Titolo originale: Eppure cadiamo felici (2017)
Il suo nome esprime allegria, invece agli occhi degli altri Gioia non potrebbe essere più diversa. A diciassette anni, a scuola si sente come un’estranea per i suoi compagni. Perché lei non è come loro. Non le interessano le mode, l’appartenere a un gruppo, le feste. Ma ha una passione speciale che la rende felice: collezionare parole intraducibili di tutte le lingue del mondo, come cwtch, che in gallese indica non un semplice abbraccio, ma un abbraccio affettuoso che diventa un luogo sicuro. Gioia non ne hai mai parlato con nessuno. Nessuno potrebbe capire.
Fino a quando una notte, in fuga dall’ennesima lite dei genitori, incontra un ragazzo che dice di chiamarsi Lo. Nascosto dal cappuccio della felpa, gioca da solo a freccette in un bar chiuso. A mano a mano che i due chiacchierano, Gioia, per la prima volta, sente che qualcuno è in grado di comprendere il suo mondo. Per la prima volta non è sola. E quando i loro incontri diventano più attesi e intensi, l’amore scoppia senza preavviso. Senza che Gioia abbia il tempo di dare un nome a quella strana sensazione che prova.
Ma la felicità a volte può durare un solo attimo. Lo scompare, e Gioia non sa dove cercarlo. Perché Lo nasconde un segreto. Un segreto che solamente lei può scoprire. Solamente Gioia può capire gli indizi che lui ha lasciato. E per seguirli deve imparare che il verbo amare è una parola che racchiude mille e mille significati diversi.
Ci sono storie capaci di toccare le emozioni più profonde: Eppure cadiamo felici è una di quelle. Enrico Galiano insegna lettere ed è stato nominato nella lista dei migliori cento professori d’Italia. I giovani lo adorano perché è in grado di dare loro una voce. Grazie al suo modo non convenzionale di insegnare, in breve tempo è diventato anche un vero fenomeno della rete: ogni giorno i suoi post su Facebook e i suoi video raggiungono milioni di visualizzazioni. Un romanzo su quel momento in cui il mondo ti sembra un nemico, ma basta appoggiare la testa su una spalla pronta a sorreggere, perché le emozioni non facciano più paura. (goodreads)
Primo libro dell'anno, quello di cui abbiamo parlato al gruppo di lettura della ex biblioteca.
Commento a caldo: mah. L'impressione che ho avuto fin da subito è che fosse un libro scritto per dei ragazzi, e ci sta. Senonchè, non capivo dove voleva andare a parare. Gioia le ha tutte, dalla famiglia disastrata, al vivere in un quartiere infimo, al non avere amici a scuola, all'avere una amica immaginaria (che a diciassette anni non è proprio normale...). Per fortuna che c'è un professore che ha capito benissimo come si sente e che ad ogni ricreazione le concede una risposta ad una sua domanda. Poi Gioia scappa di casa, dopo una lite coi suoi (col padre che le chiede di decidere se la colpa dei loro problemi sia più della madre o del padre) e finisce in una zona che non conosce, dove trova un bar chiuso dove c'è un ragazzo che gioca a freccette. Un tipo strano come lei, con cui si sente in affinità e con cui comincia a parlare. Finchè l'amicizia si trasforma in qualcosa di decisamente più profondo. Poi "Lo" scompare di nuovo e lei comincia a cercarlo, sollevando un polverone pazzesco, e dovendo fare una scelta difficilissima: rispettare una promessa e mantenere un segreto oppure svelare il segreto per aiutare "Lo" ma rischiare di perderlo?
Tante cose in questo libro, forse troppe. Alcune decisamente inverosimili, a partire proprio dal professore con questo atteggiamento quasi paterno, probabilmente un po' alter ego dell'autore. Non so, ai miei tempi non c'era speranza che un professore fosse così disponibile. Poi è un po' stereotipato il fatto che il professore di filosofia debba essere vecchio, col bastone e la macchina scassata...
Mi stava piacendo molto la storia tra Gioia e Lo, anche se alcuni dialoghi sono un po' assurdi. Poi però che finiscano a fare sesso sul tetto di un palazzo, mah.
Una figura decisamente pessima la fanno gli adulti in questo libro, sono uno peggio dell'altro. Mi riferisco ai genitori principalmente. Tuttavia, quando poi si trova a dover prendere la decisione più adulta di tutta la sua vita, Gioia dovrà comunque fare affidamento ad un adulto.
L'ultima parte, con le lettere di lei, l'ho trovata un po' noiosa. Mentre mi è piaciuto il finale che però lascia intendere che ci sia un seguito (e infatti c'è, ma non ho in previsione di leggerlo per ora).
Libro carino, anche prendendo come licenze "poetiche" le cose più strane mi lascia però il dubbio su che giudizio darne. Si legge bene, ha un linguaggio molto semplice, probabilmente piace di più a lettori decisamente più giovani di me. A me non ha fatto impazzire. Non è tanto quello che dice ma il modo in cui lo dice che non mi convince. Ci sono romanzi "di formazione" che sono decisamente scritti meglio.
Mio voto: 6 e mezzo / 10
Nessun commento:
Posta un commento