Grottole, nei pressi di Matera: dall'Unità d'Italia ai giorni nostri, le vicende straordinarie e quotidiane dei Falcone, una famiglia lucana cui il destino dona tutto e non risparmia niente, dalla guerra all'emigrazione, dalla fame alla ricchezza, passando per scandali pubblici e furori individuali. Dal capostipite Don Francesco con i suoi barili d'oro sepolti e mai più ritrovati alla piccola Gioia che fugge di casa un secolo dopo per dimenticare tutto e tutti, mille e ancora mille storie d'amore, morte, gelosia, amicizia, mentre intorno infuriano le tempeste della Storia e si susseguono le generazioni passandosi silenziosamente il testimone.
Letto x il gruppo di lettura della mia biblioteca. Non mi è dispiaciuto ma non mi ha fatto impazzire.
Un buon inizio, con una saga familiare immersa nella vita della campagna, poi un finale che sembra scritto da un'altra persona per quanto è totalmente diverso come stile.
Alcune parti mi hanno dato proprio fastidio, come le parti in dialetto che non capivo, le espressioni eccessivamente scurrili che non aggiungevano nulla alla narrazione (le bestemmie poi non ne parliamo), alcune scene di vita (tipo l'uccisione del maiale.. o la cattiveria sugli uccellini appena nati..).
Peccato perchè si trovano anche alcune espressioni molto delicate, molto poetiche soprattutto in alcune descrizioni dei paesaggi.
Un libro a tratti molto caotico. Duemila personaggi appena tratteggiati quando poi la storia si sofferma principalmente solo su alcuni. Un personaggio, Gioia, che inizia ad apparire per caso in alcune frasi ma di cui si arriverà a parlare solo nell'ultima parte del libro. Alcuni capitoli della vita di Gioia poi sono addirittura deliranti e non si capisce esattamente dove sia o cosa stia facendo..
Un finale che mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca per la sua "scontatezza" forse.
Diciamo che non è un libro orribile, nonostante la mia descrizione possa portare in questa direzione, ma sinceramente non lo rileggerei due volte.
mio voto: 6/10
Un buon inizio, con una saga familiare immersa nella vita della campagna, poi un finale che sembra scritto da un'altra persona per quanto è totalmente diverso come stile.
Alcune parti mi hanno dato proprio fastidio, come le parti in dialetto che non capivo, le espressioni eccessivamente scurrili che non aggiungevano nulla alla narrazione (le bestemmie poi non ne parliamo), alcune scene di vita (tipo l'uccisione del maiale.. o la cattiveria sugli uccellini appena nati..).
Peccato perchè si trovano anche alcune espressioni molto delicate, molto poetiche soprattutto in alcune descrizioni dei paesaggi.
Un libro a tratti molto caotico. Duemila personaggi appena tratteggiati quando poi la storia si sofferma principalmente solo su alcuni. Un personaggio, Gioia, che inizia ad apparire per caso in alcune frasi ma di cui si arriverà a parlare solo nell'ultima parte del libro. Alcuni capitoli della vita di Gioia poi sono addirittura deliranti e non si capisce esattamente dove sia o cosa stia facendo..
Un finale che mi ha lasciato un po' con l'amaro in bocca per la sua "scontatezza" forse.
Diciamo che non è un libro orribile, nonostante la mia descrizione possa portare in questa direzione, ma sinceramente non lo rileggerei due volte.
mio voto: 6/10
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