Titolo originale: Ensaio sobre a Cegueira (1995)
In un tempo e un luogo non precisati, all'improvviso l'intera popolazione diventa cieca per un'inspiegabile epidemia. Chi è colpito da questo male si trova come avvolto in una nube lattiginosa e non ci vede più. Le reazioni psicologiche degli anonimi protagonisti sono devastanti, con un'esplosione di terrore e violenza, e gli effetti di questa misteriosa patologia sulla convivenza sociale risulteranno drammatici. I primi colpiti dal male vengono infatti rinchiusi in un ex manicomio per la paura del contagio e l'insensibilità altrui, e qui si manifesta tutto l'orrore di cui l'uomo sa essere capace. Nel suo racconto fantastico, Saramago disegna la grande metafora di un'umanità bestiale e feroce, incapace di vedere e distinguere le cose su una base di razionalità, artefice di abbrutimento, violenza, degradazione. Ne deriva un romanzo di valenza universale sull'indifferenza e l'egoismo, sul potere e la sopraffazione, sulla guerra di tutti contro tutti, una dura denuncia del buio della ragione, con un catartico spiraglio di luce e salvezza. (da www.lafeltrinelli.it)
Ho cominciato a leggere questo libro 4 anni fa, esattamente tra gennaio e febbraio 2011. Me lo ricordo bene perchè era il libro del gruppo di lettura a cui non partecipai perchè ero murata in casa per malattia. All'epoca lasciai il libro a metà, cosa che in genere non faccio, anche quando un libro non mi piace. Ma questo andava proprio oltre le mie capacità di farcela. In seguito ho anche visto il film, che mi era sembrato abbastanza fedele al libro. A distanza di 4 anni, mi sono detta, va beh lo riprendo e vedo di finirlo. Che dire? Non è cambiata di molto l'idea che me ne ero fatta all'epoca. Diciamo che se all'epoca gli avrei dato un 4, adesso arrivo a dargli la sufficienza, perchè la seconda parte (da quando escono dal manicomio) è più interessante.
Cosa mi è piaciuto di questo libro? Il senso di gruppo e di solidarietà che si crea tra i sei ciechi e la moglie del medico (il medico, il primo cieco e la moglie, il vecchio della benda, la ragazza con gli occhiali scuri, il ragazzino). Loro sono stati insieme fin dall'inizio e stanno insieme fino alla fine, aiutandosi per quello che possono. E mi è piaciuto il cane, che arriva ad asciugare le lacrime della moglie del medico nel momento in cui anche lei crolla. Ah beh, ovviamente mi è piaciuto il personaggio della moglie del medico, l'unica non diventata cieca, che si industria per aiutare gli altri; a lei tocca vedere tutto l'orrore, il tradimento, la morte.
Cosa non mi è piaciuto di questo libro? Trovo che non abbia capo nè coda. In una società di individui ciechi, saltano fuori tutti gli istinti animali ed egoistici. Questo mi pare ovvio. I cattivi cercano di soggiogare gli altri facendogli fare la fame e facendosi pagare per qualcosa che è diritto di tutti. Abbastanza logico anche questo. Cioè, non mi sembra che Saramago abbia scritto qualcosa che ti fa dire "urka è vero, non me lo aspettavo". E così come è arrivata la cecità, nello stesso modo scompare. Non c'è un motivo per cui è comparsa, non c'è un motivo per cui è scomparsa. O forse la spiegazione sta in qualche collegamento col fatto che anche ai Santi sono stati coperti gli occhi con delle bende bianche, bianche come la cecità bianca di cui viene investita la città intera?
Non lo so, non riesco a trovare un motivo per farmi piacere questo libro. Il titolo originale era "saggio sulla cecità", modificato perchè in Italia non avrebbe attirato lettori (e sono d'accordo, se non fosse stato per il gruppo di lettura non l'avrei letto). Ma il problema è che secondo me non tira le fila del discorso. Ho chiuso il libro dicendo: "quindi??". Mi dispiace, so di essere una mosca bianca, ho intorno persone a cui questo libro è piaciuto da morire. A me ha fatto abbastanza schifo. Per la storia, per i contenuti. E lo stile narrativo è terribile, senza punti interrogativi, senza due punti, senza virgolette, lunghi periodi pieni di descrizioni mischiate a dialoghi come se fossero tutt'uno.
Mio voto: 6 / 10 (e sono stata ampiamente alta...)
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