lunedì 12 febbraio 2018

L'uomo che metteva in ordine il mondo - Fredrik Backman


Titolo originale: En man som heter Ove - 2012
English title: A Man Called Ove

Ove ha 59 anni. Guida una Saab. La gente lo chiama "un vicino amaro come una medicina". Solo perché non si aggira con un sorriso stampato sulle labbra? Non esattamente. Ove ce l'ha un po' con tutti nel quartiere: con chi parcheggia l'auto fuori dagli spazi appositi, con chi sbaglia a fare la differenziata, con la tizia che gira con i tacchi alti e un ridicolo cagnolino al guinzaglio, con il gatto spelacchiato che continua a fare la pipì davanti a casa sua. Ogni mattina alle 6.30 Ove va a fare la sua ispezione poliziesca nel quartiere, affinché le regole siano rispettate. Ma il mondo è talmente indisciplinato e privo di senso che Ove decide di farla finita. Ha preparato tutto nei minimi dettagli: chiuso l'acqua e la luce, pagato le bollette, sistemato lo sgabello... Ma... anche in Svezia accadono gli imprevisti che mandano a monte i piani. In questo caso è l'arrivo di nuova famiglia di vicini che piomba accanto a Ove e subito fa impazzire tutta la sua vita regolata. Tra imprevisti e disagi, Ove non solo riuscirà a farsi inaspettatamente degli amici, ma anche a capire che questa vita imperfetta, caotica, ingiusta non è poi così male.


Non credo di aver mai letto un libro che mi ha fatto tanto ridere quanto piangere, come questo. Sì perchè in queste pagine abbiamo dei momenti di incredibile ilarità alternati a momenti veramente tristi.

"La morte è una cosa curiosa. Viviamo tutta la vita come se non esistesse, ma il più delle volte è una delle ragioni in assoluto più importanti per vivere. Alcuni di noi ne diventano consapevoli così in fretta che vivono più intensamente, più ostinatamente, e in maniera più furiosa. Altri necessitano della sua costante presenza per sentirsi vivi. Altri ancora finiscono per accomodarsi nella sua sala d’attesa molto tempo prima che lei abbia annunciato il suo arrivo. La temiamo, eppure la gran parte di noi teme soprattutto l’eventualità che colpisca qualcun altro, qualcuno a cui vogliamo bene. Perché la più grande paura legata alla morte è che ci passi accanto. Che si prenda chi amiamo. E che ci lasci soli."

Ove è rimasto vedovo da sei mesi, ma non ce la fa a sopportare questa vita di solitudine. Ed oltre a questo, in ufficio lo hanno prepensionato, giustificando che ora potrà avere del tempo per sè. 
Ove ogni giorno si reca alla tomba di Sonja e le dice che sta per raggiungerla. Ma ogni giorno succede qualcosa per cui, in qualche modo, Ove viene fermato nel suo intento.
Nella narrazione si passa spesso dal presente al passato, ai ricordi di quando c'era Sonja e la vita aveva un significato.

"Ove le aveva costruito una libreria, che lei aveva riempito pagine e pagine di emozioni. Ove s'intendeva di ciò che poteva vedere e toccare. Calcestruzzo e cemento. Vetro e acciaio. Attrezzi. Cose che si potevano calcolare. Capiva gli angoli retti e le istruzioni chiare, i modelli delle costruzioni e i progetti. Le cose che si potevano disegnare sulla carta. 
Era un uomo in bianco e nero. 
E lei era il colore. Tutto il suo colore"

Ma forse il problema non è la vita, è che Ove è un uomo che non vuole guardare avanti. Per Ove tutto ha un suo scopo, una sua funzione, una sua routine; ci sono regole e vanno rispettate. Ora che sua moglie non c'è più e che non ha nemmeno più una funzione lavorativa, Ove vuole semplicemente raggiungere la moglie, senza lasciare debiti nè situazioni indefinite.
Per fortuna, nella sua vita irrompe Parvaneh, una donna incinta mediorientale sposata con un pasticcione e con due bambine di 3 e 7 anni. E poi un gatto spelacchiato che segue Ove dovunque vada. E altri personaggi che, a poco a poco, fanno breccia nella dura corazza di questo uomo tutto d'un pezzo.
Questo è un romanzo che, con toni divertenti, parla di solitudine, di malattia, di diversità, di ingiustizie e di come queste possano essere superate con l’amicizia e l’affetto. E questo aiuto può arrivare anche dalle persone più impensabili.
La cosa che mi ha lasciata un po' perplessa è che Ove sembra avere chissà quanti anni, mentre ne ha solo 59, non è così vecchio come potrebbe sembrare dalla storia.
Gran bel libro.
Mio voto: 9 / 10

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