto che si è presentato nei loro locali suggerendo loro delle idee per avere successo e rilanciare le loro cucine. L'indagine è condotta dal commissario Michelucci, anoressico che mangia giusto ciò che gli serve per vivere.
La soluzione del giallo secondo me era chiara fin da subito. La motivazione invece l'ho scoperta nel proseguo della storia.
Per concludere, un libro carino, leggero, di rapida lettura. Però ammetto che sono contenta di averlo preso in prestito dalla biblioteca perchè 12 euro e 50 sono un po' troppi...
mio voto: diciamo 7/10
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