Titolo originale:
Dauðarósir (1998)
Titolo inglese: Silent kill
Il cadavere nudo di una ragazza con il viso truccato vistosamente e una lettera J tatuata sulla natica viene ritrovato sulla tomba di Jón Sigurðsson, eroe nazionale islandese. A un primo esame l’omicidio sembra avvenuto per strangolamento. L’autopsia, che pare confermare l’ipotesi, fornisce altre risposte: la vittima era anoressica e faceva uso di droghe, su tutto il corpo ci sono chiari segni di violenza. Come mai l’assassino ha deciso di lasciare il cadavere in un luogo così simbolico? Vuole lanciare un messaggio? Le indagini, affidate a Erlendur Sveinsson e Sigurður Óli, si prospettano lunghe e complicate, ma i due investigatori possono contare sull’aiuto di Eva Lind, la figlia di Erlendur, che frequenta le stesse brutte compagnie della vittima. In breve tempo riescono così a risalire all’identità della ragazza, Birta, che aveva solo ventidue anni. Tutte le piste conducono al sottobosco della droga e della prostituzione, un mondo in cui uomini ricchi e spietati si comportano da padroni, senza rispetto per la vita degli altri. L’assassino, però, potrebbe essere qualcuno di insospettabile… In questa sua seconda indagine, l’ispettore Erlendur, poliziotto in perenne lotta con i fantasmi del passato e con la sua inadeguatezza di padre, dovrà scavare nelle perversioni più torbide dell’animo umano, e si scontrerà con le promesse tradite di una intera generazione di giovani alla deriva, in un paese che ha sacrificato la propria identità e i propri valori. (goodreads)
"Dove persero colore i giorni della tua vita?"
Seconda avventura dell'ispettore Erlendur e del suo collega Sigurdur Oli, pubblicata dieci anni dopo la fine dell'intera serie, ma va beh.
La descrizione del libro è molto chiara. Stavolta sono alle prese con il cadavere di una ragazza ritrovato sulla tomba dell'eroe nazionale islandese e sono costretti ad indagare nel mondo della droga a della prostituzione, chiedendo anche l'aiuto di Eva Lind, la figlia tossicodipendente di Erlendur, il quale è alle prese col suo senso di colpa esistenziale nei confronti dei figli che ha abbandonato da piccoli, entrambi caduti nelle dipendenze (Eva Lind della droga, Sindri Snaer dell'alcool). In questo libro ha molto spazio la riflessione di Erlendur riguardo ai figli e alla famiglia.
Grande è anche la riflessione su ciò che viene chiamato "modernità" e di come l'abbandono delle campagne a favore delle città sia iniziato come processo naturale ma sia stato accelerato dai costruttori edili. E' interessante anche la riflessione di Erlendur sul fatto che i giovani non hanno più tradizioni, non sanno nemmeno chi sia Jon Sigurdsson.
Uno dei personaggi della vicenda è un riccone che inframmezza i suoi discorsi con termini in americano. Sicuramente è caratterizzante del personaggio, e non mi dà particolarmente fastidio, però mi chiedo se uno che non capisce la lingua potrebbe avere invece difficoltà.
Forse, più della vicenda criminale in sè, è interessante il sottofondo criminale e politico-sociale che l'autore ci mostra. E mi piace anche molto che un po' alla volta scopriamo il passato dell'ispettore.
Primo libro dell'anno, sapevo di cominciarlo bene perchè Indridason è sempre piacevole.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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1997 - (Synir Duftsins) - I figli della polvere
1998 - (Dauðarósir) - In silenzio si uccide
2000 - (Mýrin) - Sotto la città
2001 - (Grafarþögn) - La signora in verde
2002 - (Röddin) - La voce
2004 - (Kleifarvatn) - Un corpo nel lago
2005 - (Vetrarborgin) - Un grande gelo
2007 - (Harðskafi) - Un caso archiviato
2008 - (Myrká) - Un doppio sospetto
2009 - (Svörtuloft) - Cielo nero
2010 - (Furðustrandir) - Le abitudini delle volpi
Serie del giovane Erlendur:
2011 - (Einvígið) - Sfida cruciale (protagonista Marion Briem, prima comparsa di Erlendur)
2012 - (Reykjavíkurnætur) - Le notti di Reykjavík
2014 - (Kamp Knox) - Un delitto da dimenticare
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