domenica 30 luglio 2017

Parrucchiere per signora - I. Grekova


Titolo originale: Damskij master - 1962 

Irina Nikolaevna Grekova è lo pseudonimo di Jelena Sergeevna Wentsel, studiosaa di matematica e cibernetica molto nota in Unione Sovietica, che ha pubblicato diversi racconti e romanzi in cui le attività quotidiane sono il punto principale. 

In “Parrucchiere per signora” troviamo Maria Vladimirovna Kovaleva, direttrice dell’istituto dei computer, con due figli strafottenti che la prendono sempre in giro, ma coi quali non riesce a rimanere arrabbiata. Una sera Maria decide di andare dal parrucchiere perché da tre anni tiene i capelli lunghi ed è stanca di come si presentano. 
Al salone c’è molta fila, finchè sbuca fuori l’apprendista non ancora diplomato di cui nessuna altra donna si fida e Maria si lancia dandogli un’opportunità. Il ragazzo si chiama Vitalik (che lei poi chiamerà Vitalij perché odia i nomi che finiscono in “ik”) e si rivela essere molto bravo nel suo lavoro. 
Le visite di Maria dal parrucchiere diventano settimanali, e i due fanno anche amicizia. Vitalij non ha mai letto “guerra e pace” (con grande stupore di Maria) ma vuole andare all’università per studiare materialismo dialettico. 
Maria ha una segretaria carina ma abbastanza frivola e inutile nel suo lavoro, la quale però un giorno le chiede dove va dal parrucchiere e per un certo periodo di tempo tra la ragazza (Galja) e Vitalij c’è una specie di feeling. Ma Vitalij non sta cercando moglie, il suo è un interesse puramente di studio sui capelli della ragazza. 
Un giorno Maria trova Vitalij che piange perché il “sistema” dei parrucchieri ce l’ha con lui. Vitalij, infatti, tiene al suo lavoro, al proporre cose nuove, ci mette tempo per fare le teste delle signore, mentre il sistema vuole che lui segua le direttive, non si lanci in proprie iniziative, in modo da sistemare le donne in fretta e fare soldi (o, meglio, farli fare al sistema). Maria prova ad intercedere per lui presso il responsabile del settore parrucchieri, uomo corrotto, che infatti non la ascolta. 
Poco dopo, Vitalij decide di cambiare vita. Entra in fabbrica come apprendista meccanico, con l’idea di dare gli esami liceali per poi andare all’università. Maria non sa se questo sia un bene o un male, ma pensa che forse potrebbe essere qualcosa di buono. 

Libro molto corto ma interessante per i concetti che lascia trasparire sul sistema sovietico. Per esempio (e ammetto di averlo letto nell’introduzione) il grande squilibrio numerico tra donne e uomini in Unione Sovietica, per cui le donne sembrano quasi accettare una situazione di solitudine o di essere l’altra (Galja ha una storia con un uomo sposato che l’ha usata come “sostituta” mentre la moglie era incinta). 
Un altro punto interessante è nel finale, quando Vitalij viene criticato dal “sistema dei parrucchieri” perché prende iniziative personali nel taglio di capelli e perché ha un libricino in cui ha segnato i numeri di alcune clienti (mentre non può avere un giro di sue clienti). Il tutto, in realtà, nato dall’invidia che provano altri parrucchieri che hanno meno clienti e notorietà di lui. 
Maria è un personaggio interessante, pronta ad aiutare disinteressatamente le persone che ha intorno. Si entra subito in simpatia con lei. E’ diretta nel parlare ma è anche delicata e pronta ad ascoltare. 
Vitalij è un ragazzo egocentrico, che affronta la vita calcolando cosa gli conviene maggiormente, ma anche lui è interessante per l’amore che mette nel suo lavoro. 
Il libro, in sintesi, tratta uno scorcio di vita e pur essendo breve è interessante. Mio voto: 7 / 10

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