Titolo originale: Les fleurs du mal (1857)
Titolo in inglese: The flowers of evil
Eccezionale monumento della lirica ottocentesca, I fiori del male continuano a proporsi come sorgente primaria dell'ispirazione poetica contemporanea. Le inesauribili suggestioni della nascente modernità sono distillate in versi sublimi e conturbanti, capaci di esplorare le regioni del sogno e del soprannaturale. Rigore formale ed effervescente invenzione linguistica convivono in una retorica poetica che molti commentatori hanno avvicinato, per intensità e perfezione, al linguaggio mistico. (www.anobii.com)
Premetto che è una rilettura. Avevo letto questa raccolta di poesie secoli fa, e ne avevo un ottimo ricordo. L'edizione cartacea che avevo era edita dalla Universale Economica Feltrinelli del 1987, dove in copertina troneggiava un ritratto di Baudelaire in colore blu/viola. In ebook ho trovato l'edizione della Biblioteca Ideale Giunti del 2007. Due traduzioni piuttosto diverse, e sinceramente, preferivo quella della prima che avevo letto. Purtroppo quando si leggono poesie, bisognerebbe leggerle in lingua originale, ma non sapendo io il francese (se non poche parole), non mi è stato possibile. Quello che mi è parso è che questa traduzione (c'è il testo originale anche) sia meno accurata e troppo libera. Ovviamente, con la traduzione si perde ogni idea di metrica e di rima che aveva dato l'autore.
In ogni caso, il libro è diviso in molte parti: Spleen e ideale; Quadri parigini (poesie lunghe, tratteggi della vita parigina. Mi sono piaciute meno, troppo descrittive); Il vino (sono cinque canti lunghi); Fiori del male (9 poesie); Rivolta (4 poesie, due sono contro Dio e due inneggiano a Satana); La morte (6 poesie di cui una lunghissima); I fiori del male (12 poesie aggiunte nella terza edizione del 1868); I relitti (1 poesia); Poesie condannate tratte dai "Fiori del male" (6 poesie lunghe); Galanterie (6 poesie); Epigrafi (3 poesie); Poesie diverse (4 poesie); Buffonerie (3 poesie).
Quelle che mi sono piaciute di più, perchè le ho sentite più vicine a me, sono state le prime inserite in "Spleen e ideale". E' la raccolta più lunga e le poesie spaziano dai temi come l'amore, la morte, la tristezza. Alcune delle altre raccolte mi sono parse più noiose, soprattutto quando parla di personaggi che non so chi siano.
Baudelaire è sicuramente un poeta da leggere, anche se per capire quello che scrive occorre capire la sua biografia ed entrarci almeno un po' in sintonia. Se devo consigliarvi una edizione, non prendete questa della Giunti.
Facendo un po' una media tra le poesie dello Spleen (a cui darei quasi nove) e le altre (a cui darei 6/7) direi che...
Il mio voto: 7 e mezzo / 10
Spleen
Quando il cielo basso e cupo pesa come un coperchio
sullo spirito che geme in preda a lunga noia
e abbracciando il cerchio di tutto l'orizzonte
ci versa una luce nera più triste delle notti,
quando la terra si muta in umida spelonca
dove la Speranza come un pipistrello
va battendo i muri con la sua timida ala
e picchia la testa su fradici soffitti,
quando la pioggia distendendo immense strisce
imita le sbarre d'una vasta prigione
e un muto popolo di ragni infami
in fondo ai nostri cervelli tende le sue reti,
campane a un tratto scattano con furia
e lanciano verso il cielo un urlo orrendo
come spiriti erranti e senza patria
che si mettano a gemere ostinati.
- E lunghi carri funebri, senza tamburi né musica,
sfilano lenti dentro la mia anima; la Speranza,
vinta, piange, e l'Angoscia atroce, dispotica,
pianta sul mio cranio chino il suo nero vessillo.