domenica 7 ottobre 2018

Tempi difficili - Charles Dickens


Titolo originale: Hard Times - For These Times (1854)

Pubblicato nel 1854, "Tempi difficili" fu fin da subito uno dei libri più discussi del grande romanziere inglese, anche per la decisa vena anti-utilitarista che ispira la trama. Duramente criticato da autori "conservatori" come Maculay, fu però valorizzato da autori più sensibili alla questione sociale, come John Ruskin e in seguito George Orwell, che ne esaltò "la generosa rabbia". Ispirato dalle osservazioni fatte dall'autore sulle condizioni di vita operaie e gli scioperi scoppiati nella cittadina di Preston, nei pressi di Manchester (in quegli anni già al centro del resoconto di Engels sulla condizione della classe operaia), il libro è ambientato in una città di fantasia, Coketown (la città del coke, del carbone). Al centro della vicenda il credo di Thomas Gradgrind, un industriale fiducioso "solamente nelle statistiche" e che educa di conseguenza i suoi due figli, Louisa e Tom, dei quali reprime con metodo ogni lato fantasioso e idealistico. La figlia, difatti, viene data in sposa a un altro avido capitalista della cittadina, Josiah Bounderby, un tipo avaro e impostore, di ben trent'anni più anziano della ragazza. Lei accetta, fino all'amaro epilogo, quando, ritornata dal padre, questi si renderà conto della follia del suo sistema educativo. (www.lafeltrinelli.it)

Dickens pubblicò Tempi difficili a puntate. Il suo intento principale fu quello di sostenere la campagna in favore della riforma delle condizioni di lavoro per "dare il più duro colpo di cui sono capace" in nome di quelli che lavorano in condizioni così orribili.
Il libro è ambientato nella cittadina fittizia di Coketown, e già il nome rende l'idea del clima che può aleggiare sulla città.
Il racconto è strutturato in tre parti, legate al versetto "ciascuno di noi raccoglie quello che ha seminato" (Galati, 6:7), ovvero: quello che viene fatto nel presente ha degli effetti diretti su quello che succederà nel futuro. Il libro primo è intitolato "La semina", il secondo "La mietitura" e il terzo "Il raccolto".
Il romanzo parte un po' lento, perchè Thomas Gradgrind, fondatore del sistema scolastico di Coketown, spiega le sue teorie dei fatti, sostenendo la validità solo di ciò che è provato (scientificamente, matematicamente, ecc.) e condannando come sciocchezze tutto ciò che sono i sentimenti e l'immaginazione. Dello stesso parere è il suo amico Bounderby, un ricco industriale, banchiere e commerciante dal carattere presuntuoso, sempre intento a ricordare che è un uomo che viene dai bassifondi che si è fatto da solo (cosa che verrà contraddetta dalla madre alla fine del libro, umiliandolo pubblicamente).
Gradgrind ha due figli; Louisa, rigida come la sua educazione, verrà costretta a sposare proprio Bounderby; Tom rapinerà una banca, deludendo enormemente il padre e portandolo a ripensare le sue teorie educative.
Troviamo poi Sissy, figlia di un uomo del circo che la abbandona pensando che senza di lui crescerà meglio; Gradgrind le proporrà di aiutarla, costringendola però ad abbandonare il circo e tutte le fantasie che esso porta. E' l'unico dei personaggi che non finisce male...
Un altro personaggio che mi aveva colpito era l'operaio Stephen Blackpool, buono, onesto, lavoratore, sposato con una donna che è scappata ma non può divorziare per stare insieme alla donna che ama.
La parte di denuncia del lavoro operaio e del comportamento dei sindacati è molto interessante e decisamente feroce, come anche quella di presa in giro del sistema scolastico utilitaristico. In effetti, un po' tutta la vicenda è abbastanza feroce nei confronti dei personaggi. Praticamente nessuno (a parte Sissy) fa una bella fine, indipendentemente che siano stati onesti o meno. Mi è piaciuto che almeno Gradgrind alla fine del libro si rende conto di quanto assurde fossero le sue teorie, anche se deve perdere due figli prima di arrivarci.
Ammetto che il libro l'ho letto lo scorso anno e non ho proprio freschi i dettagli, ma volevo scriverne qualcosa prima di incominciare un altro romanzo di Dickens, non volendo poi fare confusione tra le due recensioni. Il libro è triste, crudele, ma mi era piaciuto molto. La vicenda si segue bene anche se i personaggi coinvolti sono molti, tuttavia sono ben caratterizzati. Lettura molto interessante.
Mio voto: 8 / 10

Nessun commento:

Posta un commento