giovedì 20 febbraio 2014

Cerimonia - Yasmine Chami



Khadija e Malika, cugine legatissime, si ritrovano nella casa della loro infanzia, in occasione del matrimonio di un fratello di Khadija. Siamo in Marocco. Ma in un Marocco borghese, non povero. Non c'è una vera e propria storia, ma tante storie di famiglia narrate e tramandate dalle donne. I preparativi di questo evento però sono occasione di ricordi, di rimpianti per le due donne. Khadija è architetto, ha tre figlie. È stata lasciata dal marito (che è andato con un'altra) e non riesce a capacitarsi del perchè. Malika invece è felicemente sposata ma non riesce ad avere figli.
Sulla casa aleggia la figura della zia Aisha, sorella e madre del padre di Malika, abbandonata all'ombra del nespolo, costretta a vedere la fila di pretendenti costantemente mandati via dal padre e quindi rimasta sola, ad accudire fratelli e nipoti. Finchè le hanno scoperto un cancro che dopo alcuni anni l'ha uccisa. E la madre di Aisha si rende conto che la figlia è morta non solo di cancro, ma pugnalata dal suo stesso silenzio perchè ha assistito muta alla processione di pretendenti rifiutati dal marito. Aisha, pugnalata all'ombra del nespolo. Una zia che è sempre stata disponibile e presente e di cui tutti hanno un buonissimo ricordo. 
E' un mondo che sta lentamente avviandosi verso l'occidente, ma rimane ancorato alle tradizioni e alle superstizioni. 
È un libro non facile, con una scrittura “raffinata”, che sembra un misto tra prosa e poesia per le suggestioni anche olfattive che descrive (i colori ed i profumi del Marocco quasi sembrano reali). Una scrittura anche complessa per il fatto che la parte narrativa si mischia al dialogo e al monologo, con un uso scarno di punteggiatura (tante virgole, pochi punti..).
Bello ma abbastanza pesante (per non parlare della storia della mula bianca che è tristissima..).
Mio voto: 6 e mezzo / 10

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