Gesù di Nazareth, figlio di Maria e
Giuseppe (invalido a causa di un fulmine), lavora come falegname. Non
è amato dalla sua gente perchè costruisce le croci con cui vengono
crocifissi i presunti Messia.
Gesù ha un incubo ricorrente, un uomo
dai capelli rossi (Giuda) che lo insegue e che gli ricorda che è giunta
l'ora.
E' una battaglia dura quella che si
combatte in Gesù, lui che vorrebbe solo avere una famiglia con la
donna a cui era promesso (Maria Maddalena, che per dimenticarlo
diventa una prostituta) e i segnali che Dio gli manda.
Il libro racconta la lotta di Gesù,
fino al momento in cui prende piena coscienza della sua missione e
comincia a predicare l'Amore. Fino al momento della crocefissione, in
cui il Demonio lo tenta per un'ultima volta mostrandogli come sarebbe
la sua vita se si salvasse. Ma Gesù rinuncia, compiendo la sua
missione fino in fondo.
Ho fatto una sintesi molto breve,
perchè la storia è nota. Kazantzakis ha specificato di non aver
scritto una biografia, bensì una confessione dell'uomo che lotta. E
il suo amore per Gesù traspare da ogni pagina di questo libro, pieno
di descrizioni dettagliate su cosa può essere successo, di cosa
possono aver provato o pensato Gesù, Maria, i discepoli, Maddalena,
ecc.
La storia è molto bella e la
narrazione è piacevole. Però ammetto di aver fatto una certa
fatica. Un po' perchè all'inizio Gesù viene presentato come un uomo
odiato anche da quelli che poi lo seguiranno. Diciamo che ho seguito
la storia con un po' di scetticismo, poiché è tendenzialmente
frutto dell'immaginazione dell'autore, anche se segue gli eventi
narrati del Vangelo.
Non l'ho trovato un libro così
scandaloso. La parte più assurda credo sia la tentazione finale, la
visione che il demonio gli prospetta quando è già sulla croce, in
cui dopo aver amato e vissuto con Maria Maddalena, si ritrova ad
amare in contemporanea Marta e Maria, le sorelle di Lazzaro,
gareggiando a chi delle due genera più figli. Mah.
Lo stesso scetticismo che mi ha
accompagnato nella lettura mi accompagna a “giudicarlo”.
Interessante, piacevolmente scritto, ma forse non sono riuscita a
farmi coinvolgere, pur sentendo l'ardore con cui lo scrive
Kazantzakis.
Mio voto: 7 e mezzo / 10.
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