mercoledì 29 luglio 2015

w…w…w…wednesdays #29



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (29^ puntata - mercoledì 29 luglio 2015):

1) cosa stai leggendo?
"Istituto di bellezza Margaret Thatcher" di Marsha Mehran

2) cosa hai appena finito di leggere?
"Hunger games. Il canto della rivolta" di Suzanne Collins

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
per la monthly motiv challenge sono indecisa tra "arancia meccanica" e "la fattoria degli animali"; per la monthly keyword challenge sono in dubbio tra "il rifugio dei cuori solitari" (Lucy Dillon) e "la meccanica del cuore" di Mathias Malzieu

sabato 25 luglio 2015

Hunger games. La ragazza di fuoco - Suzanne Collins



titolo originale: catching fire (2009)

Secondo capitolo della saga.
Peeta e Katniss sono tornati a casa, al distretto 12. Ora vivono nel villaggio dei vincitori e praticamente non si parlano più. Katniss, coi soldi vinti, potrebbe provvedere anche alla famiglia di Gale, che ora avendo 18 anni lavora in miniera, ma lui non ne vuole sapere. Lei però continua ad andare a caccia e a portare alla madre di lui le sue prede.
Il presidente Snow non è affatto contento di come sono finiti gli Hunger Games. Il tentativo di suicidio con le bacche avvelenate ha portato due vincitori ma ha anche dato speranza a movimenti di ribellione che latitavano in alcuni distretti. In un incontro proprio il giorno in cui devono partire per il tour dei vincitori, Snow ordina a Katniss di convincere gli abitanti di Panem (e anche lui), che il suo gesto non è stato un segno di sfida nei confronti del regime, ma un atto di amore folle per Peeta.
Il tour comincia dal distretto 11, quello di Rue, dove un vecchio per omaggiare Katniss viene ucciso.
Peeta, sperando di dirimere la questione tra Katniss e il presidente Snow le chiede di sposarlo.
Katniss scopre che i primi tentativi di rivolta sono stati nel distretto 8, e propone a Gale di scappare, ma quando lui scopre delle rivolte decide che invece il suo scopo è rimanere a lottare. Intanto i Pacificatori del distretto 12 vengono sostituiti da altri ben più intolleranti e Gale stesso viene frustato in piazza per essere stato trovato con della selvaggina uccisa fuori dalla recinzione.
Katniss, nel bosco incontra due fuggiasche del distretto 8 che le dicono di essere in viaggio verso il distretto 13 perchè sono convinte che non sia affatto andato distrutto, basandosi sull'ipotesi che le immagini mostrate in televisione sono sempre le stesse da anni.
Intanto da Capitol City arriva la notizia che è ora di indire la 75esima edizione degli hunger games, che sarà anche la terza Edizione della Memoria dei giochi (che ricorre ogni 25 anni). Snow annuncia che i tributi saranno scelti tra i vincitori ancora in vita delle passate edizioni. Questa cosa crea malumore, non solo nei vincitori che, in quanto tali, pensavano di poter vivere ormai in pace, ma anche tra gli abitanti di Capitol City che ai vincitori sono ormai affezionati.
Katniss capisce che per lei non c'è scampo, essendo l'unico tributo femmina del distretto 12, ma chiede ad Haymitch di fare qualunque cosa per far vincere Peeta (che si offre volontario al posto di Haymitch).
Haymitch dice ai ragazzi di stringere alleanze e di ricordarsi chi sia il vero nemico.
Katniss e Peeta si alleano con Finnick (dist. 4) e la sua mentore Mags (80 anni). Dopo la morte di Mags, l'alleanza verrà allargata anche a Johanna Mason (dist. 7), Beetee e Wiress (dist. 3). Sarà proprio Wiress a capire che l'arena è un grande orologio, dove le disgrazie accadono in un quadrante diverso ogni ora.
Negli ultimi capitoli, Katniss riesce a distruggere il campo di forza che circonda l'area dei giochi. Subito dopo viene prelevata da un hovercraft su cui ci sono Finnick, Beetee, Haymitch e Plutarch Heavensbee (capo degli strateghi) e le dicono di essere diretti al distretto 13. Katniss viene a sapere che il piano stabilito da alcuni dei concorrenti era di tenere in vita sia lei sia Peeta. Ma Peeta, insieme a Johanna, ed Enobaria (dist. 2) sono stati catturati da Capitol City.
Gale, anche lui sull'hovercraft, rivela a Katniss che il distretto 12 è stato raso al suolo.

Il primo libro mi è piaciuto talmente tanto che ho subito voluto leggere il secondo (e al più presto mi leggerò anche il finale).
Sicuramente mi è piaciuto un po' meno del precedente. Anche qui c'è azione, movimento, la storia scorre fluidamente. Finito un capitolo si ha voglia di cominciare subito il successivo. Tuttavia la storia mi è parsa un po' sbilanciata. La prima parte è tutta sul triangolo amoroso Katniss-Gale-Peeta, che ci mostra in realtà una ragazza molto fragile perchè innamorata di Gale, ma piena di sensi di colpa nei confronti di Peeta. Il tour dei distretti è abbastanza noioso, anche se ci dà modo di scoprire che la gente si sta organizzando contro il regime. Ho trovato molto "inutili" tutti i morti tra i concorrenti; non potevano allearsi tutti contro Capitol City anzichè farsi guerra a vicenda?
Il bello del libro (che nel film si perde) sono i pensieri di Katniss, voce narrante. Più dello svolgimento dei giochi, è proprio la parte riflessiva, con una grande componente anche politica e sociale, che caratterizza maggiormente il libro.
La parte dedicata all'arena è molto più sbrigativa rispetto al primo libro, un po' annacquata (e non solo per il fatto che si svolge intorno ad uno specchio d'acqua). Dà molto l'impressione di voler chiudere la parte dei giochi per arrivare al finale.
A questo punto sono molto curiosa di vedere come finirà la storia.
Mio voto: 8 / 10

venerdì 24 luglio 2015

Hunger games - Suzanne Collins



titolo originale: The gunger games (2008)

In un Nord America post apocalittico, esiste la nazione di Panem, suddivisa in 12 distretti e governata da un regime totalitario con sede a Capitol City.
In seguito ad un passato tentativo di rivolta, durante il quale venne totalmente distrutto il tredicesimo distretto, ogni anno vengono indetti gli "Hunger games", i giochi della fame, un reality a cui partecipano un ragazzo ed una ragazza tra i 12 e i 18 anni di ogni distretto, sfidandosi all'ultimo sangue per arrivare all'elezione di un unico vincitore, il sopravvissuto dei giochi.
Quando Katniss Everdeen si offre come volontaria al posto di sua sorella Prim che è stata sorteggiata, pensa di aver firmato la sua condanna a morte. Katniss appartiene al distretto 12, il più povero, che ha vinto gli Hunger Games solo due volte in 73 anni. Ma lei è abituata a combattere ogni giorno per sopravvivere, e lotterà come sa fare anche questa volta.

Finalmente sono riuscita a leggere questo libro. Avevo visto il film diversi anni fa, senza sapere nulla della storia e mi era piaciuto. Il libro è molto molto bello. L'unica cosa "strana" è che leggevo le pagine pensando ai protagonisti che avevo visto nel film, mentre alcune descrizioni secondo me non corrispondono molto....
Ma rimaniamo sul libro. Lineare, scorrevole, appassionante. L'idea della storia è innovativa, e l'autrice è stata chiara nell'illustrare la situazione di Panem, dei distretti e di come funzionano le cose.
La storia è narrata da Katniss in prima persona, con le sue paure e i suoi pensieri. Lo stile narrativo è molto semplice, il ritmo della narrazione è incalzante, si legge tutto d'un fiato pur sapendo come andrà a finire il libro. Non ci sono punti morti nella storia nè cali di tensione. Finisci un capitolo con la voglia di iniziare subito il successivo.
I personaggi sono ben caratterizzati. Alla fine, ci si affeziona sia a Katniss sia a Peeta (che è gentile e protettivo), ma anche a tutti quelli che ruotano intorno a loro (Haymitch, Effie, Cinna, …) e non si può sperare in un finale diverso della storia. Katniss è una guerriera con un gran cuore.  
Mio voto: 9 / 10.

mercoledì 22 luglio 2015

w…w…w…wednesdays #28



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading". 
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

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Le mie risposte (28^ puntata - mercoledì 22 luglio 2015):

1) cosa stai leggendo?
"Hunger games 3. Il canto della rivolta" di Suzanne Collins

2) cosa hai appena finito di leggere?
"Hunger games" di Suzanne Collins
"Hunger games 2. La ragazza di fuoco" di Suzanne Collins

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Istituto di bellezza Margaret Thatcher" di Marsha Mehran


ps. ho scoperto solo oggi che il blog di MizB non segue più questa rubrica (oltre ad aver trasferito il blog). Io ormai mi ci sono affezionata, quindi continuerò comunque con gli aggiornamenti ;-)

martedì 21 luglio 2015

Cos'è un romanzo distopico?

Mi sono trovata diverse volte di fronte a questo "genere" letterario, chiedendomi cosa significasse.
Il romanzo distopico si caratterizza per il fatto di essere ambientato in una società immaginaria, spesso ambientata nel futuro, altamente indesiderata.
Il termine distopìa (coniato da John Stuart Mill nel 1868) si contrappone al termine utopia, che rappresenta invece qualcosa di perfetto e desiderabile.
La società distopica spesso porta all'estremo (negativo) tendenze sociali, politiche o tecnologiche del presente. Si tratta di situazioni di cui si intuisce la pericolosità che vengono esasperate in un tempo futuro. E' una società che, proprio per come è stata costruita, porta a guerre, soprusi, dominazione e lotta per la sopravvivenza. 
Spesso, quindi, nel romanzo distopico, il protagonista prende coscienza della realtà che lo circonda, smascherandone i meccanismi e cercando un modo per uscire dal sistema o distruggerlo.

Tra i romanzi distopici più famosi troviamo:
"1984" di George Orwell (1949)
"Il mondo nuovo/ritorno al mondo nuovo" di Aldous Huxley (1932)
"Fahreinheit 451" di Ray Bradbury (1953)
"La svastica sul sole" Philip K. Dick (1962)
"Il complotto contro l'America" di Philip Roth (2004)
"Abissi d'acciaio" di Isaac Asimov (1953)
"Il padrone del mondo" di Hugh Robert Benson (1907)
"Il tallone di ferro" di Jack London (1908)
"Noi" di Evgenij Zamjatin (1921)
"Il signore delle mosche" di William Golding (1954)
"Arancia meccanica" di Anthony Burgess (1962)
"Qui non è possibile" di Sinclair Lewis (1935)
"Antifona (Anthem)" di Ayn Rand (1938)
"Metropolis" di Thea von Harbou (1926)
"Blocchi" di Ferdinand Bordewijk (1931)
"La notte della svastica" di Katherine Burdekin (1937)
"L'alba delle tenebre" di Fritz Leiber (1943)
"La fattoria degli animali" di George Orwell (1945)
"Io sono leggenda" di Richard Matheson (1954)
"Redenzione immorale" di Philip K. Dick (1956)
"Il racconto dell'ancella" di Margaret Atwood (1985)
"Fatherlans" di Robert Harris (1992)
"Non lasciarmi" di Kazuo Ishiguro (2005)
"La strada" di Cormac McCarthy (2006)
"Hunger games" di Suzanne Collins (2008)

mercoledì 15 luglio 2015

Le porte di Damasco - Agatha Christie



titolo originale: Postern of fate (1973)

Tommy e Tuppence Beresford, un tempo titolari della "Associazione giovani investigatori", e ora affiatati coniugi di mezza eta', ritiratasi dal lavoro si sono trasferiti in campagna. L'antica passione per l'avventura non si è pero' ancora spenta e basta poco per riattizzarla. Frugando in una pila di libri per ragazzi trovati in una casa appena acquistata i due incorregibili detective si imbattono infatti in alcune parole sottolineate solo in parte con inchiostro rosso. Mettendo tutte insieme le lettere appare una frase sinistra: "Marie Jordan non e' morta di morte naturale. L'ha uccisa uno di noi io so chi e' stato". Chi ha lasciato il messaggio che sembra risalire a più di mezzo secolo prima? Con il consueto intuito Tommy e Tuppence riescono a risalire all'autore, ma con loro grande sorpresa scoprono che il mistero può ancora interessare molte persone e mettere in pericolo delle vite. (www.librimondadori.it)


Tommy e Tuppence sono sicuramente i personaggi della Christie che mi piacciono meno. Il libro è molto corto ma contorto, anzi, direi incasinato. Ho letto che questo è stato l'ultimo romanzo scritto dalla Christie, e ammetto che in effetti lo stile sembra un po' sbrigativo. La storia era accattivante, ma lo svolgimento fa acqua da molte parti. Mi ha dato l'impressione che alla fine ci abbia voluto semplicemente dare la soluzione del caso, ma che non sia una gran soluzione e sembra molto buttata lì tanto per chiudere. Io, ammetto di aver dovuto rileggere il finale più volte perchè tra spie e dintorni mi sono un po' persa. E comunque non sono così soddisfatta della chiusura del caso.
Inoltre, praticamente pagine su pagine sono solo dialoghi tra Tommy e Tuppence, che immagino volessero creare brio alla coppia ma non li ho trovati tali.
Sicuramente uno dei suoi libri peggiori. Sembra quasi una bozza di qualcosa che poteva sviluppare meglio.
Mio voto: 4 / 10.

w…w…w…wednesdays #27



"w…w…w…wednesdays" è una rubrica ideata da MizB nel suo blog "Should be reading".
Come ho visto fare in tanti blog, ho inaugurato anche io questa rubrica, con la quale posso aggiornarvi sulle mie letture attuali, passate e prossime.  
Non è detto che gli aggiornamenti siano settimanali, perché non sempre leggo un libro in una settimana eh eh…
Ovviamente, se vi va, sono ben accetti i vostri interventi per condividere con me le vostre letture ;-)

Partecipare è facile, basta rispondere a queste domande:
1) cosa stai leggendo?
2) cosa hai appena finito di leggere?
3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 

*******

Le mie risposte (27^ puntata - mercoledì 15 luglio 2015):

1) cosa stai leggendo?
"Hunger games" di Suzanne Collins

2) cosa hai appena finito di leggere?
"Whisper" - Maggie Stiefvater
"le porte di Damasco" di Agatha Christie

3) quale pensi sarà la tua prossima lettura? 
"Istituto di bellezza Margaret Thatcher" di Marsha Mehran

giovedì 9 luglio 2015

Whisper - Maggie Stiefvater


Titolo originale: Whisper (2008)

La sedicenne Deirdre Monaghan è una musicista incredibilmente timida ma prodigiosamente dotata. Inoltre sta per scoprire di essere una “cloverhand” – una che può vedere le fate. Quando un misterioso ragazzo sbucato dal nulla entra nella sua ordinaria vita di città, Deirdre se ne innamora. Il problema è che l’enigmatico e contraddittorio Luke si scopre essere un “gallowglass”, un assassino senz’anima di fate, e Deirdre sta per essere la sua prossima vittima. Deirdre deve decidere se i sentimenti di Luke verso di lei sono reali, o soltanto un modo per condurla più profondamente nel mondo delle Fate. L’amore di Deirdre per Luke, bello e pericoloso, la costringerà a prendere coscienza dei suoi poteri elfici, e a essere coinvolta in una lotta all’ultimo sangue contro esseri inimmaginabili. (da http://www.lafeltrinelli.it/)

Se dovessi riassumere con due parole questo libro, lo definirei una delusione. La trama era interessante ma lo svolgimento è tutt'altra cosa. La storia è molto confusa, a tratti anche sbrigativa. La scrittura è poco scorrevole. Non ho trovato questa lotta all'ultimo sangue che dicono nella sintesi. I personaggi non si capisce mai se sono buoni o cattivi, elfi fate o umani. Inoltre, secondo me, non sono proprio ben caratterizzati; le loro descrizioni sono abbastanza sommarie.
Probabilmente anche la traduzione non è delle più accurate, perchè ho trovato alcune frasi che proprio, sintatticamente, sono pessime.
Le prime 20/30 pagine sono incentrate sul fatto che sta ragazza deve vomitare. Eccessivo e noioso. 
L'autrice poi voleva probabilmente creare un finale d'effetto, ma non è minimamente la sensazione che mi ha provocato. 
No, proprio nel genere "teen fantasy" è forse il libro peggiore che abbia letto finora.
Mio voto: 4 / 10

venerdì 3 luglio 2015

Strega, stravince Lagioia e dedica il premio alla moglie

Nicola Lagioia sbaraglia tutti e stravince il Premio Strega 2015 con 145 voti per il suo romanzo 'La ferocia' (Einaudi) e dedica il premio alla moglie Chiara, che chiama con lui sul palco dando un tocco di romanticismo al Ninfeo di Villa Giulia nella serata finale. "Dedico a Chiara, mia moglie, la vittoria e questo libro.

Senza di lei 'La ferocia' non sarebbe stato possibile", ha detto Lagioia tenendo in mano la bottiglia del liquore Strega che ha fatto bere anche alla moglie. Il vincitore ha fatto anche riferimento alla situazione greca spiegando che: "La ferocia, come il titolo del libro, è quello che sta accadendo ora ad Atene. Siamo sulla stessa barca, se fallisce la Grecia fallisce anche la Germania".

Dopo di lui Mauro Covacich con 'La sposa' (Bompiani), 89 voti, e terza la misteriosa scrittrice Elena Ferrante con 'Storia della bambina perduta' (E/o), data in primo tempo per vincente e su cui ha puntato fino all'ultimo Francesco Piccolo, vincitore del Premio Strega 2014 e presidente della giuria, dichiarando pubblicamente il suo voto per l'autrice fantasma con un tweet. "Lo Strega dovrebbe migliorare sulla limpidezza del voto, ma in fondo lo amo con i suoi pregi e difetti. Anche quest'ultima serata è un baraccone che un po' ci rappresenta", ha detto Piccolo.

(dal sito ansa , dove trovate anche il resto dell'articolo)


****************

La classifica finale, in pratica, ricalca la classifica da cui erano scaturiti i 5 finalisti (l'ordine è lo stesso, a parte quarto e quinto pari merito...):
1° Nicola Lagioia - La ferocia - 145 voti
2° Mauro Covacich - La sposa - 89 voti
3° Elena Ferrante - Storia della bambina perduta - 59 voti
4° p.m. Fabio Genovesi - Chi manda le onde - 37 voti
4° p.m. Marco Santagata - Come donna innamorata - 37 voti.

mercoledì 1 luglio 2015

Madame Mallory e il piccolo chef indiano - Richard C. Morais



Titolo originale: The hundred-foot journey (2010)

Hassan Haji, secondogenito di sei figli, è nato sopra il ristorante di suo nonno, in Napean Sea Road a Bombay, vent’anni prima che fosse ribattezzata Mumbai. Ed è cresciuto guardando la figura esile di sua nonna che sfrecciava a piedi nudi sul pavimento di terra battuta della cucina, passava svelta le fettine di melanzana nella farina di ceci, dava uno scappellotto al cuoco, gli allungava un croccante di mandorle e rimproverava a gran voce la zia. Tutto nel giro di pochi secondi. E ha capito infine come va il mondo osservando suo padre, il grande Abbas, girare tutto il giorno per il suo locale a Bombay come un produttore di Bollywood, gridando ordini, mollando scappellotti sulla testa degli sciatti camerieri e accogliendo col sorriso sulle labbra gli ospiti. 
Naturale che quando l’intera famiglia Haji, i sei figli di età compresa tra i cinque e i diciannove anni, il grande Abbas, la nonna vedova, la zia e suo marito, lo zio Mayur, si trasferisce, dopo la tragica scomparsa della madre di Hassan, prima a Londra e poi a Lumière, nel cuore della Francia, sia proprio lui, il piccolo Hassan, a prendere il posto della nonna Ammi ai fornelli della Maison Mumbai, il ristorante aperto a Villa Dufour dal grande Abbas.
Un locale magnifico per gli Haji, con un’imponente insegna a grandi lettere dorate su uno sfondo verde Islam, e la musica tradizionale indostana che riecheggia dagli altoparlanti di fortuna che zio Mayur ha montato in giardino.
Peccato che abbia di fronte, dall’altra parte della strada, un albergo a diverse stelle, Le Saule Pleureur, il salice piangente, con un’insegna che si muove impercettibilmente con il vento, il giardino roccioso coperto di muschio, le vecchie stalle dalle finestre con i vetri a piombo. 
Peccato poi che la proprietaria del locale, una certa Madame Mallory, sia andata a protestare dal sindaco, sostenendo che un albergo come Le Saule Pleureur, che vede ai fornelli lei, la vestale dell’arte culinaria francese, la chef degli chef apprezzata da gente come Valéry Giscard d’Estaing e il Barone de Rothschild, la gloria dell’establishment gastronomico francese proveniente da una delle più illustri e antiche famiglie di grandi hôteliers della Loira, premiata con ben due stelle dalla guida Michelin, non può avere dall’altro lato della via un bistrò indiano che spande la puzza di cucina unta per tutto il vicinato!
Popolato di personaggi eccentrici, ricco di divertenti disavventure culturali, ambientazioni vivaci e squisite ricette, descritte con dovizia di particolari, Madame Mallory e il piccolo chef indiano svela le trame interne all’esclusivo mondo dell’haute cuisine francese e narra la storia toccante di un ragazzo indiano che si conquista il proprio posto nel mondo. (www.neripozza.it)

Ho letto questo libro per una rassegna che stiamo organizzando con la Biblioteca del mio paese, una tre giorni dedicata al continente Indiano. Ognuno di noi ha preso un libro da leggere e commentare. Io ho scelto questo perchè, a pelle, mi ispirava. Ho scoperto solo dopo che esiste una ristampa successiva, edita sempre dalla stessa casa editrice, a cui è stato cambiato il titolo in "Amore, cucina e curry" e da cui è stato tratto un film (che guarderò appena possibile!).
Il libro è gradevole. La scrittura si legge bene, è scorrevole, ci sono diversi termini lasciati in lingua originaria e bisogna un po' fare avanti e indietro col glossario che però a fine libro c'è. 
La storia ha alcuni punti un po' macabri (la morte della madre di Hassan, ma anche alcune scene di uccisione degli animali per cucinarli), ma per il resto è molto "leggera", divertente. 
Madame Mallory e Papa Abbas sono due personaggi interessanti. Hassan mi sembra che abbia la vita un po' molto facile, ma forse è solo perchè è davvero un artista (oppure perchè la storia narrata vuole essere a lieto fine..).
Non aspettatevi grandi contenuti, prendetelo come un libro da ombrellone, perfetto per la stagione estiva.
Mio voto: 7/ 10