Titolo originale: Moi Nojoud, 10 ans, divorcée (2009)
La storia vera di Nojoud Ali, una bambina di nove anni costretta a sposare un uomo di trenta che non conosce, perchè in questo modo suo padre avrebbe una bocca in meno da sfamare.
Siamo in Yemen, un paese in cui le donne non hanno alcuna voce ma devono solo obbedire al padre, ai fratelli maschi e al marito. Un paese in cui è normale che una bambina a nove anni sia data in sposa ad un uomo che ha tre volte la sua età e che, in teoria, dovrebbe almeno aspettare la pubertà prima di metterle le mani addosso. Invece Nojoud finisce nelle mani di un mostro, che la porta a vivere in un paese isolato e che se ne frega dei suoi nove anni e del dolore che le procura. Ma Nojoud è solo una bambina che si sente sporca, che vuole giocare, che vorrebbe andare a scuola, che è disperata perchè nessuno ascolta il suo dolore, nemmeno sua madre. Però la seconda moglie del padre le dice che potrebbe rivolgersi al tribunale e Nojoud, in preda alla paura di essere scoperta, un giorno scappa e raggiunge davvero il tribunale di Sana'a, dove alcuni giudici ascoltano con partecipazione il suo dolore e la aiutano in ogni modo.
Anche se ha un lieto fine, questa non è una favola. E' la storia di una battaglia che di sicuro non ha sradicato le tradizioni millenarie di un paese, ma ha portato alla luce una tragica situazione.
E' un libro molto triste, l'argomento è raccapricciante. Sinceramente non capisco cosa possa spingere un uomo di trent'anni a prendersi una moglie che non sa nemmeno cosa sia il matrimonio e il sesso, ad un'età in cui avrebbe il diritto solo di giocare con le amiche. Saranno tradizioni diverse, e vorrei mantenere un certo distacco sull'argomento perchè non voglio offendere nessuno, ma sinceramente trovo raccapricciante tutta la situazione.
Il libro si legge bene, è scorrevole, soprattutto non scende in dettagli scabrosi, rimane "leggero" nonostante l'argomento trattato, probabilmente volendo essere una specie di autobiografia di una bambina. Quello che però non mi ha convinto, è proprio la scrittura. Nojoud ha scritto questo libro insieme a una giornalista franco-iraniana (Delphine Minoui) o, più verosimilmente, la giornalista ha ascoltato la storia e l'ha riscritta, perchè trovo abbastanza inverosimile che una bambina di dieci anni possa scrivere con un linguaggio così forbito. E questo credo sia un po' la sua pecca, dal momento che il libro è scritto in prima persona.
Mio voto: 8 / 10
Nessun commento:
Posta un commento