martedì 7 dicembre 2021

Il piccolo villaggio dei sopravvissuti - Peter Duffy


Titolo originale: The Bielski Brothers: The True Story of Three Men Who Defied the Nazis, Built a Village in the Forest, and Saved 1,200 Jews (2003)

Nell’estate 1941, tre fratelli assistono inermi alla deportazione della propria famiglia, una scena agghiacciante che purtroppo si ripeterà migliaia di volte durante la Seconda Guerra Mondiale.
Ma, anziché arrendersi o scappare il più lontano possibile, i tre ragazzi – Tuvia, Zus e Asael Bielski – decidono di disobbedire ai nazisti e resistergli, ingaggiando un’insolita forma di guerriglia. Sfruttando la loro profonda conoscenza delle foreste della Polonia, riescono infatti a costruire un campo segreto tra la fitta boscaglia e a convincere a poco a poco tutti gli altri ebrei della zona a nascondersi in questo strano rifugio. Così, giorno dopo giorno, i fratelli Bielski daranno vita a quella che è stata definita la “Gerusalemme dei boschi”, la più grande operazione di salvataggio di ebrei da parte di altri ebrei della Seconda Guerra Mondiale. E, dopo due anni e mezzo di vita nella natura, i membri di questa comunità – ben 1.200 ebrei – potranno uscire sani e salvi dalla foresta, dopo che l’Armata Rossa avrà messo in fuga i nazisti. (ibs)

Il libro è tratto da una storia vera. Siamo abituati a sentir parlare di Schindler e altri personaggi che aiutarono gli ebrei durante il nazismo, mentre il riconoscimento a questi fratelli bielorussi è arrivato quando ormai erano in tarda età. In realtà anche un quarto fratello, quattordicenne all'epoca dei fatti, partecipò come staffetta, ma i tre che vengono citati sono quelli che presero il comando del gruppo partigiano che, oltre a tenere in salvo dei civili inermi, ingaggiavano la guerriglia contro i tedeschi, al fianco dei russi che volevano riconquistare il territorio.
Il modo di comportarsi dei fratelli Bielski non piacque a tutti, infatti erano piuttosto autoritari e, per alcuni, presuntuosi, tant'è che provarono a sorgere dei gruppi che avrebbero voluto estrometterli dal potere. Senza riuscirci però. 
Non voglio dilungarmi a parlare della trama del libro perchè non posso giudicare una storia veramente successa. Si tratta di un documento storico di una vicenda che io, sinceramente, non conoscevo. A volte le scorribande dei partigiani hanno portato ripercussioni tedesche sui civili non ebrei e, in un paio di episodi, credo che Tuvia abbia tirato fuori la pistola con un po' troppa furia. Ma è difficile immedesimarsi in quello che può essere stata la situazione.
La cosa che proprio non mi è piaciuta è lo stile narrativo del libro. Ammetto che credevo fosse un romanzo, ma non è così. E' un resoconto abbastanza giornalistico delle vicende, intervallate a volte da interviste che lo scrittore ha fatto ai personaggi dell'epoca. E' un po' come ascoltare un documentario, e sinceramente mi ha reso la lettura molto noiosa in diversi punti.
Interessante per chi ama la storia nuda e cruda, senza fronzoli. Gli rendo sicuramente il merito di essere un buona testimonianza.
Mio voto: 6 / 10

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