Titolo originale: The dressmaker of Dachau - 2015
Londra, 1939. Ada Vaughan non ha ancora compiuto diciotto anni quando capisce che basta un sogno per disegnare il proprio destino. E il suo è quello di diventare una sarta famosa, aprire una casa di moda, realizzare abiti per le donne più eleganti della sua città. Ha da poco cominciato a lavorare presso una sartoria in Dover Street, e la vita sembra sorriderle. Un viaggio imprevisto a Parigi le fa toccare con mano i confini del suo sogno: stoffe preziose, tagli raffinati, ricami dorati. Ma la guerra allunga la sua ombra senza pietà. Ada è intrappolata in Francia, senza la possibilità di ritornare a casa. Senza soldi, senza un rifugio, Ada non ha colpe, se non quella di trovarsi nel posto sbagliato. Ma i soldati nazisti non si fermano davanti a niente. Viene deportata nel campo di concentramento di Dachau. Lì, dove il freddo si insinua senza scampo fino in fondo alle ossa, circondata da occhi vuoti per la fame e la disperazione, Ada si aggrappa all'unica cosa che le rimane, il suo sogno. L'unica cosa che la tiene in vita. La sua abilità con ago e filo le permette di lavorare per la moglie del comandante del campo. Gli abiti prodotti da Ada nei lunghi anni di prigionia sono sempre più ricercati, nonostante le ristrettezze belliche. La sua fama travalica le mura di Dachau e arriva fino alle più alte gerarchie naziste. Le viene commissionato un abito che dovrà essere il più bello della sua carriera. Un vestito da sera nero, con una rosa rossa. Ma Ada non sa che quello che le sue mani stanno creando non è un abito qualsiasi. Sarà l'abito da sposa di Eva Braun, l'amante del Führer… La sarta di Dachau è un caso editoriale mondiale. Venduto in 26 paesi, ha conquistato il cuore dei librai e dei lettori inglesi. Una storia di orrore e di speranza, di vite spezzate e della capacità di sopravvivere grazie ai propri sogni. La storia di una donna che non si arrende e che continua a lottare anche quando tutto sembra perso. (http://www.garzantilibri.it/)
A volte leggiamo la trama di un libro e ci aspettiamo un certo svolgimento.. poi, nel corso della lettura, ci rendiamo conto che le cose sono abbastanza diverse da quello che pensavamo. Innanzitutto, il titolo è fuorviante. In realtà Ada vede solo il cartello del paese Dachau, perchè nel campo di concentramento non ci entra affatto. Lei viene portata a fare la sarta nella casa del comandante del campo, sa solo che esiste questo "campo" in cui la padrona di casa minaccia più volte di mandarcela. Non dico che abbia sofferto di meno, perchè comunque viveva in una cantina agli ordini di una donna malvagia, ma nel campo non ci passa.
Dachau è solo una tappa nella vita di questa donna, che subisce soprusi e che cerca di sopravvivere come può, col sogno della sartoria e di ritrovare il figlioletto "abbandonato" appena nato. Emblematico il fatto che l'unica donna da cui riceve un trattamento gentile è proprio Eva Braun, l'unica donna nazista che le farà i complimenti per la sua bravura.
La prima cosa che ho pensato chiudendo il libro, è che Ada è il prototipo della donna che si innamora degli uomini sbagliati (e dei danni che fa questo amore!). All'inizio sicuramente per ingenuità, vista la giovane età; ma dopo la guerra, pur con l'esperienza di non volerci ricadere, riesce a infilarsi in una situazione allucinante che la porterà poi al tragico epilogo. Sì, perchè in un romanzo così ci aspetteremmo un lieto fine, una sorta di riscatto, e invece qui non c'è. Siamo in una società completamente maschilista, in cui le donne non ricevono alcuna giustizia. Anzi, qualcuno le dice che la sua guerra è stata facile perchè l'ha passata a cucire! Le condizioni in cui era trattata erano, insomma, irrilevanti!
Ada è una ragazza con un carattere forte, disposta a tutto pur di inseguire il suo sogno. Tuttavia, è anche molto ingenua e la fiducia cieca che concede ai suoi uomini la porteranno solo alla deriva. Il libro è la storia della sua vita, prima, durante e dopo la guerra, di come ha cercato in ogni modo di sopravvivere, con scelte dettate dalla disperazione della situazione.
La lettura è molto scorrevole, non è suddivisa in capitoli ma in tre parti. La storia è, nel complesso, molto triste. Nella parte finale c'è anche una rivelazione che mi ha sconvolto perchè non ci avevo pensato e non me l'aspettavo.
Nel complesso è un bel libro, però ammetto che il titolo mi ha un po' depistato. Forse se non mi fossi aspettata niente dalla trama, me lo sarei goduta maggiormente.
Mio voto: 7 e mezzo / 10.