lunedì 11 luglio 2016

Addio a Valentino Zeichen



(ANSA) - ROMA, 5 LUG - Un poeta narrativo, "del racconto, molto veloce e simultaneo, soprattutto nei tempi di Internet". Così si sentiva Valentino Zeichen, morto oggi a 78 anni al Santa Lucia di Roma dove era in riabilitazione dopo l'ictus che lo aveva colpito lo scorso 17 aprile e dal quale sembrava si stesse riprendendo bene. Per lui si erano mobilitati amici, estimatori e il mondo intellettuale e politico per il riconoscimento del vitalizio della legge Bacchelli, conferita lo scorso maggio. Un riconoscimento sul quale aveva in passato ironizzato definendolo il 'Nobel della miseria'. Lascia la figlia Marta. 
"Sempre un passo indietro e sempre un passo oltre, ci mancherà molto" ha sottolineato il presidente del Consiglio Matteo Renzi di questo poeta pieno di segreti, "stregato" come lui diceva di sentirsi dopo la candidatura al Premio Strega 2016 con il suo unico scanzonato e poetico romanzo 'La sumera'. Uno scrittore che lavorava come "un chimico che fa prodotti sofisticati" anche se sapeva essere molto lirico come nella poesia 'A Evelina', dedicata alla madre che aveva perso da piccolo, che era la sua preferita ed è anche l'ultima che ha letto in pubblico, alla libreria Mondadori di via Piave a Roma. Questi i primi versi: "Dove saranno finiti/la veduta marina,/il secchiello e la paletta,/e i granelli di sabbia/che l'istantaneo prodigio/tramutò in attimi fuggenti,/travisandoli dal nulla/in un altro nulla?". 
Originario di Fiume dove era nato nel 1938, ha vissuto per quarant'anni vicino a Piazza del Popolo, in una baracca al Flaminio a cui era molto legato che era diventata una leggenda. Un pò come la sua vita di poeta dai modi snob, dandy e libertino che nei primi anni romani girava con i pantaloni tenuto dallo spago mantenendo la sua strana eleganza, come ricorda l'amico Aurelio Picca. (omissis..). 
Autore di numerose raccolte di poesie - dal 1974 quando uscì la prima 'Area di rigore', pubblicate negli ultimi anni negli 'Oscar Mondadori', Zeichen aveva il gusto dell'ironia e del paradosso e dopo 'La sumera' voleva continuare sulla strada della narrativa. Stava infatti lavorando a un nuovo romanzo che si portava sempre dietro, 'Invidia contro invidia' del quale aveva "alcuni foglietti in tasca quando ha avuto l'ictus" racconta Elido Fazi al quale Zeichen aveva affidato negli anni i suoi Diari "12-15 quaderni scritti a mano, molto ordinati". "Adesso vedremo se pubblicarli. Ci sono poesie, commenti, pensieri" spiega l'editore (omissis..)
Con la poesia non "ho più nulla da dire" aveva sottolineato Zeichen parlando con l'Ansa, nei giorni della sua candidatura allo Strega, della narrativa come "di un abisso di fantasmi, di cose reali". 
Alla clinica Santa Lucia ha scherzato fino all'ultimo con il suo editore su questa sua nuova grande fase mistica. "Aveva ripreso a parlare benissimo. Era sempre tra la battuta e la verita'" come ricorda Fazi.

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