sabato 17 gennaio 2015

Non dirmi che hai paura - Giuseppe Catozzella



Samia è una ragazzina di Mogadishu. Ha la corsa nel sangue. Divide i suoi sogni con Ali, che è amico del cuore, confidente, e primo allenatore appassionato. Mentre intorno la Somalia è sempre più preda dell'irrigidimento politico e religioso, mentre le armi parlano sempre più forte la lingua della sopraffazione, Samia guarda lontano, e avverte nelle sue gambe magre e velocissime un destino di riscatto per il paese martoriato e per le donne somale. Gli allenamenti notturni nello stadio deserto e le prime affermazioni la candidano alle Olimpiadi di Pechino dove non vince ma si fa notare. Il suo vero appuntamento sarà quello di Londra. Ma tutto diventa difficile. Corre chiusa dentro il burka, il padre viene ammazzato al mercato di Bankara, la sorella decide di fuggire in Europa, Ali entra nel gruppo dei terroristi. È tempo di andarsene. Allenarsi ad Addis Abeba e farsi candidare per Londra. Purtroppo il comitato olimpico di Mogadishu non fa arrivare i documenti necessari e Samia si riscopre clandestina. Sola, decide per il Viaggio, il terribile viaggio dei migranti dall'Etiopia al Sudan, e attraverso il Sahara verso la Libia per poi arrivare via mare in Italia. Sono mesi di umiliazioni, di vessazioni, di pura devastante corporeità. Quando sale sulla barca per Lampedusa, Samia è il sogno di se stessa, ma l'acqua azzurra della libertà la inghiotte per sempre. (da www.lafeltrinelli.it )

Ho scoperto che in questo libro Giuseppe Catozzella ci racconta la storia vera di Samia Yusuf Omar un'atleta somala che ha davvero corso alle Olimpiadi di Pechino ed è morta nel mare mediterraneo, durante il terribile Viaggio dei migranti, ad un passo dall'Italia.

La prima parte del libro mi è piaciuta molto. Racconta la storia di questa bambina con la passione per la corsa e del suo amico Alì, prima suo compagno di allenamento e poi suo allenatore. Racconta di come, nonostante la guerra e l'estremismo che avanza, il padre di Samia la sostenga nel suo sogno.

"Non devi mai dire che hai paura, piccola Samia. Mai. Altrimenti le cose di cui hai paura si credono grandi e pensano di poterti vincere".

Il padre è un punto di riferimento per Samia. Lui sa parlare di pace e speranza anche mentre fuori infuria la guerra. Un po' tutta la famiglia di Samia è un luogo in cui si respira amore, in cui non si tarpano i sogni ma anzi vengono incoraggiati se diretti a rendere felici i figli.
Ma un po' alla volta, pur mietendo successi nella corsa, Samia perde (in modi diversi) i suoi punti di riferimento, Alì, il padre e la sorella. E scopre che l'amore che prova lei per il suo Paese è decisamente un amore a senso unico. Qui comincia la "seconda parte del libro" in cui, insieme a Samia, compiamo quello che i migranti chiamano il Viaggio, da clandestini trattati come animali, che lasciano le proprie terre africane per raggiungere l'Europa. Un viaggio che per Samia purtroppo sarà fatale. Questa seconda parte, pur essendo tragica e commovente, mi è piaciuta un po' meno. Ho pianto alla fine, ma il racconto delle atrocità subite dai migranti l'ho già letto in troppi libri e tutte le volte mi viene da chiedermi perchè non si riesce a fermare questa barbarie. Forse ero così affezionata a questa ragazza e al suo sogno che ho sperato ce la potesse fare. Ho scoperto solo sul finale che il libro racconta una storia vera. E nella postfazione, l'autore è riuscito anche a rispondere alla domanda che mi stavo ponendo, in merito alle fonti che lo avevano aiutato a scrivere questa storia.
La scrittura di Catozzella è piacevole. Il libro l'ho divorato, merito dell'argomento e della narrazione toccante e coinvolgente. Come già detto, ho trovato molto bella la parte ambientata a Mogadiscio (i colori, i sapori, la polvere bianca ovunque) e "un po' già sentita" la parte del viaggio. Nel complesso è un libro molto bello che consiglierei.
Mio voto: 8 e mezzo / 10

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