sabato 3 gennaio 2015

Il cardellino - Donna Tartt



Theo Decker rimane coinvolto in un attentato al museo, una bomba che fa crollare i muri uccidendo decine di persone, tra cui sua madre. E' l'evento che lo segnerà per il resto della sua vita, una assenza che è quasi una presenza che lo dilania e lo porterà in un baratro dove arriva a toccare il fondo, ferendo anche le persone che cercano di amarlo per quello che è. Theo, il cui destino sembra incatenato a quello di un piccolo dipinto presente in quel museo, che scompare con lui il giorno dell'attentato.

La prima parola che mi è venuta in mente chiudendo il libro è stata: "mah". E' un libro bello, ma la sua lunghezza mette alla prova i nervi anche di un lettore "forte" come me. Immagino in quanti si rifiuteranno di leggerlo per colpa della lunghezza. Peraltro, se avesse tolto anche duecento pagine non sarebbe stata una cattiva idea.
Il libro parte con una storia triste ma coinvolgente, la storia di questo ragazzino che dopo aver perso la madre nell'attentato da cui lui si è miracolosamente salvato, viene sballottato dalla famiglia di un amico a quella del padre sparito anni prima, portandolo ad avvicinarsi ad alcool e droghe. E' una storia che si segue bene, anche se alcuni episodi di ubriacatura diventano alla lunga un po' ripetitivi. Poi a circa metà libro mi chiedevo come poteva andare avanti con la narrazione, ed ecco che Donna Tartt tira fuori il colpo di scena, l'intrigo internazionale, che però in alcuni punti è decisamente contorto e appare anche un po' "assurdo". Cambia anche lo stile narrativo, nella prima metà assolutamente scorrevole e lineare, qui diventa un po' frammentario, fino a virare al filosofico nel finale, che va riletto almeno un paio di volte per capirlo bene.
E' un libro che volevo leggere indipendentemente dalla giuria e sono contenta di averne avuto l'occasione. Però non penso di aver letto un capolavoro. Un bel libro sì, che purtroppo non è per tutti.
mio voto: 8 / 10

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