venerdì 11 marzo 2022

Pian della Tortilla - John Steinbeck


Titolo originale: Tortilla flat (1935)

«Pian della Tortilla» è il quartiere di Monterey in cui vivono i paisanos, un luogo dove sopravvivere è il fine primario. Discendenti dei primi californiani, formano una colonia di gente povera ma felice, di perdigiorno amorali ma intimamente incoscienti nelle cui vene si intreccia sangue messicano, indio e spagnolo. Tra questi vive Danny, che ha ereditato due case e vive con sette paisanos cui ha concesso il diritto di dimorare nelle sue proprietà. Le giornate passano tra bevute e corteggiamenti, truffe ed espedienti, mentre il lavoro viene considerato l'ultima risorsa per procurarsi i mezzi di sussistenza. Dotati di spirito cavalleresco, i personaggi che popolano le pagine di questo capolavoro della narrativa americana vivono con umanità e grande dignità la propria decadenza morale e materiale nell'illusione di un domani migliore. Con uno stile narrativo vibrante e un gusto per la descrizione quasi cronachistico, Steinbeck rende omaggio a tutti coloro che hanno attraversato la frontiera. (ibs)

ATTENZIONE: contiene spoiler sulla trama.

Gli abitanti di Pian della Tortilla (che poi non è "pian" perchè è in collina) sono dei perdigiorno che pensano solo a bere. Vivono di qualche furtarello e ogni soldo che racimolano è subito convertito in vino da bere.
Danny, conosciuto da tutti in paese, eredita due case e, se questo lo eleva ad una categoria sociale superiore, è anche vero che gli crea un peso dovuto al fatto che ora ha qualcosa di cui preoccuparsi. Quando perde la prima casa, perchè uno degli amici a cui l'ha affittata (e che non gli ha mai pagato la pigione, pur avendola a sua volta subaffittata) l'ha fatta andare a fuoco, Danny è quasi contento perchè ha un problema in meno. Anzi, Danny decide di prendere ad abitare con sè degli amici, e la loro vita un po' ala volta prende una routine di furtarelli, bevute, e cose simili.
Il problema è che, ad un certo punto, a Danny manca la solitudine, gli manca la vita che faceva prima, comincia a sentire troppo il peso di avere sempre gente intorno e, letteralmente, esce fuori di testa, scappando nei boschi e depredando tutti i cittadini del posto, anche i suoi stessi amici. Ma gli amici fanno di tutto per farlo rinsavire, perchè gli amici vogliono che Danny sia felice. Riusciranno a calmarlo per un po' ma si arriverà ad un tragico finale in cui Danny precipita in un burrone e muore. L'assurdità è che i suoi amici sono gli unici del paese che non possono presentarsi al funerale perchè sono vestiti di cenci sporchi, non hanno un solo vestito decente. Questo però sarà la molla per modificare un po' le loro vite, che a questo punto, senza Danny che fa da collante, si separano per strade diverse.
Il libro è pieno di ironia, di situazioni grottesche. Se non riusciamo a vedere l'ironia, rischiamo di vedere solo un gruppo di nullafacenti ubriaconi. Viene abbastanza facile il paragone con "La versione di Barney", dove anche là il protagonista beveva decisamente troppo, con un risultato molto differente però. Qui siamo davanti ad un gruppo di personaggi semplici, sempliciotti se vogliamo, incapaci di assumersi delle responsabilità ma che risultano simpatici nel loro essere così bizzarri. Ed hanno un profondo senso dell'amicizia l'uno per l'altro.
Molto triste il finale, non tanto per la morte di Danny, quanto per il fatto che i suoi amici si rendono conto che non possono andare al funerale del loro amico vestiti di cenci, è una vergogna troppo grande per come si sono ridotti.
E' un libro concentrato più sui personaggi che non sulla trama (che non è niente di che) ed è un libro che ha momenti comici e momenti di tristezza che però sono descritti con molta leggerezza.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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