Titolo originale: Das lacheln der Frauen (2011)
Le
coincidenze non esistono. Aurélie Bredin ne è sicura. Giovane e
attraente chef, Aurélie gestisce da qualche anno il ristorante di
famiglia, Le Temps des cerises. È in quel piccolo locale con le
tovaglie a quadri bianchi e rossi in rue Princesse, a due passi da
boulevard Saint-Germain, che il padre della ragazza ha conquistato il
cuore della futura moglie grazie al suo famoso Menu d’amour. Ed è
sempre lì, circondata dal profumo di cioccolato e cannella, che
Aurélie è cresciuta e ha trovato conforto nei momenti difficili.
Un
pomeriggio però, dopo essere stata piantata in asso dal fidanzato,
Aurélie si rifugia in una libreria, dove si imbatte in un romanzo
intitolato Il sorriso delle donne. Incuriosita, inizia a leggerlo e
scopre un passaggio del libro in cui viene citato proprio il suo
ristorante. Grata di quel regalo inatteso, decide di contattare
l’autore per ringraziarlo. Ma l’impresa è tutt’altro che
facile. Ogni tentativo di conoscere lo scrittore – un misterioso
inglese – viene bloccato da André, l’editor della casa editrice
francese che ha pubblicato il romanzo. Aurélie non si lascia
scoraggiare e, quando finalmente riuscirà nel suo intento,
l’incontro sarà molto diverso da ciò che si era aspettata.
Ho letto
questo libro per il gruppo di lettura. Volevamo (finalmente) una
lettura “da plaid”, rilassante, romantica, leggera. Il libro è
carino ma mi dà l'impressione di essere un po' stato scritto
“apposta”. La trama era intrigante però il racconto è un po'
melenso e in alcuni punti ha un po' troppi luoghi comuni sull'amore.
Poi lo sviluppo della vicenda poteva avere più movimento.
Nella
storia sono state lasciate molte espressioni francesi, senza una
traduzione. E chi non sa il francese deve tirare ad indovinare??
E poi
c'è una cosa che mi ha proprio creato confusione. L'autore scrive
sempre in prima persona, sia quando interpreta Aurélie, sia quando
interpreta André. E' uno stile narrativo tremendo.
E'
comunque una lettura piacevole, da relax.
Ho letto
su wikipedia che, secondo una giornalista tedesca, Nicolas Barreau
non esiste (proprio come il personaggio del suo libro) ma che in
realtà si tratta di un autore fittizio creato apposta per sfruttare
il favore che gli autori francesi hanno in Germania. Non so se questo
sia vero o meno. L'impressione di essere un libro “furbo” l'ho
avuta anche io.
Mio
voto: 6 e mezzo / 10.
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