sabato 20 aprile 2019

Il paese delle nevi - Yasunari Kawabata




Titolo originale: 雪國 (Yukiguni) - 1935


Komako è una geisha del “paese delle nevi”, un paradiso termale sulla costa ovest della maggiore isola del Giappone, dove la neve è alta quindici piedi. Le cortigiane come lei hanno poco in comune con quelle che abitano in città: non potranno mai diventare famose musiciste o danzatrici, né penetrare tra le quinte della politica o degli affari. Il loro destino, infatti, è quello di maturare tra gli incanti e la corruzione del “paradiso”, perpetuamente dedite ai signori che, secondo la tradizione, salgono alle terme per trovarvi il riposo perfetto. Ed è proprio in questo paesaggio da sogno che Komako incontra Shimamura, un ricco e raffinato esteta, con il quale darà vita a un gioco di trasporti trattenuti e rinfocolati, inesorabilmente destinati a svanire. Capolavoro di inesprimibili e struggenti stati d’animo, Il paese delle nevi può essere considerato un piccolo poema in prosa, dove amore e morte si intrecciano in un’atmosfera di diffusa malinconia e incombente tragedia. (www.einaudi.it)



La difficoltà principale di questo libro è quella di entrare nella mentalità giapponese. Purtroppo, Kawabata dà per scontato che chi legge sappia, per esempio, cosa sono le geishe, che nel mondo occidentale sono spesso associate, erroneamente, a delle prostitute. Avendo già letto "Memorie di una geisha", mi è stato effettivamente più facile non cadere in questo fraintendimento.
Ambienti e personaggi rendono molto bene l'idea del Giappone. Kawabata ci regala minuziose descrizioni dei paesaggi al punto di visualizzarli come se li vedessimo dal vero. 
La storia d'amore mi è parsa inconsistente. Komako, a tratti, è insopportabile, con atteggiamenti quasi schizofrenici (vado, no rimango, no vado). I dialoghi tra loro a volte sono proprio assurdi. Poi ad un certo punto c'è una specie di "triangolo" con l'altra geisha che non riesco a capire. Probabilmente c'è una simbologia che non ho compreso pienamente, visto anche cosa succede nella scena finale del libro.
Le scene più belle sono le descrizioni della vita quotidiana, in particolare mi è piaciuto il discorso della lavorazione dei kimono che vanno stesi sulla neve; è un elemento culturale molto interessante.
In alcune recensioni si parla di erotismo velato; io, sinceramente, non ne ho trovato traccia. Ho letto che questo libro è stato tradotto prima dal giapponese all'inglese e successivamente dall'inglese all'italiano; mi chiedo quanto questo abbia in realtà fatto perdere delle sonorità che aveva scritto l'autore.
La scrittura è scorrevole, paradossalmente ho avuto più difficoltà a leggere alcuni scrittori europei "vecchi" piuttosto che questo libro. 
Abbiamo letto questo libro col gruppo di lettura, e nella serata è stata presente anche una concittadina originaria del Giappone che ha sposato un italiano. E' stato molto interessante parlarne con lei che ci ha spiegato alcuni usi e costumi del suo paese. Tuttavia, qui credo sia giusto che parli di quella che è stata la mia esperienza di lettura. Effettivamente, è un libro che appare un po' freddo, come il freddo che circonda tutto nel paese delle nevi.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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