mercoledì 26 febbraio 2014

Le menzogne della notte - Gesualdo Bufalino

 
 
Premio Strega nel 1988.
Ambientazione: un carcere collocato su un'isola del mediterraneo, o, per meglio dire, su uno scoglio dal quale chi ha provato ad evadere si è trovato cadavere sugli scogli. Siamo nell'Ottocento, periodo di dominazione borbonica.
La sera prima di essere giustiziati, quattro amici condannati per reati di lesa maestà agli ordini di un soggetto che si fa chiamare "Padreterno" si ritrovano tutti insieme nella stanza per la veglia, con vista sul patibolo. Il governatore del carcere ha lasciato un foglio vuoto ciascuno e ha fatto loro una proposta: se uno solo di loro scriverà il nome del fantomatico Padreterno, tutti avranno salva la vita. Altrimenti tutti moriranno nella ghigliottina.
Nella stanza della veglia si trova anche un altro condannato, frate Cirillo, famosissimo brigante sanguinario e devoto, che per passare il tempo propone che loro gli raccontino un episodio della loro vita, reale o inventato, quello a cui penseranno nel momento in cui calerà la lama. 
Si susseguono così le storie dello studente Narciso, del soldato Agesilao, del barone Ingafù e del poeta avventuriero Saglimbene. Lo scopo di frate Cirillo, è strappare ai quattro amici il nome del Padreterno. Ma gli avranno detto il nome giusto o avranno capito chi si nasconde sotto gli stracci del brigante in realtà già giustiziato il giorno prima?
 
La prima parola che mi viene in mente chiudendo il libro è: geniale. Bufalino ha creato una trama molto accattivante, con una conclusione che non vi svelo, ma che è estremamente da colpo di scena.
Un difetto enorme di questo libro: il linguaggio datatissimo, con parole che credo non esistano nemmeno più sui vocabolari. Se si riesce a superare questo scoglio, il libro è molto bello.
Mio voto: 7 e mezzo.
 

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