venerdì 29 luglio 2022

Pianura - Marco Belpoliti


Titolo originale: Pianura (2021)

Pochi luoghi come la Pianura Padana sono allo stesso tempo evidenti e misteriosi. Cuore geografico e produttivo del Paese, la pianura si dispiega allo sguardo esterno apparentemente senza ombre o angoli nascosti: tutti, guardandola da fuori, pensiamo di conoscerla. Ma se ci fermiamo a osservarla meglio, se proviamo a capirla davvero, ecco che, come se d'improvviso salisse quella nebbia che spesso l'avvolge, la pianura diventa un'ipotesi, un oggetto misterioso, un teatro a cielo aperto di malinconie e fantasmi. Marco Belpoliti, che in quelle terre c'è nato, ha intrapreso un viaggio fisico e intellettuale attraverso la Pianura Padana: ne percorre le strade, ne racconta le città e i «paeselli», ma, soprattutto, ne evoca gli abitanti. Tra questi, molti amici e compagni di avventure, da Gianni Celati a Luigi Ghirri, da Piero Camporesi a Giovanni Lindo Ferretti, da Giuliano Scabia a Giulia Niccolai, da Ermanna Montanari a Giuliano Della Casa, da Sandro Vesce a Marco Martinelli, e tanti altri che abitano quelle terre con la loro arte e la loro bizzarria. Ne esce cosí fuori un libro allo stesso tempo intimo e collettivo, quasi un'autobiografia in forma di paesaggio, striata di struggenti nostalgie, capace di raccontare una parte fondamentale dell'Italia, oggi come non mai messa di fronte a una crisi, anche d'identità: ma sapere da dove si viene è il primo passo per procedere verso il futuro. (ibs)

"In verità noi due apparteniamo a una generazione che ha cercato di non andare in pezzi, di ricordare, di ricostruire quello che c'era accaduto. Discorsi lunghi, troppo lunghi" 

Un viaggio attraverso la pianura padana, viaggio che è memoria ma anche storia. Belpoliti compone una via di mezzo tra il memoir e il romanzo epistolare. Scrive ad un amico parlandogli della pianura, partendo dai luoghi in cui sono nati e allargandosi. Troppo. Davvero troppo. 
Peraltro, non ho capito l'abbinamento della stagione che viene fatto ad ogni capitolo...
Mi era piaciuto l'iniziale riferimento a Luigi Ghirri, il fotografo, alle sue foto "normali" che però ci fanno vedere qualcosa che non abbiamo mai visto. Mi è piaciuto anche che la foto di copertina sia una foto di Ghirri e mi è piaciuta la spiegazione dell'edicola nella nebbia. La pianura come terra in cui si è sempre all'erta perchè non vedi cosa c'è in fondo e da un momento all'altro può alzarsi la nebbia e creare delle illusioni. 
(Piccola nota di pignoleria, quando parla di Morandi, il paese si chiama Grizzana e non Grezzana come scrive lui!) 
Poi però dopo Ghirri viene citato un altro personaggio, poi si passa al Duomo di Modena, alla colonna infame di Milano citata dal Manzoni, a Pinocchio, a Camporesi e Petrarca, all'aceto balsamico, ai pioppi lungo gli argini e migliaia di altre cose, come un lungo e prolisso flusso di pensieri, pedante e scolastico. Mi spiace, bella l'idea ma ad un certo punto non ne potevo più.
Mio voto: 5 / 10

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