giovedì 2 febbraio 2012

Il condominio dei gatti - Giorgio Celli



Camillo Lastrade, commissario in pensione, si trasferisce da Livorno ad una non nominata città nebbiosa del nord. Una sera trova per strada un gattino affamato e diffidente che però si lascia prendere e lui decide di portarselo a casa e prendersene cura. Nel suo condominio abita un altro gatto, Anubi, la cui proprietaria è una bellissima signora egiziana che fa la cartomante e di cui Lastrade si invaghisce. Finchè un brutto giorno Anubi viene trovato morto e Lastrade sente il bisogno di investigare.
Allora, come ho detto per il precedente libro di Celli, lui era molto piacevole da ascoltare dal vivo ma come scrittore non dà sicuramente il meglio di sè.
Il libro è carino, scorrevole, si legge in un paio di serate. Però dà l'impressione di voler essere un po' “pretenzioso” nel senso di voler più essere un trattato di “etologia gattofila” mascherato da giallo. I personaggi parlano tra loro di leggende esoteriche in cui sono protagonisti i gatti, sacrifici agli dei, stregoneria, clonazione. A tratti mi è sembrato che l'autore volesse coinvolgere il lettore con queste leggende in modo da incutergli timore e aumentare il pathos. Ma sinceramente questo coinvolgimento, con me, non è riuscito. Forse perchè erano cose che già conoscevo? O forse perchè sembravano dialoghi quasi dell'assurdo, buttati lì un po' tanto per parlare. E il giallo c'è ma è decisamente in secondo piano. Mi spiace sinceramente per Anubi che avrei preferito avesse potuto vivere felice fino alla fine delle sue sette vite. Dal titolo poi mi sarei aspettata tante storie di gatti, invece i gatti in condominio sono solo due, peraltro non hanno nemmeno modo di interagire tra loro, se non miagolando in contemporanea alla luna e, a quanto dice Momo, apparendosi nei sogni l'uno dell'altro. Diciamo che da una idea carina mi pare che poi l'autore sia un po' partito per la tangente. Oltretutto, una cosa che ho notato è che la scrittura è generalmente molto semplice, piacevole, poi ogni tanto saltano fuori delle parole altisonanti da vocabolario (manutengolo, subodorò, vieppiù, proditoriamente, ristrutturazione eteroclita, gatto orfico, suspicioni, proclive, berciare). Me le sono segnate perchè proprio non le ho mai sentite :-D
Nel complesso, come libro di puro relax ci può anche stare.
mio voto: 6/10

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