giovedì 15 luglio 2021

Il tuo nome è una promessa - Anilda Ibrahimi


Titolo originale: Il tuo nome è una promessa (2017)

Una foto con due bambine dalle lunghe trecce, dietro il mare. È quello che resta a Abigail della sua famiglia. La Storia l'ha divisa da sua sorella Esther, e l'Albania che l'ha accolta generosamente quand'era in fuga dalla Germania nazista è diventata poi la sua prigione. Mezzo secolo dopo, a Tirana arriva Rebecca. Fugge da un matrimonio in crisi, ma forse vuole ricomporre il suo album di famiglia ricostruendo la storia che sua madre Esther non le ha mai davvero raccontato. Nella vita di Rebecca la fuga a un certo punto è l'unica trama possibile. Il suo matrimonio con Thomas probabilmente è arrivato al capolinea, meglio non assistere alla consunzione dell'amore. Per questo accetta l'incarico dell'organizzazione internazionale per cui lavora: destinazione Tirana. Non è mai stata in Albania, ma di quel paese sa molte cose. Sa per esempio che l'ospite è sacro e che la parola data viene presa seriamente. Quello infatti è il paese che ha dato ospitalità a sua madre Esther in fuga dalla Berlino nazista, il paese che le ha salvato la vita. Ma proprio nell'Albania di re Zog, che accoglieva gli ebrei durante la Seconda guerra mondiale, Esther ha perso sua sorella Abigail - catturata dai nazisti e deportata a Dachau. E quello strappo mai ricucito è ancora troppo doloroso per essere raccontato. Ad accoglierla a Tirana, Rebecca trova un ragazzo dalla voce rauca ma che con le parole sa fare vertiginosi ricami: Andi sarà il suo assistente, e forse qualcosa di più. Rebecca farà così i conti col passato della sua famiglia ma anche con Thomas, che la raggiungerà per provare a dare un nuovo corso alla loro storia. Sarà proprio lui, fotografo di fama, a riannodare i fili di quelle vite spezzate ricostruendo in un documentario le vicende degli ebrei salvati da re Zog, e delle due sorelle Esther e Abigail. (ibs.com)

Bella l'idea ma un po' confusa la realizzazione. Esther e Abigail sono state separate dai nazisti. Abigail è sopravvissuta a Dachau, ma la vita che si troverà a vivere in Albania non sarà proprio ciò che chiama vita, infatti si sposa con un uomo (tipico maschilista) irascibile, col vizio di bere e di alzare facilmente le mani su lei e vessare i figli. Per tutta la vita Abigail si chiede cosa ne è stato di sua sorella maggiore Esther.
Il libro si snoda su due storie. Una è la storia delle due sorelle e della loro famiglia, dei vicini di casa che le hanno ospitate ed aiutate. L'altra è quella di Rebecca, figlia di Esther, che per lavoro si trasferisce a Tirana. La storia delle due sorelle è decisamente quella dominante. Ad un certo punto, quando i soldati tedeschi sostituiscono quelli italiani e capiscono che Esther non è figlia della famiglia che la sta ospitando, di lei non sappiamo più nulla. La storia fa un salto temporale fino ai diciotto anni di Abigail, che diventa quindi il personaggio principale del seguito, mentre ogni tanto viene dedicata qualche pagina a Rebecca. In effetti, la storia di Rebecca non ha molto da dire. Sarà suo marito Thomas, fotografo, che riesce a ricostruire la storia di Abigail ed Esther, montando un film, alla fine del quale c'è un piccolo colpo di scena che ricuce un po' la storia.
Dicevo, l'idea è interessante, anche nuova rispetto ad altri libri, ma i salti tra Abigail e Rebecca non sono proprio fluidi e anche nel finale ci ho messo un po' per capire che è Thomas che ha realizzato il film (tra l'altro non si capisce come abbia fatto, perchè stava facendo fatica a trovare le liste di questi ebrei arrivati in Albania... e poi toh il film era pronto). Mi è piaciuto molto il senso di accoglienza delle famiglie albanesi, per le quali l'ospite è sacro, indipendentemente dalle sue idee religiose.
Mio voto: 7 / 10

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