Titolo originale: Che hai fatto in tutti questi anni. Sergio Leone e l'avventura di «C'era una volta in America» (2021)
C'è un'avventura dentro l'avventura, una storia dentro la storia di C'era una volta in America. Raccontare i diciotto anni che impiegò Sergio Leone a realizzare il suo capolavoro – diciotto anni di incontri, sconfitte, colpi di scena, di attori e truffatori – significa scrivere il grande romanzo di un artista, di un'ossessione, di un Paese intero.
«Dico a tutti che si tratta del mio film migliore, probabilmente è cosí e di sicuro lo penso davvero, ma quel che voglio precisamente dire è che "C'era una volta in America" sono io» – Sergio Leone
«Non ho mai pensato a Noodles come vincente o come perdente. Oggi usiamo spesso, troppo spesso, questi termini. Il film è tutta un'altra cosa, è un sogno. Oppure no? È questo il punto. E io mi sono buttato, ho seguito il disegno di Sergio» – Robert De Niro
C’è un’avventura dentro l’avventura, una storia dentro la storia in C’era una volta in America: dal momento in cui è stato pensato per la prima volta a quello in cui è stato presentato a Cannes, evento speciale al Festival, passano diciotto anni. Diciotto anni durante i quali avviene di tutto. Ma dopo mezz’ora di film, la magia è svelata: altro che gangster movie,C’era una volta in America è un’opera-mondo, un’epica moderna, o postmoderna, l’unica possibile. «Nasco con il neorealismo, – diceva Sergio Leone, – ma ho sempre pensato che il cinema è avventura, mito, e che l’avventura e il mito possono raccontare i piccoli fantasmi che ognuno di noi ha dentro». Sono i fantasmi dell’amore non corrisposto che diventa volontà di potenza, della violenza, dell’amicizia, del tradimento, della vendetta, del desiderio e del suo lato oscuro, la delusione o – peggio ancora – la sua completa soddisfazione. I fantasmi di chi ha sognato il Sogno americano. Di piccoli fantasmi in C’era una volta in America ce ne sono tanti, e lo sa bene Piero Negri Scaglione che quando lo vide per la prima volta, nel 1984, non aveva nemmeno vent’anni e gli sembrò che quel film ambientato in un tempo e uno spazio lontani raccontasse meglio di mille altri una generazione, un’epoca, forse un’ossessione. Ossessione-passione che divenne la sua: per anni Negri Scaglione ha indagato le vicende che portarono alla realizzazione del film, è andato a cercare e intervistare i protagonisti di quella storia o anche chi l’ha soltanto sfiorata in un piccolo ruolo, i produttori, gli sceneggiatori, gli attori. Ne viene fuori il ritratto epico di un personaggio larger than life, e di un film che, dettaglio dopo dettaglio, aneddoto dopo aneddoto, diventa spaccato di un’epoca e di un Paese, il nostro. (ibs)
Un interessante libro su come è nato uno dei capolavori cinematografici di tutti i tempi, un successo più in Europa che in America.
In questo libro viene ben rappresentata l'ossessione che Sergio leone ha avuto per questa storia, quanta parte di sè ha speso per riuscire a rappresentare proprio quello che voleva. La sua maniacalità per i dettagli. L'autore poi ha avuto modo di intervistare anche altri personaggi che, a vario titolo, hanno compartecipato al successo: attori, sceneggiatori, produttori e quant'altro, con tanti retroscena sconosciuti a chi non era sul set.
Il libro si legge bene, ha uno stile narrativo scorrevole. Secondo me, però, se uno non ha visto il film fa fatica a capire di cosa sta parlando. C'è anche da dire che il libro mette voglia di vedere il film se non lo si è ancora fatto. Originale.
Mio voto: 7 e mezzo / 10
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