sabato 25 dicembre 2021

Inventario di alcune cose perdute - Judith Schalansky


Titolo originale: Verzeichnis einiger Verluste (2018)
Titolo in inglese: An Inventory of Losses

Partiamo dalla premessa che io giudico un libro per quella che è la mia esperienza di lettura. E aggiungo un corollario per cui se ad un certo punto il libro mi ha stancato, faccio fatica a "riabilitarlo" più di tanto (per cui, anche se gli ultimi capitoli fossero spettacolari, li affronterei con un po' di pregiudizio). Detto questo, questo libro non mi è piaciuto. Mi è piaciuta l'idea di partenza, di trovare dodici cose perdute (fra tutte quelle che ci sono nel mondo) e crearci sopra una storia, ma la realizzazione non mi è piaciuta.
Innanzitutto, molte volte fa l'introduzione di una delle "cose perdute" e poi il racconto parla di altro. tipo il terzo racconto, l'unicorno è solo il tatuaggio sul braccio della cassiera, che c'entra il ciclo? 
Molte volte, si allarga talmente tanto nel discorso che mi ha dato l'idea di essere un po' saccente (tipo nei sette libri di Mani, che è un compendio di storia dell'evoluzione dal primo uomo ai giorni nostri; oppure nel porto di Greifswald dove c'è una prolissa e dettagliata descrizione di ogni singola cosa che vede nel bosco, per carità gran occhio per i dettagli, ma pare un po' fare sfoggio della sua cultura). 
Peraltro, nel racconto del porto di Greifswald, non capisco cosa è perduto, il porto c'è ancora.
Il linguaggio in molti dei racconti è da saggio, molto pesante. L'ultimo (luna di Kinau) non ho capito nulla e non sono tornata indietro a capire.
Due racconti mi sono piaciuti. Il secondo racconto, quello della tigre e del leone pur se mi ha angosciato la cattiveria che l'uomo ha sempre avuto sull'animale, usato solo per diletto, senza rispetto della loro sofferenza. la tigre vince ma viene comunque uccisa. Racconto che è sempre di attualità purtroppo.
L'altro racconto che mi è piaciuto è il 5, del ragazzo vestito di blu, dove parla della decadenza dell'attrice (Greta Garbo?) che fa fatica ad accettare di invecchiare e e si sente fallita dopo un ruolo in costume mal riuscito.
Mi è piaciuta anche la riflessione sul piacere erotico e sui corpi maschili e femminili del racconto n. 10.
Nel complesso ho trovato il libro pesante, più per il modo di scrivere, in alcuni punti decisamente noioso tant'è che ho saltato da riga a riga (soprattutto nelle prolisse descrizioni) e mi ha lasciato abbastanza perplessa sul cosa mi voleva dire, perchè parte con una idea (interessante), con una struttura interessante, ma poi ciò di cui parla a volte è un ricordo personale, a volte una storia inventata, a volte un compendio di tutto ciò che ha studiato. Mi spiace, ma non l'ho apprezzato.
Mio voto: 6 / 10

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