sabato 25 dicembre 2021

La macchia umana - Philip Roth



Titolo originale: The human stain (2000)

Il professor Coleman Silk da cinquant'anni nasconde un segreto, e lo fa cosí bene che nessuno se n'è mai accorto, nemmeno sua moglie o i suoi figli. Un giorno però basta una frase (anzi una sola parola detta per sbaglio, senza riflettere) e su di lui si scatenano le streghe del perbenismo, gli spiriti maligni della political correctness . Allora tutto il suo mondo, la sua brillante vita accademica, la sua bella famiglia, di colpo crollano; e ogni cosa che Coleman fa suscita condanna, ogni suo gesto e ogni sua scelta scandalizzano i falsi moralisti. Non c'è scampo perché "noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c'è altro mezzo per essere qui". Come ha scritto Robert Stone, «Philip Roth è sempre teso, furioso, divertente, pericoloso come quarant'anni fa».  (anobii.com)

Se devo riassumere in poche parole questo libro direi "non vedevo l'ora che finisse". E' stata una lettura pesantissima, non tanto per ciò che viene detto ma per come viene scritto.
Sono andata a rileggermi cosa avevo scritto dell'altro libro che ho letto di Roth, "Nemesi", e là mi ero addirittura segnata che la scrittura era "piacevole, leggera e scorrevole nonostante l'argomento". Qui, tutto questo non c'è.
Roth, attraverso la figura di Coleman Silk, ci mostra sicuramente una società americana piena di contraddizioni e pregiudizi. Silk, non vedendo mai a lezione alcuni studenti, chiede in classe se sono degli "spettri", dei fantasmi, se esistono davvero o meno. Qual è il problema di ciò? Che nello slang americano la parola "spettri", tra i tanti significati, ha anche quello di essere dispregiativo nei confronti dei neri. E qui sembra che gli si ritorca contro il suo grande segreto, l'aver nascosto le sue origini nere, l'aver rinnegato la sua famiglia perchè voleva essere bianco, con una spada di Damocle sulla testa per tutta la vita perchè i geni neri potrebbero ricomparire nei suoi figli o anche in seguito (cosa di cui se ne frega, in effetti). Lui poi, che in realtà ha preso a lavorare in università anche dei professori neri, e quindi non ha sicuramente fatto quel commento con un fondo razzista. E tuttavia, anche coloro che a lui devono essere grati, nel momento in cui viene accusato di razzismo, non muovono un dito per stare dalla sua parte.
Un libro pieno di personaggi ambigui, scritto da uno scrittore che è diventato amico di Coleman negli ultimi tempi, e che ricostruisce la vicenda con quello che sa e con i racconti della sorella di Coleman, Ernestine, che incontra al funerale.
Diversi dei personaggi che ruotano attorno a Silk non sono così puliti e hanno dei grossi problemi alle spalle. Faunia, che ha questo violento ex marito reduce dal Vietnam che soffre di disturbo post-traumatico, e anche lei stessa che finge di non saper leggere e non si sa bene per quale motivo. Anche la professoressa Delphine Roux, francese, che ha lasciato la sua patria per diventare qualcuno in America ma che si rende conto che in America non è apprezzata, a cui ha dato fastidio che Coleman non le abbia fatto delle avances e che ad un certo punto si rende conto che sta cercando un uomo esattamente come lui, spedisce per errore un messaggio a tutto il corpo docente ma per vergogna sostiene che sia stato Coleman ad infiltrarsi nel suo ufficio e a mandarlo per calunniarla, e tutti sono disposti a crederle anche se è la notte in cui Coleman muore e non avrebbe palesemente potuto fare una cosa simile. Gente capace di credere a qualsiasi pettegolezzo messo in giro, senza darsi la briga di azionare il cervello e rendersi conto di quanto le cose siano palesemente false. Gente per cui il problema non è che il presidente Clinton si sia fatto una storia con la Lewinski, ma che si sia fatto beccare in una posizione dove lui era sottomesso e non dove la dominava.
Credo che in questo libro ci siano tanti argomenti anche con chiare implicazioni politiche, tanti salti temporali, tanti cambi  di personaggi, ma il grosso problema è che sono resi con una scrittura per niente accattivante e ne risulta una lettura pesantissima.

"Noi lasciamo una macchia, lasciamo una traccia, lasciamo la nostra impronta. Impurità, crudeltà, abuso, errore, escremento, seme: non c'è altro mezzo per essere qui."

Mio voto: 6 / 10

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