Arno e
Sara si incontrano da ragazzini e istintivamente si amano. Un pomeriggio
d'estate lei lo lascia, dicendogli che le «piacciono gli amori infelici». Si
ritrovano molti anni dopo, decidono di sposarsi: sono allegri, innamorati,
sembrano felici. Arno ama la sua vita così com'è: suona il violoncello alla
Scala, ha avuto tre figli dalla donna della sua vita, non si fa domande. È
convinto di dare a Sara tutto se stesso e non si spiega le malinconie e le
bugie che affiorano poco a poco. Ma il disagio della moglie col tempo aumenta,
finché una mattina Arno non sarà costretto da un evento inconcepibile a
chiedersi chi è davvero la donna che ama da sempre. Con titubanza, inizia a
seguire una pista di ferite giovanili e passioni soffocate e, con crescente
sgomento, ritrova il bandolo di storie insospettabili. Costruito secondo la
vertiginosa spirale di una fuga, L'acustica perfetta ha la delicatezza
di un romanzo di formazione – la formazione di un uomo adulto, di un amore – e
la rapinosa potenza di un romanzo d'indagine, di un viaggio nel profondo,
dentro i silenzi e i segreti delle nostre vite. (da http://www.librimondadori.it)
Libro letto per il gruppo di lettura. Partiamo dalle cose positive: è un libro di facile lettura, molto scorrevole. Scivola via perchè siamo spinti a capire dove portano le ricerche di Arno. Però credo che la trama in diversi punti sia abbastanza inverosimile.
La storia è raccontata in prima persona proprio da Arno, il quale, abbandonato su due piedi da Sara, tre giorni prima di Natale, è costretto a prendere in mano la sua famiglia e far sì che tutto vada avanti. Nel frattempo, comincia una ricerca forsennata di Sara, andando a cercare le persone che nel passato hanno condiviso qualcosa di lei, scoprendo segreti di cui lei non gli ha mai parlato.
Ho trovato il personaggio di Sara abbastanza fastidioso. Arno avrà anche avuto tutti sti difetti che lei gli "rinfaccia", ma è anche vero che è molto comodo buttargli addosso tutte le colpe senza aver mai parlato, senza aver mai mostrato il proprio disagio. Mi sembra un po' troppo facile. Lei voleva essere capita e aiutata, ma in verità non ha fatto nulla per chiedere aiuto.
Dicevo che alcune cose sono abbastanza inverosimili secondo me. Per esempio, l'atteggiamento dei figli; la mamma sparisce di casa e loro sono totalmente tranquilli? Mah. Ti viene quasi il dubbio che loro abbiano un qualche contatto segreto con la madre.. ma davvero sono così bravi che non gli scappa mai nessun riferimento? Mah.
Poi va beh, il finale, in cui lui arriva addirittura a ringraziare Sara perchè con la sua fuga gli ha fatto capire qual è davvero il grande amore della sua vita e anzi, Arno spera che lei sia felice con il loro amico… Terzo mah.
Probabilmente, la scorrevolezza della lettura fa un po' perdere il senso di profondità che probabilmente l'autrice voleva trasmettere.
Mio voto: 6 e mezzo / 10
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