Titolo originale: Die Sonnenblume (1970)
Titolo in inglese: the sunflower
Nel 1942, a Leopoli, una SS morente chiede ad un ebreo il perdono per i crimini che ha commesso. A rifiutare questa grazia al giovane nazista è Simon Wiesenthal, che dopo la guerra diventerà l'implacabile "cacciatore dei nazisti" . A distanza di tempo quel rifiuto continua a turbare Wiesenthal: ne discute con gli amici, va a visitare l'anziana madre della SS, infine decide di raccontare quella vicenda per chiedere e sé stesso e ad altri testimoni e intellettuali se ha commesso un errore, negando il perdono. (www.ibs.it)
"Ed ecco, a sinistra, lungo la strada, vidi un cimitero militare. [..] E su ogni tomba stava ritto, come un soldato, un girasole. Guardavo come incantato. Sembrava che i fiori captassero come specchi i raggi del sole riflettendo nel buio delle fosse...un periscopio...Sì, certo era così: così i morti ricevevano luce e messaggi. E improvvisamente invidiai i soldati morti. Ognuno aveva il suo girasole, che lo teneva ancora unito al mondo, aveva le farfalle che venivano sulla sua tomba. Ma per me non ci sarebbero stati girasoli. Sarei finito in una fossa scavata in fretta, su un mucchio di cadaveri, sotto altri mucchi di cadaveri. Nessun girasole avrebbe mai portato luce in queste tenebre e le farfalle sarebbero volate lontano."
In questo libro, Wiesenthal, ebreo sopravvissuto a molti campi di concentramento, parla di un episodio che gli è realmente capitato e che lo ha segnato al punto da tormentarlo per tutta la vita senza arrivare ad una risposta. Questa risposta prova a chiederla anche a diversi personaggi / filosofi / autorità, di diverse origini e di diverse religioni.
Difficile dare una risposta, anche se la grossa maggioranza delle personalità a cui Wiesenthal ha spedito il libro e chiesto un parere, è d'accordo con il comportamento che ha tenuto lui.
E' un libro che si legge piuttosto scorrevolmente, la scrittura è chiara, semplice. L'argomento è terribile, perchè ciò che ha vissuto Wiesenthal è, a mio parere, ingiustificabile e ciò che ha fatto la giovane SS è di una atrocità smisurata.
Tutti gli anni, in questo periodo, cerco di leggere un libro che abbia come tema l'olocausto. Più leggo libri su questo argomento, e più scopro nuove atrocità compiute dai tedeschi in quel periodo. Ma la cosa che mi fa provare raccapriccio, è che l'umanità non sta capita, non impara, non trae insegnamento da ciò che è stata una vergogna mondiale.
In realtà, il libro si divide in due parti. Nella prima parte (circa 200 pagine) c'è l'episodio narrato da Wiesenthal. Il girasole è il fiore che veniva piantato sopra le tombe dei soldati tedeschi defunti, una sepoltura che Wiesenthal arriva ad invidiare perchè a lui attende una fossa comune e sicuramente nessun fiore piantato sopra. Lo stesso girasole probabilmente andrà ad adornare la tomba della SS morente a cui Wiesenthal nega il perdono, rifiutandosi anche di prendere alcuni oggetti che il soldato vorrebbe lasciargli.
Nella seconda parte (Circa 300 pagine), ci sono le lettere delle personalità che gli hanno risposto. Sinceramente, questa parte è abbastanza noiosa. Cioè, una dozzina di testimonianze, ok, sono interessanti. Ma 53 risposte in trecento pagine non finivano più (e ammetto che alcune le ho saltate). Tra i tanti, anche Primo Levi. Tutto l'elenco di chi ha risposto lo trovate nella pagina inglese di wikipedia.
E' un libro che consiglio di leggere comunque.
Mio voto: 8 / 10
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