mercoledì 11 giugno 2014

L'arte di ascoltare i battiti del cuore - Jan-Philipp Sendker



A Kalaw, una tranquilla città annidata tra le montagne birmane, vi è una piccola casa da tè dall’aspetto modesto, che un ricco viaggiatore occidentale non esiterebbe a giudicare miserabile. Entrando, sulla parete di fronte è possibile scorgere una vetrina con biscotti e dolcetti di riso sui quali si posano mosche a dozzine. Accanto, un fornello a gas con sopra un bollitore nero di fuliggine con l’acqua per il tè. Negli angoli, cataste di cassette di legno con bottigliette piene di una bibita arancione. Il caldo poi è soffocante, così come gli sguardi degli avventori che scrutano ogni volto a loro poco familiare con fare indagatorio. Julia Win, giovane newyorchese appena sbarcata a Kalaw, se ne tornerebbe volentieri in America, se un compito ineludibile non la trattenesselì, in quella piccola sala da tè birmana. Suo padre, avvocato di successo, marito fedele e genitore integerrimo, è scomparso. Un giorno, semplicemente, non è più rincasato, e nei mesi successivi non ha dato alcuna notizia di sé, nemmeno un breve cenno di commiato. Solo il silenzio più assurdo e crudele. La polizia ha fatto le sue indagini e tratto le sue conclusioni. Tin Win, arrivato negli Stati Uniti dalla Birmania con un visto concesso per motivi di studio nel 1942, diventato cittadino americano nel 1959 e poi avvocato newyorchese di grido… un uomo sicuramente dalla doppia vita se le sue tracce si perdono nella capitale del vizio, a Bangkok. L’atroce sospetto che una simile ricostruzione della vita di suo padre potesse in qualche modo corrispondere al vero si è fatto strada nella mente e nel cuore di Julia fino al giorno in cui sua madre, riordinando la soffitta, non ha trovato una lettera di suo padre. La lettera era indirizzata a una certa Mi Mi residente a Kalaw, in Birmania, e cominciava con queste struggenti parole: «Mia amata Mi Mi, sono passati cinquemilaottocentosessantaquattro giorni da quando ho sentito battere il tuo cuore per l’ultima volta». Una pura, indimenticabile lettera d’amore che ha scosso profondamente Julia. Il desiderio di scoprire i segreti del padre, e magari persino di ritrovarlo, si è fatto così irresistibile che Julia ha deciso di partire immediatamente per Kalaw, quella piccola città annidata tra le montagne, dove tutto ora le appare estraneo: la luce, i profumi, i rumori, le persone. La giovane figlia di Tin Win non sa ancora che proprio a Kalaw, in quella modesta casa da tè, conoscerà per bocca del più miserabile dei suoi avventori, un vecchio dalla camicia ingiallita e dai sandali di gomma, una storia meravigliosa fatta del destino segnato dalle stelle, di forza della fede, di misteri e saggezza buddhista e di un amore sconfinato… Romanzo che ci conduce nel cuore segreto della Birmania, L’arte di ascoltare i battiti del cuore ha svelato sulla scena letteraria internazionale il talento di Jan-Philipp Sendker. (da www.neripozza.it) 

Ho spudoratamente copiato la presentazione che ne fa la casa editrice. Quando penso a questo libro mi viene in mente subito la parola: "meraviglioso". Uno tra i più belli che abbia mai letto. Julia, si mette sulle tracce del padre, sparito subito dopo la sua laurea. Lei non si capacita di come e perché lo abbia fatto, ma non si dà pace, deve trovare una risposta. E la va a cercare nella città natale del padre, Kalaw, in Birmania. Qui le si avvicina un vecchio che, con molta calma, le racconta una bellissima storia d'amore, mai finita nonostante il tempo e la distanza. E Julia scoprirà molto sul padre.
Non so che dire, si respira la pace, si respira l'amore in queste righe.
La scrittura è scorrevole, la storia meravigliosa ed intensa.
Mio voto: 10 / 10. Assolutamente.

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