Titolo originale: 点と線 (Ten to sen) - 1958
Titolo in inglese: Points and lines
In una cala rocciosa della baia di Hakata, i corpi di un uomo e di una donna vengono rinvenuti all’alba. Entrambi sono giovani e belli. Il colorito acceso delle guance rivela che hanno assunto del cianuro. Un suicidio d’amore, non ci sono dubbi. La polizia di Fukuoka sembra quasi delusa: niente indagini, niente colpevole. Ma, almeno agli occhi di Torigai Jutaro, vecchio investigatore dall’aria indolente e dagli abiti logori, e del suo giovane collega di Tokyo, Mihara Kiichi, qualcosa non torna: se i due sono arrivati con il medesimo rapido da Tokyo, perché mai lui, Sayama Ken’ichi, funzionario di un ministero al centro di un grosso scandalo per corruzione, è rimasto cinque giorni chiuso in albergo in attesa di una telefonata? E perché poi se n’è andato precipitosamente lasciando una valigia? Ma soprattutto: dov’era intanto lei, l’amante, la seducente Otoki, che di professione intratteneva i clienti in un ristorante? Bizzarro comportamento per due che hanno deciso di farla finita. Per fortuna sia Torigai che Mihara diffidano delle idee preconcette, e sono dotati di una perseveranza e di un intuito fuori del comune. Perché chi ha ordito quella gelida, impeccabile macchinazione è una mente diabolica, capace di capovolgere la realtà. Non solo: è un genio nella gestione del tempo.
Con questo noir dal fascino ossessivo, tutto incentrato su orari e nomi di treni – un congegno perfetto che ruota intorno a una manciata di minuti –, Matsumoto ha firmato un’indagine impossibile, ma anche un libro allusivo, che sa con sottigliezza far parlare il Giappone. (goodreads)
Interessante giallo ambientato in Giappone. Tutto sembra avvalorare l'ipotesi del doppio suicidio ma agli investigatori qualcosa non torna. E visto che sono coinvolti personaggi che sono già in osservazione per scandali politico-economici, la polizia continua ad investigare anche dopo la chiusura del caso.
La trama è ben articolata, almeno fino al momento di svelare la soluzione che invece è un po' contorta e difficilmente indovinabile. O, quantomeno, non abbiamo le prove per indovinarla del tutto.
Molto interessante il fatto dei quattro minuti dei treni, in Italia una cosa simile non potrebbe mai essere ambientata...
Trovo che dietro alla vicenda ci sia una denuncia al sistema corrotto dei politici. Troviamo anche altri elementi culturali del Giappone (anche il suicidio), nonostante il libro sia effettivamente un po' datato.
E' un giallo poco truculento e molto cervellotico. Non mi è dispiaciuto.
Non sapevo che questo giallo in realtà è stato pubblicato nel 1958! In Italia era già stato pubblicato da Mondadori col titolo "La morte è in orario" nel 1971.
Mio voto: 7 / 10
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