lunedì 4 luglio 2016

24 per 3 - Jennie Walker




Titolo originale: 24 for 3 - 2007

Lui le chiede se preferirebbe fare l'amore per novanta minuti o per cinque giorni. Le partite di cricket, per dire, possono durare anche cinque giorni. Non è l'unica particolarità di uno sport che, se non si conoscono le regole, appare misterioso e imperscrutabile come la lingua privata di due innamorati. Fielder, wicket, first slip... il cricket ha il suo idioma, oscuro anche per un inglese, i suoi codici di comportamento, i suoi ruoli. Quelli di moglie, amante, madre, ad esempio: tutti ruoli difficili, soprattutto se li ricopri nello stesso momento. Bisogna prendere molte decisioni, durante il gioco. È facile sbagliare. Come nella vita? No, la vita è la vita, il cricket è un gioco, dice lui. Lei gli chiede di spiegargliele, le regole. Le servono spiegazioni in questo momento, ha bisogno di capire come funziona perché di colpo tutto sembra andare per conto proprio, senza alcun senso: Selwyn, l'amato figliastro adolescente, è scappato di casa e ha fatto perdere le sue tracce, il marito riordina libri nel buio senza dire una parola, la ragazza alla pari polacca che da anni vive con loro si è ficcata in chissà quale pasticcio. Ma né l'amante né il marito possono spiegare. Dovrà giocare da sola perché, anche se il cricket è uno sport di squadra, spesso l'andamento di un incontro è modificato dall'azione di un singolo giocatore. E da sola dovrà scoprire le regole - meglio: inventarne di nuove - giocare in tutti i ruoli, trasformarsi in un perfetto all-rounder. È vero, l'esperienza serve. Ma qualche volta capita anche che i novellini giochino meglio di quelli più navigati. Cinque giorni allora, risponde lei. C'è anche una pausa per dormire, o per mangiare? E una per leggere? Solo ad alta voce. Un piacere da condividere. (www.einaudi.it)

Jennie Walker è in realtà uno pseudonimo dietro a cui si nasconde un poeta inglese, Charles Boyle. Con questo libro ha addirittura vinto il MacKitterick Prize nel 2008.
La mia opinione? Probabilmente non ho capito lo spirito con cui è stato scritto, ma l'ho trovato terribilmente noioso, al punto che a pagina venti avrei voluto chiuderlo e riportarlo in biblioteca, e invece sono caparbiamente arrivata alla fine. Tempo perso, perchè il libro è rimasto contorto e soporifero. Pieno di riflessioni buttate lì, molte piuttosto banali. Suppongo che lo scrittore volesse parlare del tormento di questa donna che è la seconda moglie di un vedovo, ha un amante che fa il perito assicurativo, un figliastro che a un certo punto sparisce e ricompare a casa dell'amante (?!!?), una ragazza alla pari ex babysitter del figliastro che anche se lui non ne ha più bisogno continua a vivere con loro. Sinceramente, non ci perdo altro tempo. Se mi avessero spiegato solo le regole del cricket le avrei capite meglio.
Mio voto: 3 / 10 (per non infierire)

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