Cinque anni fa Aidan Tyler ha lasciato New York sul carro dei vincitori, diretto nella solare e assai più divertente California. Fresco di premio Pulitzer grazie al suo primo libro, coccolato dalla critica e forte di un notevole numero di copie vendute, era certo di essere diventato a tutti gli effetti un vero scrittore. Peccato che al momento le cose siano molto diverse: il primo libro è rimasto l'unico, l'agente e l'editore gli stanno con il fiato sul collo perché ha firmato un contratto e incassato un lauto anticipo per un romanzo che proprio non riesce a scrivere. Disperato e a corto di idee, prova a rientrare nella sua città natale, dove tutto è iniziato. E sarà proprio a New York che conoscerà Laurel, autrice molto prolifica di romanzi rosa, un genere che Aidan disprezza. Perché secondo lui quella è robaccia e non letteratura. Senza contare che chiunque al giorno d'oggi è capace di scrivere una banale storia d'amore. O no? (www.anobii.com)
Innanzitutto, devo ringraziare la casa editrice Newton Compton che mi ha omaggiato una copia di questo libro.
Ammetto che quando l'ho visto mi sono detta "oddio, un libro sdolcinato?". In genere sono quelle letture che lascio ai mesi estivi, ma in effetti dopo alcune letture "impegnative" nel mese di gennaio, l'ho letto volentieri.
Che dire? Mi è piaciuto. Chiaramente sappiamo come finirà la storia, ma l'intera trama è stata interessante. Anche perchè, oltre alla vera e propria storia d'amore tra i due personaggi, l'autrice ne approfitta per tirarsi fuori alcuni sassolini dalla scarpa. Ad esempio, il pregiudizio sui romanzi di genere rosa, spesso considerati facili al punto che chiunque potrebbe scriverli. Oppure il fatto che, comunque, nel mondo dell'editoria, l'essere uomo o donna porta, ancora, a discriminazioni.
I personaggi sono ai due opposti. Lei è la perfettina, che deve avere tutto sotto controllo e schematizzato, che addirittura piega i vestiti quando se li toglie per fare sesso. E' assolutamente poco romantica per essere una che scrive valanghe di romanzi rosa.
Lui, è uno sbruffone, pieno di sè ed impulsivo; ha vinto un pulitzer che gli ha creato un blocco dello scrittore, e si crede troppo superiore per scrivere un romanzetto rosa. Finchè qualcosa gli fa fluire le parole, e trova in Laurel la sua musa, senza la quale non riesce a scrivere. Chiaramente, senza saperlo, stanno scrivendo lo stesso romanzo in cui, inconsapevolmente, i protagonisti sono loro stessi... ma quale sarà la fine?
Forse mi sono un po' "immedesimata" in Aidan, criticato costantemente dai genitori (caro Aidan, anche secondo me è una sciocchezza la tecnica educativa dei tuoi genitori...).
La cosa che ho trovato un po' debole è la "doppia" scrittura, nel senso che la Premoli cambia personaggio ad ogni capitolo, ma ho avuto dei momenti in cui mi sono chiesta se parlasse lui o lei, perchè non c'erano atteggiamenti o modi di dire caratterizzanti il personaggio. Di sicuro, Laurel è un po' troppo cervellotica.
Pieno di battute sagaci e ironiche, di battibecchi tra i personaggi (divertenti anche le amiche di Laurel), pieno anche di stereotipi probabilmente, ma mi ha dato l'idea che la scelta fosse voluta.
Ripeto, mi è piaciuto; le pagine scorrevano velocemente. Una bella scoperta.
Mio voto: 8 / 10
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