sabato 25 giugno 2022

Melma rosa - Fernanda Trìas


Titolo originale: Mugre rosa (2020)

In una città portuale devastata da una peste misteriosa, una donna tenta di capire perché il suo mondo sta crollando. Un vento tossico avvelena le strade e costringe a chiudersi in casa o fuggire, i supermercati si svuotano e la melma rosa prodotta con scarti animali è ormai l'unico alimento reperibile, ma c'è dell'altro: il collasso di tutti i suoi legami affettivi, l'incertezza, il peso dei ricordi. Mentre mette insieme i risparmi con l'idea di partire per il Brasile, la protagonista si muove fra la madre, a cui da sempre la lega un rapporto fortissimo ma conflittuale; Max, l'amore che non riesce a dimenticare, ora ricoverato dopo il contagio; e Mauro, il ragazzino di cui si prende cura, afflitto da una fame insaziabile. Partire equivale a salvarsi, eppure farlo senza di loro è impossibile. Con una scrittura luminosa e immagini potentissime, Fernanda Trías mette a nudo la schizofrenia di una società sempre più simile alla nostra – trovando bellezza anche nel caos – e la fragilità dei rapporti umani, l'unica cosa che conta quando si è sull'orlo dell'abisso. (goodreads)

Letto per il gruppo di lettura della libreria, abbiamo anche avuto l'occasione di incontrare l'autrice dal vivo.
Il libro mi è piaciuto. Ho fatto fatica all'inizio perchè mi poneva un sacco di domande che hanno avuto risposta solo più tardi. Tuttavia mi ha preso abbastanza presto e le pagine scorrevano rapidamente quasi senza accorgermene.
Siamo in una realtà distopica, in un paese perennemente avvolto dalla nebbia, che ogni tanto viene spazzata via da un vento maligno per cui la gente deve rinchiudersi in casa.
Il male è cominciato dal mare, i pesci hanno cominciato a morire. Poi questo morbo ha attaccato gli uomini e infine gli uccelli, praticamente spariti dalla città.
La città non ha un nome, potrebbe essere Montevideo ma anche una qualunque città di mare.
La protagonista, di cui non sappiamo il nome, ha una madre con cui ha un rapporto terribile, un ex marito che è ricoverato in ospedale nel reparto dei cronici, e si occupa di un ragazzino che ha una sindrome per cui mangia qualunque cosa si trova a tiro.
La melma rosa è il cibo prodotto dalla fabbrica locale, che in pratica è un mix di scarti animali.
La protagonista, mentre deve sopravvivere al presente, ripensa alla sua vita. Avrebbe sempre voluto scappare in Brasile e pur avendo ormai i soldi non si decide. E' un romanzo sui legami umani, sulla loro fragilità.
Non ho gradito molto i dialoghi tra un capitolo e l'altro perchè il più delle volte non capivo chi parlava e di cosa parlava. Non ho particolarmente gradito il finale che sembra quasi aperto. Nel complesso, un libro molto interessante, una bella scrittura, ma con qualcosa che non mi ha convinto del tutto.
Mio voto: 7 e mezzo / 10

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