martedì 24 ottobre 2023

La grazia dell'inverno - Louise Penny


Titolo originale: A fatal grace (2006) 

Chi può essere tanto folle da commettere un omicidio alla luce del sole? È quello che si domanda Armand Gamache di fronte al corpo di CC de Poitiers uccisa durante uno degli eventi sportivi più amati in Québec. È arrivato Natale e Three Pines si è trasformato in un luogo incantato ricoperto di neve. Ma quel momento di festa viene infranto da una tragedia. Una spettatrice della tradizionale partita di curling del 26 dicembre è stata uccisa: incredibilmente, inverosimilmente folgorata in mezzo a un lago ghiacciato. E nonostante la grande folla, non ci sono testimoni né indizi. Nelle sue indagini l'ispettore capo Armand Gamache scoprirà presto che la vittima era una persona fuori dal comune: malvista dall'intera cittadina, detestata dall'amante, tirannica con marito e figlia. Con la compassione e il coraggio che lo contraddistinguono, Gamache scaverà sotto la superficie idilliaca della vita del villaggio per dissotterrare pericolosi segreti a lungo sepolti e rendersi conto di come un inverno in Québec non sia solo bellissimo, ma anche letale. (goodreads)

Come da tradizione, Armand Gamache nel giorno di Santo Stefano ha l'abitudine di scambiare i propri casi irrisolti con un collega, in modo da vedere se qualche dettaglio gli è scappato. Così, mentre fruga tra le carte del collega, scopre che il caso di una barbona, strangolata per strada il 23 dicembre appena passato, è stato archiviato senza nemmeno un tentativo, e ciò fa arrabbiare la moglie di Gamache che gli chiede di provarci. Nel frattempo Gamache viene chiamato nuovamente a Three Pines, il delizioso villaggio canadese in cui aveva risolto un caso l'anno precedente. A morire è la nuova proprietaria della casa sulla collina, dove appunto si era verificato il precedente omicidio. 
CC de Poitiers è una donna detestabile, con un marito succube e una bambina grassa ma con una voce angelica che CC non perde occasione per insultare e mortificare. CC è odiata perfino dall'amante, un fotografo che sa benissimo che la loro storia avrà fine non appena lui avrà terminato il servizio fotografico che lei gli ha commissionato. CC è una maniaca perfezionista, sostenitrice del Li Bien, una teoria di vita secondo la quale bisogna reprimere le emozioni (associabili a dei colori) in modo da ottenere solo del bianco cioè la luce.
Quando CC muore, nessuno ne è molto rattristato. Tuttavia Gamache sarà costretto a scavare nel passato degli abitanti, scoprendo dei segreti personali di ognuno di loro, e rischiando quasi la pelle in un incendio. 

Il libro è un po' lungo, l'autrice direi che "allunga un po' il brodo", come si suol dire. Però è molto gradevole l'atmosfera che si respira in questo paesino sperduto nella neve. La storia regge bene, i personaggi sono ben caratterizzati. Gamache è costretto a sopportare nuovamente la agente Nichol, che come al solito combina pasticci. La soluzione del caso è un po' contorta, nel senso che avevo sospettato anche io chi poteva essere, ma come l'abbia fatto sotto al naso di altre persone, insomma, improbabile crederlo.
Gran bel personaggio Gamache, mi piace molto.
Piacevole lettura, scorrevole. Credo continuerò a proseguire nella serie, sperando che i libri siano tradotti (perchè in Italia li stanno pubblicando in modo caotico e non consecutivo. Mah!).
Mio voto: 7 / 10


Serie Ispettore Armand Gamache:
#2 La grazia dell'inverno

Figlio di Dio - Cormac McCarthy


Titolo originale: Child of God (1973)

Lester Ballard è un uomo violento, dal passato difficile. Avendo perso ogni cosa, vive nell'abbandono e da sempre sfida e aggredisce i cittadini del suo paese, East Tennessee. Viene incarcerato, con l'accusa di violenza carnale. Quando si scopre che non è colpevole, gli viene concessa la libertà, il permesso di vagare a piacere, razziando e depredando la popolazione con le sue strane voglie. Normali e casuali incontri per commissioni in merceria, dal maniscalco e all'emporio diventano scene di travolgente forza insieme comica e grottesca. Mentre la storia precipita verso il suo indimenticabile finale, McCarthy dipinge le realtà più sordide della vita con senso umoristico oltre che di partecipazione umana. (Goodreads)


ATTENZIONE: SPOILER SULLA TRAMA

Lester Ballard vede la sua terra venduta all'asta. Lui prova a minacciare il banditore ma questo gli ricorda che è stata la contea a levargliela. Lester viene arrestato e l'asta prosegue come niente fosse.   

"Dicono che non fu mai più a posto con la testa, dopo che suo padre si ammazzò. Lui era l'unico figlio. La madre era scappata, non so dove o con chi. Fummo io e Cecil Edwards a tagliare la fune".  

Ballard si trova spesso a bere whisky col guardiano della discarica, padre di nove figlie piuttosto "allegre" che richiamavano l'interesse dei giovani dei dintorni. Ballard aveva occhi solo per una di loro.  
In una fredda mattina, su una piazzola lungo la strada, Ballard trova una donna che dorme sotto gli alberi in camicia da notte. Le chiede se ha freddo, lei gli dice di stare lontano, lo colpisce con una pietra e lui le strappa la veste poi se ne va lasciandola lì.  
Darfuzzle avvisa Lester che la donna è andata dallo sceriffo. Lo ha accusato di stupro. Per nove giorni e nove notti Ballard rimane in prigione, dove conosce John il negro, sospettato di essere evaso, che passa tutto il tempo a cantare.   
Una mattina, di ritorno da una caccia agli scoiattoli, Ballard nota una macchina ferma sul ciglio della strada. Dentro pare non esserci nessuno, ma nei sedili posteriori vede due persone avviluppate. Si tratta di due fidanzati morti. Riesce a spostare il corpo dell'uomo e fa sesso con il cadavere della ragazza, poi prende i soldi dai portafogli di entrambi e se ne va. Poi torna indietro e si porta a casa il corpo della ragazza. Accende un fuoco e si sdraia accanto a lei, tirando su la coperta in modo da coprire entrambi. Il giorno dopo le va a comprare dei vestiti in città e organizza una specie di appuntamento con lei. Alla notte però sente presagio di sventura. Il tetto della casa fatiscente in cui abita ha preso fuoco e nel giro di pochi minuti l'intera baracca è in fiamme. Ballard si trasferisce in una caverna.  
Ballard prende l'abitudine di vagabondare sulla montagna, per arrivare dove può guardare la casa in cui aveva abitato una volta, ora occupata da Greer, pensando di sparargli.  
Intanto le figlie del demolitore sembrano andate tutte via di casa, tranne una, a cui Ballard chiede di spogliarsi per lui. Lei rifiuta. Lui, da dietro il vetro di casa, le spara.  

"Restò a guardare le orde di stelle fredde disseminate lassù nella cornice del buco, e si domandò di cosa fossero fatte, e di cosa fosse fatto lui".  

Ballard comincia a scovare le coppiette nelle macchine appartate, li uccide e porta nella grotta i cadaveri; con quelli delle donne ci fa sesso.
Gli uomini del paese cominciano a cercarlo e lui scappa col suo carico di vestiti delle donne e i peluche vinti al luna park. Poichè il fiume va in piena, si trasferisce in una dolina.
Avvicinandosi a casa di Greer, travestito da donna (e con in testa una parrucca che in realtà è uno scalpo umano) Ballard cerca di ucciderlo (e Greer si salva perchè casualmente gli fa da scudo la pala con cui sta scavando). Greer reagisce e Ballard perde un braccio.   
Gli uomini del paese lo portano via dall'ospedale perchè vogliono sapere dove ha nascosto i corpi dei ragazzi che sono scomparsi.  

“Ballard, stiamo cercando di facilitarti le cose. Tu ci fai vedere dove hai messo quella gente, in modo che possiamo dargli una sepoltura decente, e noi ti riportiamo in ospedale e ti diamo la possibilità di giocarti la tua partita con la giustizia”  

Ballard prima nega, ma quando vede che davvero sono attrezzati per ucciderlo, decide di confessare e li porta nelle caverne in cui ha vissuto. Poi, nel far loro strada, Ballard riesce ad infilarsi in una cavità molto stretta dove gli altri non riescono a seguirlo.  
Ballard esplora la caverna per vedere se c'è un'uscita. Dopo cinque giorni riesce a riemergere dal terreno e torna all'ospedale, dove l'infermiera di notte lo trova accasciato vicino al banco dell'accettazione.  

“Un relitto umano filiforme”  

Ballard non viene mai ufficialmente imputato di alcun crimine, si ammala di polmonite nel 1965, sembra migliorare ma poi lo trovano morto nella cella. Il suo corpo viene spedito alla scuola di medicina a Memphis, in modo che possa essere dissezionato. I suoi resti vengono uniti a quelli degli altri cadaveri e viene fatto un piccolo rito funebre da un prete.  
Nell'aprile di quell'anno, mentre un uomo sta arando, i suoi muli e l'aratro scompaiono nel terreno. Il giorno dopo due ragazzi si calano nel buco e trovano i corpi di sette persone, stesi su lastroni di pietra, composti in atteggiamento di riposo.  
 
Probabilmente, se non fosse stato perchè mi serviva un libro pubblicato nel 1973, e non c'era tutta sta scelta, non credo avrei letto un libro con una trama simile. E' anche il primo che leggo di McCarthy. Ho trovato una scrittura molto rustica, a tratti anche sboccata. Il libro non è propriamente un romanzo, quanto piuttosto il racconto di brevi episodi della vita di Ballard dove l'io narrante è uno che conosceva Ballard fin da bambino. 
Ballard era sempre stato piuttosto violento e manesco. Vive in una casa abbandonata occupata abusivamente. "Un uomo che guardava il mondo in cagnesco", "solitario e dinoccolato, il fucile penzolante da una mano quasi fosse una cosa della quale non sapeva come sbarazzarsi." "Era cresciuto così, magro e cattivo". Le descrizioni sono piuttosto dettagliate. 
Ci sono varie scene di crudeltà verso gli animali e mi interessa poco se si tratta di un pettirosso preso a morsi da un infante o da cattiveria dell'uomo. 
I dialoghi non hanno punteggiatura, virgolette o due punti, tuttavia si seguono bene. 
Il libro è piuttosto corto, suddiviso in tre parti e scritto in capitoletti brevi. Molte scene piuttosto crude e raccapriccianti. Ballard è un uomo molto solo, lo è sempre stato fin da bambino. Non ha molte interazioni con gli altri abitanti del paese, a parte il demolitore a cui poco importa se le sue figlie sono decisamente zoccole e rimangono spesso incinte. La sua è una vita alla ricerca di vendetta per quelli che secondo lui sono torti che gli sono stati fatti. Non accetta che la casa sia stata pignorata dalla contea, vuole uccidere chi ora la abita. Non ha una donna ma abusa dei cadaveri che uccide. A suo modo ha una spiccata furbizia, perchè riesce a vivere di espedienti e rendersi irrintracciabile quando vogliono prenderlo.  Diciamocelo, è un reietto ma soprattutto è un personaggio disgustoso. E mi dispiace se in fondo ha anche atteggiamenti gentili, tipo la galanteria durante l'appuntamento con la prima donna (escludendo il "dettaglio" che lei è morta) o tipo il regalare un pettirosso ad un bambino (e tralasciamo cosa gli è successo...) ma le cose bestiali che fa sono allucinanti.  Probabilmente è un ritratto ben fatto di un uomo con grossi problemi umani e sociali. 
Non lo rileggerei due volte. E so che è stato tratto un film, che non credo guarderò.  
Mio voto: 6 e mezzo / 10.    

domenica 22 ottobre 2023

Il caso del marchese scomparso. Enola Holmes. Vol. 1 - Nancy Springer


Titolo originale: The Case of the Missing Marquess (2006)

Enola Holmes non augurerebbe a nessuno di essere la sorella minore dei due zucconi inglesi più famosi al mondo. Mycroft e Sherlock Holmes. Che la guardano sempre dall'alto e la credono una femminuccia capricciosa. Per fortuna la loro madre la pensa diversamente... Quando però la donna scompare nel nulla, le cose per Enola precipitano e i fratelli decidono di spedirla in collegio, convinti che quel posto farà di lei una docile signorina. Ma Enola, che non ha mai obbedito a Mycroft e Sherlock un solo giorno in vita sua, non inizierà certo adesso. E se quei due sono troppo ottusi per aiutarla nella ricerca della madre, ci penserà lei a indagare. Così, in sella alla sua bicicletta, Enola fugge di casa e si mette in viaggio verso Londra. E se sulla strada dovesse imbattersi nello strano rapimento di un giovane marchese, be'... sarebbe l'occasione perfetta per dimostrare quanto risolvere casi sia elementare, per una Holmes! Tra intrighi, indagini e inseguimenti mozzafiato, con questo romanzo iniziano le avventure di un'eroina intelligente e caparbia, capace di farla sotto il naso dello stesso Sherlock Holmes. (goodreads)

Il giorno del quattordicesimo compleanno di Enola, sua madre non torna a casa, e così per alcuni giorni, quindi Enola si mette in testa di cercarla da sola. Non riuscendoci, è costretta ad avvisare i due famosi fratelli (che non vede da dieci anni) della situazione.
Enola cerca indizi in camera di sua madre; le lenzuola sono attorcigliate, i vestiti non sono in ordine, e non ha portato con sè i suoi acquarelli. E' andata via in fretta. Tuttavia è uscita con un ombrello, un cappello da uomo e un ornamento femminile provocante come il sellino.
Enola si sente abbandonata, anche perchè sua madre ha lasciato i regali di compleanno alla cameriera, facendo capire che sapeva non sarebbe tornata. Dopo un attimo di tristezza, Enola ricorda che sua madre non ha mai fatto nulla senza un motivo, e comincia a chiedersi quale sia. Così comincia a decifrare quelli che crede siano messaggi che le ha lasciato sparsi per casa. Enola decide di vestirsi da donna adulta, scappa dai fratelli, e comincia ad investigare. Nel frattempo, sui giornali scopre che è sparito lord Tewksbury, erede dodicenne di lord Basilwether. Viene quindi attratta da questo caso e comincia ad investigare, scoprendo che il dodicenne non è scomparso ma è scappato autonomamente.

Devo dire che raramente preferisco il film rispetto al libro da cui è tratto; questo è uno di quei casi. Sarà per lo stile decisamente più frizzante della serie tv o dei personaggi. Anche la storia è resa in modo diverso, con Enola che ritrova Tewksbury per caso quando viene rapita anche lei. Carino ma non mi ha fatto impazzire lo svolgimento della storia nel complesso.
Mio voto: 6 e mezzo / 10

Se una notte d'inverno un viaggiatore - Italo Calvino


Titolo originale: Se una notte d'inverno un viaggiatore (1979)
ENG: If On a Winter's Night a Traveler

"L'impresa di cercare di scrivere romanzi 'apocrifi', cioè che immagino siano scritti da un autore che non sono io e che non esiste, l'ho portata fino in fondo nel mio libro 'Se una notte d'inverno un viaggiatore'. È un romanzo sul piacere di leggere romanzi; protagonista è il Lettore, che per dieci volte comincia a leggere un libro che per vicissitudini estranee alla sua volontà non riesce a finire. Ho dovuto dunque scrivere l'inizio di dieci romanzi d'autori immaginari, tutti in qualche modo diversi da me e diversi tra loro ... Più che d'identificarmi con l'autore di ognuno dei dieci romanzi, ho cercato d'identificarmi col lettore: rappresentare il piacere della lettura d'un dato genere, più che il testo vero e proprio. Ma soprattutto ho cercato di dare evidenza al fatto che ogni libro nasce in presenza d'altri libri, in rapporto e confronto ad altri libri." (Italo Calvino)(goodreads)

Calvino mette al centro del libro colui che di solito ne sta fuori, cioè il lettore. E lo coinvolge in un gioco. Gli fa cominciare un libro che lo attrae ma che per ragioni diverse non può finire. E lo fa andare a caccia della parte restante del romanzo, trovandone però sempre uno nuovo che, anch'esso, non è completo. In questo gioco, il lettore conosce Ludmilla, lettrice di cui si innamora, e altri personaggi tra cui Lotaria (sorella di Ludmilla), Irnerio (un non studente che però passa il tempo all'università per conoscere persone) ed Ermes Marana (traduttore e mistificatore delle opere che traduce).
Effettivamente credo che la trovata di Calvino sia stata geniale, così come è stato sicuramente geniale il riuscire a trovare dieci nuovi racconti tutti tra loro diversi e dieci motivi diversi per cui la lettura deve essere interrotta.
Lungi da me l'idea di offendere un mostro sacro come Calvino, ma pur comprendendone la grandezza, devo ammettere che questo libro è stato pesante. Alcuni dei racconti sono gradevoli e dispiace non vedere come proseguono, ma altri sono davvero assurdi e alcuni hanno un linguaggio e una storia non proprio lineari da seguire. Un paio non li ho proprio capiti. Ammetto anche che, all'ottavo racconto, ne avevo già fatto il pieno. Quindi, riconosco e ammetto la grandezza di questo libro e del suo autore, ma la lettura ad un certo punto è diventata faticosa e anche un po' noiosa.
Mio voto: 7 / 10  

lunedì 16 ottobre 2023

Jon Fosse ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura

05 ottobre 2023
Jon Fosse ha vinto il Premio Nobel per la Letteratura 2023, che gli è stato assegnato dall’Accademia Svedese per «la drammaturgia e la prosa innovative che danno voce all’indicibile».

Fosse è uno scrittore norvegese autore di romanzi, drammi teatrali, saggi, poesie e libri per ragazzi. Ha 64 anni, è anche un traduttore ed è molto famoso nel suo paese. In Italia non è stato molto letto finora, ma i suoi libri sono stati tradotti in più di 50 lingue e ultimamente ha ricevuto particolari attenzioni internazionali perché sia nel 2020 che nel 2022 è stato candidato all’International Booker Prize, un influente premio letterario per la narrativa tradotta in inglese.

I due libri con cui era stato candidato sono la prima e la terza parte di un’opera chiamata Settologia (nonostante il nome, pubblicata in tre volumi), che in Italia sta traducendo La nave di Teseo. Settologia è una serie di romanzi narrati con un unico flusso di coscienza, quello di un anziano pittore impegnato a finire un dipinto, e che ripensa a vari momenti della sua vita. Per avere un’idea di come è scritto, non c’è nessun punto in tutto il libro...

A chi non ha mai letto nessuna opera di Fosse, Anders Olsson, il presidente della commissione dell’Accademia Svedese che si occupa del Nobel per la Letteratura, ha consigliato di cominciare con una qualsiasi delle sue opere teatrali (le ha definite tutte «estremamente accessibili») oppure con Mattino e sera, un breve romanzo sulla vita di un pescatore dall’infanzia alla vecchiaia, per poi proseguire con Settologia.

Fosse ha fatto per un periodo anche l’insegnante di scrittura e ha avuto come studente tra gli altri lo scrittore norvegese Karl Ove Knausgård.

Era da più di dieci anni che il Nobel non andava a un autore scandinavo: l’ultimo era stato il poeta svedese Tomas Tranströmer, nel 2011. C’erano già stati tre premi Nobel per la Letteratura norvegesi finora, ma l’ultimo risaliva al 1928, alla scrittrice Sigrid Undset.



Addio a Louise Gluck

13 ottobre 2023.
Folgorata dalla poesia fin da bambina, Louise Gluck, l'americana insignita tre anni fa del massimo riconoscimento mondiale per la letteratura dopo aver collezionato per il suo lavoro un Pulizter e un National Book Award, è morta a 80 anni di cancro nella sua casa di Cambridge in Massachusetts.

Gluck è stata la sedicesima donna a vincere il Nobel per la letteratura. La prima cosa che aveva pensato, una volta ricevuta la telefonata del premio da Stoccolma - con relativo assegno da dieci milioni di corone svedesi - era stata: "Potrò comprarmi una casa in Vermont". L'altro pensiero era stato "come preservare la vita quotidiana delle persone che amo". E sempre a caldo la poetessa aveva pensato: "Non avro' piu' amici. Quasi tutti sono scrittori".

Poi, alla richiesta di cosa suggerire di leggere a chi non era familiare con la sua opera, aveva consigliato "di non partire dal suo primo libro" (Firstborn del 1968) e partire magari con Averno, la raccolta basata sul rapporto madre-figlia con il mito di Demetra e Persefone di sfondo pubblicata nel 2006 negli Usa.
Dopo il Nobel, i suoi 12 volumi di poesie sono stati acquistati dal Saggiatore.

Gluck, che l'anno scorso era stata insignita in Italia del premio Lerici Pea, era nata a New York. Il Vermont aveva preso però un posto speciale nel suo cuore: fu li', dopo aver cominciato a insegnare al Goddard College, che Louise supero' un lungo "blocco dello scrittore" e che produsse la sua seconda raccolta di poesie, The House on Marshland, pubblicata nel 1975 e applaudita dalla critica. A Goddard Louise aveva anche conosciuto il secondo marito, lo scrittore John Dranow, padre dell'unico figlio Noah, da cui aveva pero' divorziato negli anni Novanta.
Tra le altre opere, il personalissimo Ararat, che traeva le origini dal dolore provato per la morte del padre. 
Louise Gluck divideva il suo tempo tra Yale, dove insegnava, Montpelier nel Vermont, Cambridge e la California: l'anno scorso era stata chiamata da Stanford nel Dipartimento di creative writing.